venerdì 11 gennaio 2013

SI VORREBBE FARE SPARIRE L’ASP SOLIDARIETA’ INSIEME. CASTE BOLOGNESE CONTESTA, BRISIGHELLA NON RISPONDE ALLE DOMANDE, L’OPPOSIZIONE TACE. I SINDACI HANNO GIA’ DECISO!



L’8 dicembre 2012 (http://brisighellaierieoggi.blogspot.it/2012/12/sembra-che-si-intenda-chiudere-lasp-di.html)   chiedevamo al sindaco Missiroli se erano vere le voci ricorrenti di procedimenti e atti finalizzati alla costituzione di un’unica ASP in ambito distrettuale e trovino riscontri concreti in pronunciamenti degli organi della Regione, della Provincia o dell’Unione della Romagna Faentina e desideravamo conoscere l’orientamento del Comune di Brisighella in merito a questo problema che tocca da vicino le popolazioni di Brisighella e che interessa ex Opere Pie secolari e se l’idea fa forse parte del progetto “Brisighella Nuova 2.0: Comunità Ospitale”, ad oggi nessuna risposta dai giornali abbiamo appreso che i Sindaci hanno deciso di unificarsi con l’Asp di Faenza in merito a ciò hanno preso posizione contrari   l’ex vice sindaco di Casola Valsenio Giacomo Giacometti, l’ex sindaco di Castel Bolognese Franco Gaglio (http://www.corriereromagna.it/faenza/2013-01-09/servizi-sociali-prime-levate-di-scudi-contro-l%E2%80%99asp-unica).  Le opere Pie erano secolari,  i nostri avi avevano lasciato  notevoli capitali, ancora oggi esistenti, si pensi Opera Pia Paolina voluta da Paolo Spada (1631) padre del card. Bernardino Spada ma, ancora più grave, l’opera Pia Carlo e Lucia Ragazzini creata solo nel 1939 dopo la morte della signora , solo 73 anni fa (nei prossimi giorni riporteremo il testamento con le volontà dei donatori con i valori aggiornati ad oggi). Di questi giorni anche la presa di posizione di Domenico Sportelli Castel Bolognese. Altri articoli sull’Asp nel blog Brisighella Ieri e Oggi:  hhttp://brisighellaierieoggi.blogspot.it/2012/06/la-nostra-asp-chiude-il-2011-con-un.     

ARTICOLO SPORTELLI

 “  L’antefatto è costituito dalla notizia dell’accordo che i sei sindaci dell’Unione dei comuni faentini, hanno firmato con i sindacati, veri e propri sparring-partner e apripista di questa negativa vicenda. L’accordo siglato recita: “I Sindaci dei comuni dell’unione confermano l’impegno a ricercare e costruire le condizioni per l’unificazioni delle due Asp esistenti nel Distretto faentino”. Un successivo articolo “ispirato” apparso sul Corriere di Romagna a Natale, rafforza la notizia. I sei sindaci hanno deciso che “Entro il 1° luglio 2014 il comprensorio è pronto a realizzare un’unica azienda multiservizi e multisettore nel distretto della Romagna faentina”. Nel corpo della nota sono riportati stralci del documento dei sindaci. Il linguaggio in alcuni passaggi appare criptico, quasi a significare il permanere di molti problemi. La notizia è corredata da un raccontino che suona più o meno in questo modo: si è decisa l’unione delle Asp in tempo utile a non fare cadere la scelta nell’imminenza della campagna elettorale per il rinnovo dei Consigli comunali, che, come si sà, avverrà nella primavera del 2014. In effetti da tempo si lavora a questo obbiettivo, con una regia che suppongo sia stata e resti tutt’ora precisa e determinata. Si ricorderà che tutti gli amministratori protagonisti della costituzione dell’Asp Solidarietà Insieme, furono a suo tempo esclusi con varie motivazioni dalla competizione elettorale per il rinnovo degli attuali Consigli Comunali. Successivamente sono accaduti altri eventi significativi. Non si è provveduto alla sostituzione del dirigente dell’Asp Solidarietà Insieme, dopo la sua andata in pensione, ricorrendo ad una proroga del suo incarico. Non si è rinnovato il Consiglio di Amministrazione della stessa Asp alla sua normale scadenza statutaria. Indizi questi del tentativo di uno smantellamento in essere. E tutto ciò nonostante che il programma elettorale della Lista che ha vinto le elezioni amministrative a Castel Bolognese abbia promesso a suo tempo l’impegno a non toccare l’Asp. Impegno poi recepito nel programma di legislatura. Se questa ipotesi dei sindaci, andrà a compimento, il complesso di conoscenze delle storiche Opere Pie di Castel Bolognese, il loro ragguardevole patrimonio immobiliare, frutto delle donazioni dei cittadini e del buon governo dell’Ente, il notevole patrimonio finanziario disponibile, saranno sciolti nel mare indistinto di un’altra struttura che potrebbe godere di non altrettanta buona salute. E tutto ciò con il pericolo che la comunità castellana non possa adeguatamente controllare la sorte delle risorse che, con l’unione delle due Asp, conferirebbe. Nel frattempo una cosa è certa. Le rette per gli ospiti delle strutture di Castel Bolognese, sia in convenzione che a libero mercato, in ossequio al principio dell’uniformità da ricercare, sono già aumentate e aumenteranno ancora per diversi anni in misura maggiore a quelle di Faenza. Questo indipendentemente dalla qualità del servizio reso.
Concludo con due annotazioni. 1) Sono curioso di vedere come reagirà a questa ipotesi il mondo cattolico locale, così attivo e partecipe con merito anche nel sociale. E come reagiranno quei consiglieri comunali che di quel mondo sono riferimenti certi, se non espressione quasi diretta. 2) A questo momento circa la sorte della nostra Asp, siamo ancora nel novero delle intenzioni. Atti ufficiali, costituiti da delibere del Consiglio Comunale, i soli che per le leggi contano, non sono ancora stati deliberati. Sono quindi ancora in atto tutte le condizioni per riflettere e per discutere questa volontà manifestata (1 puntata).”

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