giovedì 21 febbraio 2013

EMILIA-ROMAGNA, L’OLIO CHE VIEN DAL BORGO


 -  LA STAMPA TURISMO
LE VIE DELL’OLIO - Brisighella è a buon diritto inserito tra i Borghi più belli d’Italia: tra le peculiarità vanta la produzione dell'omonimo olio dop di alta qualità, riservato al condimento di pietanze ricercate.  LE VIE DELL'OLIO SU TURISMO.IT LA TRADIZIONE. A pochi chilometri da Faenza, tra Ravenna e Firenze, si trova Brisighella, un borgo medievale capace di mescolare storia, ottima enogastronomia e numerose iniziative artistiche e culturali. Questa parte dell’Appennino tosco-emiliano fin dalla preistoria è rinomata per la presenza spontanea dell’ulivo che ancora oggi domina i paesaggi insieme alle viti. La produzione  dell’olio di oliva ha origini antichissime, confermate anche dal ritrovamento di un piccolo frantoio ad uso familiare risalente all'epoca romana, intorno al II secolo a.C. Documenti ed atti notarili del Quattrocento e Cinquecento ci hanno tramandato testimonianze scritte sull'attività oleicola per arrivare fino a testi del XIX secolo. Il passaggio da una produzione destinata principalmente alla commercializzazione è invece storia recente, iniziata con la fondazione del frantoio sociale della Cooperativa Agricola Brisighellese nel 1970.  LA DENOMINAZIONE. La denominazione di origine controllata olio extra vergine di oliva “Brisighella" è riservata all'olio extra vergine rispondente alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 228 del 29/9/95. LE CARATTERISTICHE. Il Brisighella è il primo olio extra vergine di oliva commercializzato con l’etichetta Dop dell’Unione Europea, già dal marzo 1998. E' di colore verde smeraldo, con riflessi dorati, odore di fruttato medio o forte, con sensazione netta di erbe o ortaggi, sapore di fruttato con leggera sensazione di amaro e leggera o media


sensazione piccante e con un basso livello di acidità. Si caratterizza per il profumo persistente di carciofo e di oliva, e per il sapore vellutato, dolce e ammandorlato. E’ ottenuto da olive della varietà “nostrana di Brisighella”, raccolte direttamente dall’albero nel periodo compreso tra il 5 novembre e il 20 dicembre di ogni anno. Gli uliveti devono presentare una densità di impianto variante fra 200 e 550 piante per ettaro, a seconda dei sesti di impianto, e la produzione massima per ettaro non può superare i 5.000 chilogrammi. Per l’estrazione dell’olio sono ammessi solo processi meccanici e fisici atti a produrre un olio che presenti il più fedelmente possibile le caratteristiche peculiari originarie del frutto. Viene sempre spremuto entro 4 giorni dalla raccolta, uno dei segreti che rende quest’olio tanto speciale. IL TERRITORIO. Alla bassa altitudine dei 115 metri che caratterizza i borghi della collina dell'Appennino Tosco-Romagnolo, la coltura dell'olivo, protetta dai venti freddi di levante grazie alla conformazione ad anfiteatro della valle, e da quelli del nord da una barriera naturale di gesso, ha trovato un microclima temperato ideale, dando vita a questo prodotto di grande qualità. La zona di produzione comprende, in tutto o in parte, il territorio amministrativo dei comuni di Brisighella, Faenza, Riolo Terme, Casola Valsenio, Modigliana.
LA CULTURA. L’antico borgo medioevale e termale di Brisighella si distingue per la spiccata vocazione all’ospitalità e al turismo sostenibile, tanto da essere inserito nel club dei “Borghi più belli d’Italia”  e certificato dal Touring Club Italiano con la “Bandiera Arancione”. Vanta inoltre importanti certificazioni quali “Città Slow” e “Città dell’Olio e del Vino”. Il paese è posto ai piedi di tre pinnacoli di gesso su cui poggiano la Rocca Manfrediana del XV secolo, la Torre dell’Orologio del XIX secolo costruita su un precedente fortilizio del 1290 e il Santuario del Monticino del XVIII secolo.
LA CUCINA. L’uso del Brisighella DOP, essendo molto pregiato, è spesso riservato al condimento di pietanze ricercate. Tra gli abbinamenti gastronomici eccelle sul pesce in genere, con valenza particolare per le triglie, il rombo e il dentice, ma esalta al massimo il suo sapore aggiunto a crudo su ragù di pesce, carne (tutte le carni bianche cotte al forno o alla griglia) e selvaggina.

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