venerdì 17 maggio 2013

LO SCENOGRAFO, BRISIGHELLESE, LEONARDO SCARPA, AFFRONTA LA PRIMA REGIA. LA COMMEDIA HA COME ATTORI DEI BRISIGHELLESI


Lo scenografo regista Leonardo Scarpa


Tratto dalle Nuvole. - Non è raro che le figure di regista e di scenografo siano rappresentate da un unico soggetto, e nel caso di Scarpa, scenografo di origini brisighellesi, tra i più riconosciuti in ambito italiano, si tratta della sua prima direzione con la commedia ‘E chi l’avrebbe detto’, sul palcoscenico della compagnia ‘A.Solaroli’, 3 maggio, nella sede di Palazzo Mazzolani, a Faenza. Leonardo Scarpa, figlio di Naviglio, maresciallo dei Carabinieri, è il nipote di Antonio Bartoli, Tugnèt, arrotino e indimenticabile personaggio di Brisighella. Proprio nel negozio dello zio, il giovane Scarpa trascorreva i mesi estivi. Nella piccola ma rifornita bottega di Tugnét, sotto un arco della via degli Asini affacciata a piazza Marconi, vi si poteva trovare di tutto e a prezzi ottimi, sempre accolti dalla sua cordiale simpatia. Ma il vero regno di Tugnét era il retrobottega dove con la ruota, e vestito con grembiule e cappello di carta, arrotava e affilava con maestria e amore. Purtroppo il mestiere è finito con lui insieme a un indimenticabile periodo storico di Brisighella, ma oggi la vetrina della bottega in qualche modo continua a vivere con l’esposizione delle creazioni artistiche di Carla Lega, ceramista di raffinata classe faentina e moglie di Scarpa.  Questa prima esperienza di regia rappresenta per Leonardo Scarpa una sfida a se stesso e un desiderio accarezzato da tempo, ancora insoddisfatto, ma che ora trova compimento con alcuni attori, in larga parte brisighellesi, che da decenni calcano le scene nella storica compagnia faentina ‘Solaroli’ a Palazzo Mazzolani. Scarpa nel ricreare ambienti, fondali e oggetti, adattandoli al contesto teatrale, liberamente tratto da un testo inglese, esprime l’abilità di scenografo professionista di rango teatrale e cinematografico al fianco di registi come Mazzacurati, Avati e Luchetti, trovando poi l’energia anche come figura di riferimento in questo spettacolo ‘scoppiettante’, non esente da giochi emotivi e vene surreali, con i costumi di Elisa Alberghi e Steve Almerighi costumista di molti progetti cinematografici e numerose opere liriche nei più famosi teatri italiani. Nell’architettura di questo lavoro, filo narrante e messa in scena sono nelle mani dello scenografo-regista e portano gli attori a identificarsi in un ambiente inglese, all’interno di una famiglia ‘sui generis’, articolata su modulazioni di frequenza che terranno svegli gli spettatori con ripetuti colpi di scena e cambi di situazione. Il ritmo incalzante delle variazioni sull’originale palcoscenico della Solaroli è poi scandito da un improbabile leit motiv, in contrasto con l’aplomb anglosassone, ma volutamente ricercato dal neo regista, a sottolineare l’avvento di un punto di rottura verso un’epoca di rinnovamento.
In scena: Rita Ballardini, Michele Gaudenzi, Martina Liverani, Elena Pretolani, Margherita Rondinini, Silvia Zavagli, Gian Luca Zoli.

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