mercoledì 9 maggio 2012

ACHILLE ALBONETTI – POLITICA ESTERA E DEMOCRAZIA ITALIANA


 Albatros – ottobre 2011 – pag. 87  - €12,90  Costo di Spedizione: 0€ GRATIS
Commento di Egisto Pelliconi, ex Sindaco di Brisighella, per  “Libro Aperto” Ravenna
Il libro appena uscito, che nella copertina a colori riporta l'immagine di Giustiniano Imperatore d'Oriente – particolare del mosaico della Basilica di S. Vitale a Ravenna – mi aveva portato a pensare che si trattasse di una nuova guida dei mosaici di Ravenna. Invece è la più recente pubblicazione del mio illustre predecessore Achille Albonetti, che è stato Sindaco di Brisighella dal 1961 al 1971. Grande è stata quindi la sorpresa e avvincente la lettura delle ottantasette pagine di "Politica estera e Democrazia italiana".        Nella presentazione si legge che l'autore ha avuto una lunga e ricca vita pubblica, costellata di interessanti permanenze e viaggi all'estero.         L'amicizia che mi lega ad Achille Albonetti, anche se occasionalmente attraversata da qualche contrasto, è forte e consolidata negli anni, tale da farmi indugiare con piacere nel raccontare le sue molteplici esperienze e attività che vanno ben oltre il suo decennale impegno a Brisighella come primo cittadino, quando ero al suo fianco come Assessore Delegato nella condivisione delle responsabilità dell'amministrazione comunale.           Albonetti è stato esperto economico della Delegazione Tecnica dell'Ambasciata d'Italia a Washington, consigliere economico della rappresentanza italiana presso l'Organizzazione Europea per la Collaborazione Economica a Parigi (OECE); direttore del Gabinetto del Vicepresidente della Commissione Europea a Bruxelles. Ha lavorato inoltre con gli ambasciatori Roberto Gaja e Roberto Ducci.     Per la sua concreta

 
presenza e attività nell'ambito europeo, l'ambasciatore Sergio Romano ebbe a definirlo un "autentico artigiano" italiano nella costruzione dell'Europa dalle sue origini.            È stato direttore per gli Affari Internazionali e gli Studi Economici del Comitato Nazionale per l'Energia Nucleare (CNEN), governatore per l'Italia dell'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica (AIEA) delle Nazioni Unite a Vienna. È stato anche presidente della TOTAL italiana e dell'Unione Petrolifera: carica ricoperta in precedenza anche dallo zio Domenico Albonetti, socio fondatore e presidente della nota compagnia petrolifera italiana "Aquila".   Attualmente, e già da diversi anni, è direttore della prestigiosa rivista italiana di problemi internazionali, il trimestrale "Affari Esteri". Ha mantenuto però legami anche con Brisighella. Infatti, congiuntamente agli ex Sindaci, a Rosa Angela Nonni Fabbri e a Velda Raccagni, è socio fondatore della Fondazione "La Memoria Storica di Brisighella I Naldi - Gli Spada", promossa dal Cardinale Achille Silvestrini, ed ha destinato per gli archivi della stessa copia delle riviste e delle pubblicazioni da lui curate durante la sua lunga carriera.
Achille Albonetti infatti ha pubblicato numerosi libri e saggi sui problemi politici ed economici in italiano, francese, inglese e tedesco.        In questa ultima pubblicazione con un ritmo veloce e incalzante l'Autore affronta alcuni temi cruciali e di grande attualità politica. Non segue assolutamente le mode e i venti del momento, ma pone dei punti fermi indelebili, direi assoluti.  Nel primo saggio "La politica estera. La pace. La guerra. Il ruolo dell'energia" si esamina l'importanza della politica estera nella gestione di uno stato, citando quanto accaduto dopo la Prima Guerra Mondiale, quando "per un'errata politica estera scomparvero quattro grandi imperi centenari: l'Impero Austro-Ungarico; l'Impero Ottomano; l'Impero Russo; e l'Impero Prussiano. L'Austria, centro di un impero millenario ed erede di Roma, fu ridotta da allora a una piccola repubblica europea, poi preda della Germania nazista". Il saggio continua con un esame della difesa e delle sue priorità; dell'importanza dell'integrazione politica dell'Europa e della solidarietà atlantica; della presenza mondiale degli Stati Uniti e dei problemi dell'epoca nucleare.            Per spiegare il presente, nel secondo saggio "Il Risorgimento e l'Unità d'Italia", Albonetti esamina i valori, gli obiettivi e le caratteristiche di questo periodo storico, citando Rosario Romeo, che lo considera "il processo politico più importante e positivo che il nostro Paese abbia conosciuto nei mille anni di vita della nazione italiana". Si parte con un accenno alla civiltà greco-romana ed a quella del primo millennio, per passare velocemente a sintetizzare il secondo millennio soffermandosi in particolare sugli ultimi duecento anni. Nel 1848 il Regno di Sardegna promulgò lo Statuto Albertino, che resterà la Carta fondamentale italiana per un secolo, fino alla Costituzione repubblicana del 1948. Neanche il fascismo e Mussolini, seppure con una falsa interpretazione, ebbero l'ardire di abrogare questo Statuto.
            Due guerre di indipendenza, Cavour, Vittorio Emanuele II, Garibaldi, Mazzini: il 17 marzo 1861 è proclamato il Regno d'Italia e, dopo la terza guerra di indipendenza e la conquista di Roma il 20 settembre 1870, l'Italia è finalmente unita.
Mancano soltanto Trento, Trieste, la Venezia Giulia e l'Istria che verranno assegnate all'Italia con il trattato di pace, a seguito della Prima Guerra Mondiale. L'Istria, Pola e Gorizia, e parte del territorio di Trieste furono perdute con la Seconda Guerra Mondiale.
            Malgrado questo intenso e travagliato percorso storico si può affermare che il Risorgimento e l'Unità d'Italia hanno rappresentato per la nazione italiana un periodo di enorme sviluppo, tanto che nel secondo dopoguerra l'Italia ha partecipato alle più importanti iniziative internazionali come l'integrazione europea e l'Alleanza Atlantica (NATO). A Roma, nel 1957, furono firmati i trattati istituenti la Comunità Economica Europea (Mercato Comune) e la Comunità Europea per l'Energia Atomica (EURATOM). Achille Albonetti era componente della delegazione italiana in questi momenti storici. In Italia hanno sede importanti basi militari degli Stati Uniti e dell'Alleanza Atlantica.
            La crescita non fu arrestata neanche da più di un decennio di terrorismo, con centinaia di attentati e vittime. L'instabilità politica, con continui mutamenti di governo, e la tangentopoli degli anni '90 non hanno ugualmente fermato lo sviluppo iniziato nel periodo risorgimentale che aveva portato la penisola ad essere uno stato anziché una accozzaglia di staterelli.
Ma venendo ai nostri anni, Albonetti scrive che "preoccupante è stato il plebiscitarismo e populismo berlusconiano che ha caratterizzato gli scorsi sedici anni e che devastante è la persistente denigrazione e la conseguente diminuita fiducia nei pilastri dello stato liberale e democratico". E per quanto riguarda la politica estera, l'autore asserisce che per evitare l'ulteriore declassamento con la conseguente marginalizzazione, l'Italia dovrà intensificare l'impegno per l'integrazione politica e per la difesa dell'Europa.  Questo lavoro, proprio nell'anno in cui l'Italia festeggia i centocinquant'anni della sua unità, acquista uno specifico e ulteriore valore aggiunto.
            Infine nella terza parte "Un programma per la democrazia italiana" si sostiene "la necessità di un programma per la crescita della democrazia; l'esigenza di urgenti riforme; il controllo democratico dei nuovi poteri; un programma efficace per a) i Partiti b) i Sindacati c) la Stampa, la Radio e la Televisione d) la Magistratura e le Forze armate". Tutto questo visto secondo le profonde concezioni di un tecnico.
"Politica estera e Democrazia italiana" è quindi un sintetico, originale e ricco manuale di politica per tutti, non soltanto per gli esperti o presunti tali. Il lavoro di Albonetti si può in definitiva concentrare in alcuni punti principali: primato della politica estera; la pace intesa come bene supremo per l'equilibrio internazionale; incapacità delle guerre di risolvere in molti casi i problemi per i quali sono iniziate; importanza fondamentale dell'Unità europea  per arrestare il declino del nostro continente; ruolo dell'energia nella politica estera; impiego dell'energia nucleare come strumento di politica estera.            Nelle conclusioni finali si legge che "la crisi attuale è molto seria, perché è una crisi istituzionale, politica, morale, sociale, economica e finanziaria. Malgrado ciò", asserisce Albonetti, "non è certo che il quadro ci porti a un declino definitivo, ma occorre urgentemente un programma per far crescere l'ordinamento democratico e garantire la competizione politica (democrazia) e la competizione economica (mercato), responsabilizzando quei poteri ed organismi oggi democraticamente irresponsabili. La crescita dell'ordinamento democratico non è, del resto, un problema soltanto italiano. È una questione vitale, che debbono affrontare tutte le democrazie, anche quelle di più lunga data, se vogliono sopravvivere, svilupparsi e dare il proprio contributo all'equilibrio internazionale ed alla pace".
Mentre trascrivo queste considerazioni finali sono le ore ventuno del 12 novembre 2011 e proprio in questo momento a Roma il Presidente del Consiglio sale al Quirinale per rassegnare le dimissioni del suo governo nelle mani del Presidente della Repubblica: è finita la "seconda repubblica". Auguriamoci che l'auspicio di Albonetti divenga realtà. Egisto Pelliconi


Nessun commento:

Posta un commento