lunedì 21 maggio 2012

NUOVA RIPUBBLICAZIONE DEL “PICATRIX”. UN LIBRO STAMPATO GIA’ DALLE FESTE MEDIOEVALI NEL 1994

Brisighella magica e il libro «copiato»  

Brisighella magica e il libro «copiato»

Brisighella (Ra), quasi ottomila anime. Tre pinnacoli rocciosi con la Rocca manfrediana (secolo XIV), il Santuario del Monticino (secolo XVIII) e la Torre dell' Orologio, ricostruita su resti del XII secolo. È merito di questo comune se oggi leggiamo in volgare Picatrix, uno dei più noti libri di magia dell' Occidente. Era nella biblioteca di Casanova oltre che di Ficino, Pico, Rabelais e Leonardo. Cosa accadde? Alla fine degli anni 80, durante le Feste Medievali, discutendo di Profezia si scoprì che uno dei manoscritti del libro era stato copiato il 21 maggio 1536 a Brisighella, nella «casa che è sulla piazza con due ingressi», presso il palazzo comunale. L' editrice Mimesis lo fece tradurre, partendo da un primo lavoro dei convenuti. E ora lo ristampa (pp. 274, euro 21). È di origine greco-egizia Picatrix? Forse. Di certo passò per Brisighella.RIPRODUZIONE RISERVATA (12 maggio 2012) - Corriere della Sera
ETICHETTA: IERI, Feste Medioevali, Picatrix.

DEL PICATRIX ANDREA VITALI NE’ PARLO ALLE FESTE MEDIOEVALI, PRIME E UNICHE -1980/1995-, IN UN CONVEGNO SULLA “PROFEZIA”-
Prof. Andrea Vitali*
*Chi è  -clicca-   

LA CURIOSITA’
IL PICATRIX, IL LIBRO NASCOSTO CHE BRISIGHELLA HA RISCOPERTO
Di Francesco Donati 20 maggio 2012 Corriere di Romagna BRISIGHELLA. Non poteva mancare in questo 2012 di carestie e misteri, di profezie Maya e di oscuri scenari finanziari, una notizia che mette in primo piano Brisighella quale patria dell’esoterismo, della magia e delle scienze occulte. Non fosse altro per le celebri Feste Medioevali, la cui fama si lega non solo agli spettacoli, ma anche ad importanti ricerche su uno dei periodi più inquietanti della storia. Proprio a Brisighella, qualche giorno fa il “Corriere della Sera” attribuiva il merito di poter leggere oggi il “Picatrix” il primo e più importante trattato di magia, astrologia e negromanzia pervenuto a noi dal mondo antico. Un testo che l’editrice Mimesis fece tradurre negli anni 80 partendo dai lavori di un convegno a Brisighella e che adesso ripropone in una ristampa. Magie e profezie targate Brisighella. Illustri personaggi quali Casanova, Rabelais, Pico della Mirandola, Leonardo, Marsilio Ficino, Cornelio Agrippa tenevano segretamente custodita una copia del Picatrix nelle loro biblioteche. Ebbene, la traduzione italiana disponibile prese il largo proprio da un testo manoscritto ora custodito nella Biblioteca nazionale di Firenze copiato a Brisighella il 21 maggio 1536, come risulta dallo stesso. Nel 1989 fu il faentino Andrea Vitali, direttore artistico delle Feste di allora e medievista, a convocare un’équipe di studiosi coordinata da Paolo Aldo Rossi dell’Università di Genova, lo stesso che ne ha curato la prima stampa in italiano. Il convegno era in tema con il titolo delle Feste “La profezia”. Le successive indagini portarono a scoperte straordinarie ma è recentissima quella da attribuirsi proprio ad Andrea Vitali, di aver individuato la casa dove il Picatrix fu trascritto. La casa del Picatrix. «È quella che ha due facciate su piazza Marconi» afferma Vitali. L’edificio era ancora sconosciuto. «Per un vizio di traduzione si riteneva che la casa avesse due ingressi, caratteristica comune a più fabbricati, invece il testo riferisce di una casa specifica con due facciate (duobus faciebus et iuxta pallacium comunis) sulla piazza davanti al Comune. Credo di non sbagliarmi nel ritenere che la casa sia proprio quella in angolo con i portici davanti al municipio» nota come il Palazzotto dei Naldi. I contenuti del Picatrix. I contenuti del testo sono inquietanti. Tra l’altro si raccomanda il lettore di avere scrupolo di non renderli disponibili a chi potrebbe farne un uso distorto, trarne malefizi anziché benefici per malvagità o mancanza delle competenze necessarie. «Non è un trattato di magia come l’opinione comune potrebbe intendere - dice Vitali -, bensì un testo magico - religioso appartenente alla corrente ermetica neoplatonica diffusa nel Rinascimento. Spiega l’esistenza di un Dio macrocosmico che regola gli spiriti della natura e dell’universo, un universo dove l’uomo occupa uno spazio microcosmico ed è quindi in grado di asservire a sé gli spiriti celesti, evocandoli attraverso formule e rituali riportati nel libro». Un trattato rimasto a lungo proibito. Nel Medioevo il testo è stato accusato di stregoneria, ritenuto addirittura un manuale oscuro legato all’evocazione del demonio. Diventa profetico per il destino dell’uomo attraverso l’applicazione di formule e riti magici che mettono in corrispondenza simboli e forze naturali, pietre, animali, pianeti e piante. E’ stato stampato solo dopo la rimozione dei vincoli di “trattato proibito”. Così è diventato una fonte d’ispirazione di numerosi gialli, come ad esempio quelli scritti da Valerio Evangelisti e da Umberto Eco. Lo conoscevano anche gli egizi. L’edizione in italiano è tratta dalla traduzione latina, diffusa segretamente tra il Trecento e il Quattrocento, di un testo più antico di origine araba e pare addirittura egizia, il cui titolo vuol dire “la fine del saggio”. Potrebbero trovarvi spiegazione alcuni misteri legati alle piramidi e a sortilegi divini. Secondo taluni però, Picatrix non è altro che una distorsione del nome Ippocrate.

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