Occhi rossi e
nausea in valle, colpa della cipolla.Dopo un temporale l’ortaggio ha
sprigionato tutta la sua carica aromatica. Sorpresa e disagi tra i cittadini
Corriere di Romagna. Francesco Donati. Quando i pionieri
americani conquistarono il west si trovarono dinnanzi a sterminate distese
aride, campi dove pensare di dedicarsi all’agricoltura era un’impresa ardua:
«Qui nemmeno le cipolle crescono». E’ questo uno dei messaggi che letteratura e
cinematografia hanno trasmesso a descrizione di quelle praterie, divenute poi
rigogliose e produttive. Ebbene le cipolle adesso si coltivano anche nella
valle del Lamone, in modo intensivo. Pochi se ne sarebbero accorti se non fosse
che venerdì sera, dopo un violento temporale, uno strano odore aleggiava
nell’aria, sempre più intenso fino a assumere caratteristiche di miasma. La
gente si interroga. «Ma cos’è - si sono chiesti in molti -, si è rotto un tubo
del gas, possibile che l’odore delle distillerie di Faenza oggi arrivi fino in
collina?». E’ profumo di cipolla, talmente forte e violento che qualcuno ha
avvertito perfino arrossamento agli occhi, senso di nausea e mal di testa.
Durante tutta la notte, nonostante il caldo, chi abitava vicino alle
coltivazioni ha dovuto chiudere le finestre. Contaminazione. E’ successo che
l’acqua caduta abbondante, e in poco tempo, sulle piante nel terreno asciutto,
ha diffuso l’odore per un raggio di alcuni chilometri all’interno della valle:
una vera contaminazione da cipolle. Difficile comunque parlare di inquinamento:
è più consono chiamare in causa la sorpresa, piuttosto che il disagio, anche
perchè ieri mattina con il ritorno del sole e della calura la cipollesca
nebulosa avvolgente si è dissolta.
Nessun commento:
Posta un commento