Si inaugura sabato 7 novembre 2015 al Museo della Città di Rimini la
mostra di Aldo Rontini dal titolo Dei gessi, anteprima della
scultura a cura di Peter Weiermair.
Forse ogni scultura parla del corpo anche quando il tema è un altro.
Attraverso la sublimazione o l’immanenza; per manifestarne il peso o per
immaginarne la leggerezza; per trattare d’ingombro fisico o per stanare una
discreta presenza, la relazione col corpo rimane sempre centrale per uno scultore.
Al solito è la materia madre a dettare l’approccio e il trattamento. La
finitura di una forma modellata con le mani nude è destinata a differire da
quella scolpita con l’uso di scalpello e martello. È l’antica antinomia
che sta tra la via creativa che aggiunge e quella che sottrae; della statua
raggiunta togliendo materia al blocco o della forma che prende volume sul
tornio, sul treppiede. Eppure certi torsi di Aldo Rontini dimostrano
ombre marmoree e un tatto lapidario, anche quando sono composti nella terra o
tradotti nel farinoso gesso. Corpi di paesaggi collinari ammantati dalla prima
neve; sembrano ideati per farci vegliare sul sonno di un nuovo Endimione, di
una Dafne o di un Ganimede: di quella metamorfica bellezza non ancora concupita
dagli dei. L’epidermide delle opere, che deriva da un raffinato
procedimento plastico, è essa stessa un esempio di trasformazione e innesto.
Dalle cosce spuntano lunghe radici coralline e da una costola tornita si alza
la vela di un panneggio che contiene vento e onde. Dunque tra metafora e
metamorfosi si dispiega l’estetica candida e sensuale di Aldo, onirica e
sussurrata, capace di intonate in chiave lirica perfino le retoriche masse
muscolari, senza mai incorrere nel rischio dell’ostentazione.
Museo della
Città / Manica Lunga – Rimini 7 novembre - 13 dicembre 2015
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