La scuola vela del circolo velico riminese è dedicata al brisighellese
LUCIANO PEDULLI 47 ANNI nato a Brisighella (Rimini)
EZIO BELOTTI 34
ANNI nato a Rimini
GIORGIO LUZZI 59 ANNI nato a Rimini
MATTIA DE CAROLIS 36 ANNI nato a Rimini
FRANCESCO ZANIBONI 22 ANNI nato a Como
DANIELE TOSATO 37 ANNI nato a Rimini
E insieme decidemmo di partire...Il 1° novembre 1995 alle ore 12, un tradizionale
colpo di cannone dava il via dalle banchine di Porto Sole (San Remo), alla
"Transat des Alizés". Una manifestazione che proponeva a velieri di
vario tipo, alcuni in partenza da Brest altri dall'italia, la traversata
atiantica da Casablanca in Marocco, a Pointe-à-Pitre in Guadalupa.
La flotta in partenza dall'Italia era composta da
una trentina di barche tra le quali il "Parsifal".
Uno scafo in legno di 16 metri di recente costruzione, l'equipaggio era di nove
uomini per la maggior parte provenienti da Rimini. Al largo, nel Golfo del
Leone era annunciata una grossa tempesta da nord ovest che l'organizzazione
aveva comunicato ai partecipanti. Ma
nell'equipaggio di Parsifal si decide di salpare e prendere la rotta del largo,
mentre altre imbarcazioni scelgono di rimanere sottocosta in attesa di un
miglioramento del tempo. Alle ore 23 di giovedì 2 novembre la radioboa di
soccorso installata a bordo del Parsifal viene messa in funzione...Il messaggio
di emergenza viene raccolto dalle stazioni satellitari e trasmesso a terra
mentre la barca nella tempesta affonda in pochi minuti. Alle ore 13 di venerd'i 3 novembre un
aereo-soccorso francese localizza i naufraghi in posizione 40° - 30'N 05 -
18'Est a circa 20 miglia dal punto dell'affondamento (localizzato dalla
radioboa in 40° 39' N - 05° 20' Est). Approssimativamente a 57 miglia
dall'isola spagnola di Minorca. All'alba di sabato 14 un elicottero francese
recupera quattro membri dell'equipaggio, uno dei quali Daniele Tosato non è più
in vita. Gli altri cinque compagni, non ritrovati, dopo il naufragio si erano
raccolti attorno a un galleggiante di fortuna, ma ad uno a uno hanno ceduto e
sono scomparsi in mare ancora in burrasca
La storia del Parsifal e di un’onda “gaffa”
La
tragedia del naufragio e delle sei morti rivissuta in un piccolo grande libro.
Dove si dice che il mare non ha colpe.
“Questa città, la cui immagine prevalente è
ormai legata alla ’notte’, nutre, laggiù sul porto, figli che ostinatamente
intendono tener fede alle pur antiche radici marinare. L’amore per il giorno,
per la luce, per il mare, per il vento e le stelle. I migliori di tutti noi, i
più capaci in questo ostinato esercizio, un pugno di velisti, pagano con la
vita questo smisurato amore. I nostri fratelli, i nostri amici non ce l’hanno
fatta nell’attesa vana di vani soccorsi. Se ne sono andati ad uno ad uno dopo
essersi tenuti la mano a lungo, troppo, sino all’ultimo stretti in un girotondo
fatale, Le mani amiche si sono aperte ad una ad una senza più presa sul
galleggiamento improvvisato. Ad una ad una in un freddo mattino senza
sole...”.
Questo
era il testo del necrologio comparso nel novembre 1995 su “Chiamami Città” di
Rimini in ricordo di Daniele Tosato, Ezio Belotti, Francesco Zanaboni, Giorgio
Luzzi, Luciano Pedulli e Mattia De Carolis. Erano parte dell’equipaggio del
“Parsifal”, una barca di 16 metri in legno progettata da Sciarelli e costruita
sugli scali dei Carlini, naufragata nel Golfo del Leone in tempesta . Barca
partita da Sanremo, per la regata-trasferimento della “Transat Des Alizees”,
con rotta verso le Canarie e poi verso i Caraibi.Con loro c’erano anche
Giordano Rao-Torres (l’armatore), Andrea Dal Paz e Carlo Lizzati, che si sono
salvati.
Un
libro, piccolo e grande allo stesso tempo (il cuore non si misura nel numero di
pagine) li ricorda. “Nel regno del vento”, scritto da Giorgio Franchini
(Guaraldi, con il patrocinio del Circolo Velico Riminese), ricorda quella
tragedia. Lo fa senza riserve, a cominciare dalla prefazione di Franco Stefani,
allo presidente del Circolo al quale apparteneva anche il ’Parsifal’. Ho letto
queste righe e non posso non pensare che, talvolta, il mare non ha colpe. Fa
solo il mare... Stefani riporta la testimonianza del comandante della
Capitaneria di porto di Rimini, Sergio Rustichelli, il quale afferma di aver
informato i regatanti sulle pessime condizioni meteomarine e aveva consigliato
loro di non allontanarsi dalla costa per non dover affrontare il mare grosso e
di essere vicini a un porto rifugio, in caso di necessità. Ma il ’Parsifal’,
come le altre imbarcazioni, aveva fatto rotta verso il largo...
Era
novembre, il Leone faceva e fa paura, soprattutto con un bollettino di burrasca
forza 10. Una tragedia che, scrive l’autore, si poteva evitare. Nonostante
l’onda “gaffa”, matta, che si sa, è molto più alta delle altre e che se
colpisce la barca la affonda in pochi minuti. “Se l’equipaggio fosse stato
pronto alle dure condizioni...”. Il mare ha fatto solo il mare. Franchini,
onestamente, non gli imputa alcuna colpa. Resta il ricordo e il
rimpianto.
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