lunedì 23 dicembre 2013

GIOVANNI PIANORI DETTO IL “BRISIGHELLINO” RICORDATO A FAENZA.


FAENZA AD UN EROE DEL RISORGIMENTO FAENTINO NON HA DEDICATO NULLA!
Venerdi sera a Faenza presso la Pinacoteca comunale lo scrittore romagnolo Enzio Strada ha presentato il suo libro "Giovanni Pianori detto Brisighellino. Osare e morire per l'Italia e per Mazzini". Oltre all'autore sono intervenuti  il vice sindaco di Faenza Rivola Giovanni, il direttore della Pinacoteca comunale Claudio Casadio, Roberto Balzani, docente dell'Università di Bologna e sindaco di Forlì, e il direttore de Il Pensiero Mazziniano Pietro Caruso. L’incontro è stato coordinato da Andrea Dolcini dell'Associazione "Alteo Dolcini". Il volume  è stato edito dall'editrice Carta Bianca di Faenza e nelle 300 pagine pubblicate riporta il frutto di oltre quaranta anni di ricerche su Giovanni Pianori, nato a Brisighella ma residente a Faenza e la storia del Risorgimento italiano. L'autore ha presentato l’ imponente opera di ricerca e analisi dei documenti conservati negli archivi di Londra, Parigi, Roma, Torino, Firenze, Ravenna, Faenza e soprattutto nell'Archivio Segreto Vaticano. Il risultato è un testo che ricostruisce, dopo oltre centocinquanta anni, la vicenda di Giovanni Pianori e il suo attentato contro l'imperatore francese Napoleone III. Un'opera che già dalle prime pagine introduce il lettore nelle vicissitudini del Brisighellino con uno stile sospeso fra l'inchiesta giornalistica e il giallo storico. Giovanni Pianori, nato nelle colline di Brisighella nel 1827, ha vissuto fin da bambino a Faenza dove faceva il calzolaio e aderì alle associazioni in lotta per l'Indipendenza e l'Unità d'Italia. Abitante nella zona di Sant'Ippolito fu uno degli aderenti alla Macchia Grande, partecipò ai moti di Scavignano guidati da Raffaele Pasi e nel 1848 combatté a Vicenza durante la Prima Guerra di Indipendenza e difese la Repubblica Romana di Mazzini e Garibaldi affossata da Luigi Napoleone Bonaparte. Costretto all'esilio in Francia e in Inghilterra, il 28 aprile 1855 a Parigi, sui Campi Elisi, Pianori sparò due colpi di pistola contro l'Imperatore francese. Dopo un processo farsa (senza interprete e praticamente senza difesa) fu condannato a morte mediante ghigliottina, che il Brisighellino affrontò con incredibile coraggio al grido di Viva la Repubblica, Viva l'Italia. Mazzini rese omaggio alla memoria di questo patriota con parole che non aveva mai usato per nessuno: Pianori era stato capace di «osare e morire» e aveva reso un «servigio alla Patria». Interessanti gli interventi dei vari oratorii incalzati da andrea Dolcini, che ha preso l’impegno di parlare completamente di Giovanni Pianori in un altro incontro e facendo notare che Faenza ha ricordato con vie, targhe tanti parti di Faenza ad eroi del Risorgimento ma ha dimenticato di dedicarne una a Giovanni Pianori. Non è mai troppo tardi.




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