martedì 8 settembre 2015

VENA DEL GESSO, PARADISO DEI PIPISTRELLI


Brisighella, 6 settembre 2015 Resto del Carlino - La vena del gesso è il Parco con più pipistrelli dell’Emilia Romagna. Potrebbero essere più di 25mila, e tra non molto saranno noti i nuovi dati sul censimento delle colonie presenti nelle grotte degli oltre seimila ettari del Parco regionale, che dal 2009 ha avviato l’iter di candidatura verso il riconoscimento di GeoParco della commissione Unesco.
Il valore della biodiversità delle grotte della Vena del gesso porta anche a questo primato: ospitare alcune tra le più importanti colonie di pipistrelli d’Italia e d’Europa, dal 2010 salvaguardate con risorse europee e regionali nel progetto Life Natura Gypsum. Studio che coinvolge sei diverse aree carsiche gessose emiliano romagnole, monitorando le importanti popolazioni di chirotteri trogloditi, antropofili e dei boschi, ma anche microhabitat vegetali delle rocce.
«L’attenzione si è concentrata in particolare su otto grotte naturali e due cavità artificiali – spiega il tecnico naturalista Andrea Noferini – liberando da tonnellate di rifiuti grotte e doline considerate discariche nei decenni passati, e posizionando cancelli per regolamentare l’accesso dei turisti. Un espediente per non interrompere il letargo dei chirotteri e salvaguardare la conservazione naturalistica di quei contesti». Sono grotte, gallerie, inghiottitoi, doline, anche tunnel e cavità artificiali, ripulite con l’aiuto dei volontari della Federazione Speleologica regionale, e da pianificare (a conclusione del progetto, marzo 2016) con indicazioni per chi frequenta gli ambienti del substrato gessoso e le attività


antropiche compatibili per la tutela di flora e fauna che tali ambienti ospitano, come i pipistrelli. «Delle 34 specie conosciute in Italia ben 19 delle 24 censite in regione sono presenti nel Parco – dichiara lo studioso Massimo Bertozzi –, un plus valore che rende eccezionale quello già di rilievo della Vena e concentra ideali nicchie ecologiche per le differenti specie presenti». La massima concentrazione è durante il letargo, nelle grotte, punto di aggregazione dei chirotteri che coprono anche un centinaio di chilometri per svernare.
Numericamente le colonie troglofile (di grotta) più importanti sono di miniottero (stimate intorno alle 15mila presenze) con significative presenze di rinolofo minore e maggiore dal caratteristico naso a ‘ferro di cavallo’ che emette fasci di ultrasuoni nello spazio, mentre specie più rara come il barbastello è stata trovata per la prima volta nel Parco l’anno scorso. Dopo il letargo altri pipistrelli scelgono habitat più legati ai boschi della Vena, come vespertilio o mustacchino, o di genere antropofilo preferiscono le intercapedini di case ed edifici del territorio della Vena, come il pipistrello di Favi o quello albolimbato. di Margherita Rondinini

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