martedì 2 aprile 2013

FORLI MOSTRA DEL NOVECENTO: ARTURO MARTINI UN ARTISTA DI ORIGINE BRISIGHELLES



Prende il via dal primo dopoguerra e s’inoltra fino all’epilogo tragico del secondo conflitto mondiale la mostra che Forlì dedica al Novecento e alle sue nuove espressioni artistiche. L’esposizione, intitolata Novecento. Arte e vita in Italia tra le due guerre, riscopre un clima che ha visto non solo architetti, pittori e scultori, ma anche designer, grafici, pubblicitari, ebanisti, orafi, creatori di moda cimentarsi in un grande progetto comune che rispondeva, attraverso una profonda revisione del ruolo dell’artista, alle istanze del cosiddetto «ritorno all’ordine».  Non un semplice richiamo al passato, ma la ripresa dei soli canoni ritenuti adatti alla realizzazione di un pensiero e di una volontà artistica, che scaturiva dalla crisi delle avanguardie storiche, in particolare il Cubismo e il Futurismo, considerate l’ultima espressione di un processo di dissolvimento dell’ideale classico che era iniziato con il Romanticismo e si era accentuato con l’Impressionismo e i movimenti come il Divisionismo e il Simbolismo che lo avevano seguito. Il modello di una ritrovata armonia tra tradizione e modernità è sostenuto da questi artisti – tra cui ebbero un rilievo maggiore Felice Casorati, Achille Funi, Mario Sironi, Carlo Carrà, Adolfo Wildt e Arturo Martini – e avrà, anche grazie allo spirito critico e organizzativo di Margherita Sarfatti, il sostegno da parte del regime, alla ricerca della definizione di un’arte di Stato, come il lungo e differenziato dibattito sulle riviste dimostra.  La mostra presenta i grandi temi affrontati nel Ventennio dagli artisti che si prestarono a celebrare l’ideologia e i miti proposti del regime e da coloro che hanno attraversato quel clima alla ricerca di un nuovo rapporto tra le esigenze della contemporaneità e la tradizione, tra l’arte e il pubblico. La presenza di dipinti, sculture, cartoni per affreschi, opere di grafica, cartelloni murali, mobili, oggetti d’arredo, gioielli, abiti, intende offrire una visione a tutto tondo del rapporto tra le arti e le espressioni del costume e della vita, confrontando artisti e materiali diversi. La mostra è visitabile presso i Musei San Domenico fino al 16 giugno 2013

Cavallo, 1926 ca. (Fondazione Cariplo)
ARTURO MARTINI
Arturo Martini (Treviso, 11 agosto 1889Milano, 22 marzo 1947) è stato uno scultore e pittore italiano. Era il terzo dei quattro figli di Antonio, cuoco, e Maria Della Valle, cameriera originaria di Brisighella; i caratteri diametralmente opposti dei genitori, l'uno taciturno e tenace, l'altra passionale e fantasiosa, segnarono profondamente la formazione dell'artista. La famiglia era molto povera e, per non pagare l'affitto, viveva nelle torri medievali di Treviso, ambienti suggestivi che Martini serbò nel proprio universo figurativo. Dopo essersi formato a Treviso e Venezia come orafo e ceramista ebbe contatti con la cultura europea, ma restò sempre legato a forme di espressione tradizionali. Martini è stato un artista ricchissimo, che si è espresso con altrettanto vigore nel legno e nella pietra, nella creta e nel bronzo. Fece parte del gruppo di artisti di Ca’ Pesaro. Nel 1925 è invitato ad esporre con una sala alla III Biennale Romana; nel 1926 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia. Nello stesso anno espone alla prima mostra di Novecento ed esporrà anche nella seconda edizione del 1929. Nel 1931 riceve il premio per la scultura alla I Quadriennale di Roma; nel 1932 ha una sala personale alla Biennale veneziana. Dal 1937 al 1939 è impegnato in importanti commissioni pubbliche a Milano. Nel 1941 presenta a Milano alla galleria Barbaroux la sua prima mostra di dipinti. Nel 1948, gli viene tributato un omaggio postumo alla V Quadriennale di Roma. Nel 1967 gli fu dedicata la grande mostra monografica, allestita su progetto di Carlo Scarpa nel Convento di Santa Maria a Treviso, spronò l’amministrazione ad acquisire il Complesso di Santa Caterina, oggi sede principale dei Musei civici di Treviso.

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