giovedì 12 gennaio 2017

ADDIO AD AMEDEO BENAZZI, GUIDO’ L’ORCHESTRA “CASTELLINA-PASI” DEL BRISIGHELLESE ROBERTO GIRALDI


E’ morto Amedeo Benazzi, storica guida dell’orchestra Castellina Pasi. A darne la notizia è Elena Cammarone, voce e guida dell’orchestra dal 2012, con un commosso post su Facebook: “Un altro grande ci ha lasciato- scrive la cantante - per anni ha lavorato al fianco del Maestro Castellina e ha guidato gloriosamente quest’Orchestra. Io purtroppo non ho mai conosciuto Castellina e se io oggi sono qui lo devo a lui. Lo chiamavo ‘il mio talent scout’. Grazie Amedeo per quello che hai fatto per l’orchestra e per i ragazzi. Grazie Amedeo per quello che hai fatto per me. “Quante risate, quante serate passate insieme, perché lui era uno veramente forte”. Benazzi ha guidato per anni l’orchestra nata a Brisighella nel 1966. Anzi, a Castellina - la piccola frazione che divenne il soprannome di Roberto Giraldi, il suo fondatore. Il Maestro Castellina, appunto. Così lo chiamavano a Faenza. Come si legge nella storia su internet, il boom del liscio che scoppiò fra il 1968 e i primi anni ’80 videro l’orchestra Castellina Pasi creare successi su successi. Parliamo di composizione quali “Il campanello”, “Attenti al cane”, “Folle sentimento”, “Il valzerone”, “Caro tango”, “Estiva”, “Tutto pepe”, “Casetta del mio paese”, “Parigino”, “Luna messicana”, “Santa Monica”, “Gli amici della notte”, “Amore vero”, “Lupin“ -1982-. Già, la sigla del famoso cartone animato fu scritta con il maestro Franco Migliacci autore di tanti successi primo fra tutti la famosa “Nel blu dipinto di blu”. Brani - si ricorda con orgoglio sulla pagina Facebook dedicata – che gli fecero conquistare due dischi d’oro e che oggi sono vere e proprie pietre miliari nella storia della musica da ballo italiana. Dopo l’abbandono del palco di Giraldi, nel 1994, fu proprio Benazzi a portare avanti le sorti dell’orchestra che oggi - appunto - è guidata dalla sua allieva, Elena Cammarone.
Canzone LUPIN
Roberto Giraldi (1920-2000) Maestro, è un onore per noi consegnarle il secondo disco d'oro della sua




1carriera", recitava compunta nel 1978 l'annunciatrice di turno alla grande festa tenutasi in suo onore a Roma davanti alle telecamere. "Grazie, ma non sono Maestro", risponde educatamente con forte accento romagnolo un omino con la faccia attenta e schietta di chi è abituato a vivere i rapporti umani alla luce del sole. Quell'uomo minuto era Roberto Giraldi, titolare dell'orchestra Castellina-Pasi, l'orchestra che è un mito per gli amanti del liscio. Castellina è un paesino a monte di Brisighella, borgo medioevale e stazione termale a sua volta a monte di Faenza(RA). Al fisarmonicista Roberto Giraldi, che vi era nato, quando andava a suonare nella "città" di Faenza diedero, tanto per capirsi, il nome del suo paese "Castellina" e il soprannome gli rimase. La passione per la fisa gli era venuta a sei anni, sentendo suonare suo padre. A sette anni già suonava in qualche festicciola ma si formò musicalmente nella banda del paese dove imparò a suonare il clarinetto. Ma tornò presto alla fisarmonica e con essa iniziò la sua attività professionale nelle file dell'orch. Fenati. Fu lì che incontrò Giovanni Pasi. Faentino, Giovanni Pasi aveva iniziato a suonare il clarinetto da ragazzo come autodidatta perfezionandosi poi nella banda dell’Esercito. Lavorando assieme i due simpatizzarono e negli anni sessanta, forti della loro amicizia e della reciproca stima, presero il coraggio a quattro mani e formarono un loro complesso musicale che chiamarono “Castellina-Pasi e i gai romagnoli”.Interpretando alla propria maniera -cioè come cuor comanda- grandi classici quali “La cumparsita” e “La Migliavacca”, si fecero conoscere al grande pubblico finché non decisero di cimentarsi nella composizione di ballabili nei quali l’estro, la fantasia, la passionalità e la musicalità emergono fortemente. Il primo a credere in questa orchestra fu Angelo Galletti. Un incontro fortunato quello fra Giraldi, Pasi e Galletti. Anch’esso musicista, aveva appeso al chiodo il suo violino per tentare l’avventura dell’editoria musicale e la sua passione era tale che lo portava a percorrere giornalmente decine e decine di chilometri in bicicletta per diffondere la propria musica. Superati i tempi eroici, la sua forte fiducia nelle potenzialità del complesso Castellina-Pasi lo convinsero ad investire qui i primi guadagni, effettuando le prime registrazioni, i primi 45 giri e i primi long-playing. Il cosiddetto “boom del liscio” che scoppiò fra il 1968 e i primi anni ’80 videro l’orchestra Castellina-Pasi creare successi su successi. Parliamo di composizione quali “Il valzerone”, “Tutto pepe”, “Folle sentimento”, “Parigino”, “Luna messicana”, “Il campanello”, “Santa Monica”, “Gli amici della notte”, “Lupin“ (sigla del famoso cartone animato scritta con il maestro Franco Migliacci autore di tanti successi primo fra tutti la famosa “Nel blu dipinto di blu“) tanto per citarne alcuni, cioè brani che gli fecero conquistare due dischi d’oro e che oggi sono vere e proprie pietre miliari nella storia della musica da ballo italiana. Già da tempo si parlava di liscio classico e di fisarmonica “alla Castellina”: un genere, uno stile erano ormai nati. A questo successo hanno contribuito diversi personaggi, primo fra tutti il paroliere Carlo Ferrini e le edizioni musicali Galletti-Boston e BMG-Ricordi (già RCA) che da oltre 40 anni sono a fianco dell’orch. Castellina-Pasi. Soprattutto vanno ricordati i musicisti “storici” della formazione quali Franco Trevisani, Pier Flamigni, Lorenzo Patuelli, Mario Benedetti, Gable Mantovani e Irene Vioni. Ma tutti i musicisti che si sono negli anni avvicendati sono stati importanti nel decretare il successo dell’orchestra. Nel 1994 Castellina aveva abbandonato il palco pur restando direttore artistico della sua orchestra che quindi dirigeva da fuori le quinte. Aveva nel frattempo individuato i personaggi giusti che potessero portare avanti egregiamente questa sua “creatura”. Oggi l'Orchestra Castellina-Pasi, portata avanti sotto la guida di Elena Cammarone, continua a produrre brani di successo che vengono eseguiti da tutte le orchestre da ballo italiane, in questa maniera, con queste premesse, la tradizione e la fisarmonica “col cuore” di Castellina, continuano immutate anche nel terzo millennio.




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