L’OPERA I PROMOTORI E GLI ARTEFICI –tratto dal Bollettino Parrocchiale-
non
è facile analizzare, in maniera completa dall’inizio del mese di aprile a tutto il settembre 1962. E’
giusto però tentare di farlo come testimonianza per le venienti generazioni,
che avranno modo di apprezzare quanto sia stato grande l’impegno per rendere
sempre più decorosa la casa del Signore. il primo lavoro affrontato, previo
progetto degli architetti Fusi e Casprini, è stato quello della facciata. Un
traliccio tubolare di proporzioni mai viste a Brisighella fu montato a ridosso
della facciata e schermato di arelli da capo a fondo, in modo da dare
l’illusione quasi di una nuova facciata. con questo ponteggio la Ditta Galassini potè dare inizio ai
lavori di demolizione. Scomparvero così, sotto i colpi dei martelli, gli
intonaci delle lesene e dei cornicioni ed anche i mattoni a vista dei diversi
riquadri vennero rimossi. Furono le settimane della grande polvere, che misero
a nudo lo scheletro della facciata. S’iniziò poi la sistemazione del tetto
sovrastante il timpano, con una soletta di calcestruzzo di notevole spessore,
sulla quale furono ricco locati i coppi. sostituta pure la croce
dell’acroterio, con una nuova più tetragona alle correnti del vento. Dopodiché
venne steso il nuovo intonaco che avrebbe fatto da contorno ai pannelli di
mattoni a mano che il vecchio fornaciaio
Samorè aveva preparato l’anno prima
nel cantiere della fornace di S. Ruffillo. Lunga e paziente la messa in opera
dei nuovi mattoni a vista,
dopo
che un bagno di acido muriatico li aveva liberati dalle affluorescenze di
salnitro. La malta cementizia usata di colore chiaro per modo che i pannelli
avessero un tono più caldo. Dalle cave toscane arrivava un grosso carico di
travertino, che veniva distribuito, in funzione unitaria, per formare i
gocciolatoi degli enormi cornicioni e per proteggere i due sguanci laterali
della parte superiore della facciata. Ma la maggior parte di questo materiale
veniva impiegato in funzione ornamentale attorno ai cinque finestroni e alla
porta principale, nonché nella
zoccolatura, che corre alla base di tutta la facciata.
Tinteggiate
le parti intonacate in giallino chiaro, data a tutta la facciata una sostanza
idropellente, a base di silicone, messi in opera gli infissi e le nuove
inferriate, la facciata si è presentata ai brisighellesi in un vestito
completamente nuovo, riscuotendo ampi consensi di massima seppur qualche
dettaglio può essere stato oggetto di polemica. Prima però che la facciata
fosse a compimento, l’impresa Galassini,
dopo avere innalzato in via fossa, accanto alla collegiata una gru di altezza
considerevole, dava l’assalto al vecchio tetto, asportando coppi, tavelle,
correnti e travi. Molte di queste ultime erano in condizioni pietose,
particolarmente quelle sovrastanti la cupola, l’altar maggiore, l’altare di
Santa Teresa e il Battistero. A titolo di curiosità, su di una piastra di
gesso, fra il travame della Cappella di s. Croce, un graffito tracciato in
maniera rudimentale riportava la data 1694. Appena rimosso un settore del
vecchio tetto, le travi di cemento venivano a rimpiazzare quelle di legno e
così gli altri elementi, tanto che in due mesetti è stato rinnovato
completamente. Beccatelli di castano sagomati hanno dato allo sporto delle
grondaie un tono di austera solennità, sostituendo quelli vecchi di fattura
rudimentale. Anche i canali di gronda coi tubi di scarico sono stati messi nuovi,
allestiti dall’artigiano Attilio
Mercatelli. ….segue
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