giovedì 2 agosto 2012

50 ANNI FA 1962: INIZIAVANO I LAVORI NELLA COLLEGIATA DI SAN MICHELE ARCANGELO. 2 puntata


L’OPERA I PROMOTORI E GLI ARTEFICI –tratto dal Bollettino Parrocchiale-

non è facile analizzare, in maniera completa dall’inizio del mese  di aprile a tutto il settembre 1962. E’ giusto però tentare di farlo come testimonianza per le venienti generazioni, che avranno modo di apprezzare quanto sia stato grande l’impegno per rendere sempre più decorosa la casa del Signore. il primo lavoro affrontato, previo progetto degli architetti Fusi e Casprini, è stato quello della facciata. Un traliccio tubolare di proporzioni mai viste a Brisighella fu montato a ridosso della facciata e schermato di arelli da capo a fondo, in modo da dare l’illusione quasi di una nuova facciata. con questo ponteggio la Ditta Galassini potè dare inizio ai lavori di demolizione. Scomparvero così, sotto i colpi dei martelli, gli intonaci delle lesene e dei cornicioni ed anche i mattoni a vista dei diversi riquadri vennero rimossi. Furono le settimane della grande polvere, che misero a nudo lo scheletro della facciata. S’iniziò poi la sistemazione del tetto sovrastante il timpano, con una soletta di calcestruzzo di notevole spessore, sulla quale furono ricco locati i coppi. sostituta pure la croce dell’acroterio, con una nuova più tetragona alle correnti del vento. Dopodiché venne steso il nuovo intonaco che avrebbe fatto da contorno ai pannelli di mattoni a mano che il vecchio fornaciaio Samorè aveva preparato l’anno prima nel cantiere della fornace di S. Ruffillo. Lunga e paziente la messa in opera dei nuovi mattoni a vista,


dopo che un bagno di acido muriatico li aveva liberati dalle affluorescenze di salnitro. La malta cementizia usata di colore chiaro per modo che i pannelli avessero un tono più caldo. Dalle cave toscane arrivava un grosso carico di travertino, che veniva distribuito, in funzione unitaria, per formare i gocciolatoi degli enormi cornicioni e per proteggere i due sguanci laterali della parte superiore della facciata. Ma la maggior parte di questo materiale veniva impiegato in funzione ornamentale attorno ai cinque finestroni e alla porta principale, nonché  nella zoccolatura, che corre alla base di tutta la facciata.
Tinteggiate le parti intonacate in giallino chiaro, data a tutta la facciata una sostanza idropellente, a base di silicone, messi in opera gli infissi e le nuove inferriate, la facciata si è presentata ai brisighellesi in un vestito completamente nuovo, riscuotendo ampi consensi di massima seppur qualche dettaglio può essere stato oggetto di polemica. Prima però che la facciata fosse a compimento, l’impresa Galassini, dopo avere innalzato in via fossa, accanto alla collegiata una gru di altezza considerevole, dava l’assalto al vecchio tetto, asportando coppi, tavelle, correnti e travi. Molte di queste ultime erano in condizioni pietose, particolarmente quelle sovrastanti la cupola, l’altar maggiore, l’altare di Santa Teresa e il Battistero. A titolo di curiosità, su di una piastra di gesso, fra il travame della Cappella di s. Croce, un graffito tracciato in maniera rudimentale riportava la data 1694. Appena rimosso un settore del vecchio tetto, le travi di cemento venivano a rimpiazzare quelle di legno e così gli altri elementi, tanto che in due mesetti è stato rinnovato completamente. Beccatelli di castano sagomati hanno dato allo sporto delle grondaie un tono di austera solennità, sostituendo quelli vecchi di fattura rudimentale. Anche i canali di gronda coi tubi di scarico sono stati messi nuovi, allestiti dall’artigiano Attilio Mercatelli.  ….segue

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