20 ottobre 2012 - Sabato 20
mattina alle 10.30 alla libreria Garibaldi in via A. Paternostro 46, Eugenio
Melandri, già missionario Saveriano, Parlamentare europeo, fondatore di Chiama
l’Africa e delle campagne contro guerre ed armi sarà ospite del Mir di Palermo
(Movimento internazionale della Riconciliazione). Melandri nasce a Brisighella, in provincia di Ravenna, nel 1948.
Nel 1974 entra nei missionari saveriani. Frequenta l’Università di Trento dove
si laurea in sociologia. Nel 1980 diviene direttore della rivista Missione
Oggi. In quel periodo è esponente di punta del mondo pacifista. Partecipa in
prima linea alle manifestazioni contro l’installazione dei missili di Comiso,
lancia la campagna per il disarmo unilaterale a cui aderiscono personalità di
ogni posizione politica: da Carlo Cassola a P. David Maria Turoldo. Sono gli
anni dell’impegno pacifista e per la cooperazione internazionale. Nel 1989
accetta di candidarsi alle Elezioni Europee nelle liste di Democrazia
Proletaria. Fa proprio in quel periodo un motto di Pedro Casaldaliga, Vescovo
in Brasile: “Con Maria Dio si è fatto uomo in Gesù Cristo; Con Giuseppe Dio si
è fatto classe”. Durante il mandato parlamentare è Vicepresidente
dell’Assemblea paritaria UE – ACP che raduna i Rappresentanti del Parlamento
europeo con i paesi di Africa, Carabi e Pacifico. Effettua molte missioni in
Africa, Asia e America Latina: dal Salvador dove riconduce a casa un gruppo di
profughi che da diversi anni avevano dovuto abbandonare il paese, alla Mongolia
che, con un suo rapporto al Parlamento, diviene partner economico dell’Unione
Europea. È a Cuba dove incontra diverse volte i leaders politici locali per
preparare una risoluzione – approvata all’unanimità dal Parlamento – che apre
le relazioni economiche tra Europa e L’Avana. Si impegna per la causa di tutti
i popoli oppressi: dai Kurdistan al Sudafrica; da Timor est, al Nicaragua e
Haiti. Fonda, nel frattempo, l’Associazione “Senzaconfine”, per i diritti degli
immigrati e insieme con Dino Frisullo si spende perché i diritti non siano
riservati ai soli cittadini italiani. Nel
1992 è eletto al Parlamento Italiano con Rifondazione Comunista, ma si
dimette dall’incarico per non tenere due mandati parlamentari. Dopo la
parentesi parlamentare torna a lavorare nella società civile. E’ presidente
dell’associazione “Obiettori nonviolenti”. Con altri amici fonda “Chiama
l’Africa” di cui è tuttora coordinatore. Viene chiamato a dirigere la rivista
“Solidarietà internazionale” dalle cui pagine segue criticamente le
vicissitudini della cooperazione.
CENSURA PER
MELANDRI PRETE E DEMOPROLETARIO
CITTA' DEL VATICANO Padre Eugenio Melandri,
missionario della Congregazione dei Saveriani, ex direttore di Missione oggi,
eletto deputato europeo il 18 giugno per Democrazia proletaria, è stato sospeso
a divinis. Il provvedimento ecclesiastico, che propriamente si chiama censura,
era previsto. In esso possono incorrere i sacerdoti, diocesani o religiosi, che
assumono incarichi politici, trasgredendo una precisa norma del codice di
diritto canonico. Dice, infatti, il canone 285: E' fatto divieto ai chierici
(cioè ai sacerdoti, n.d.r.) di assumere uffici pubblici che comportano una
partecipazione all' esercizio del potere civile. Il sacerdote che incorre in
questa censura non può porre atti inerenti al suo potere sacerdotale, come per
esempio celebrare la messa, confessare, e nemmeno portare l' abito
ecclesiastico. La sospensione a divinis è stata comunicata a Melandri dal suo
superiore generale, Gabriele Ferrari. E' da notare, tuttavia, che il
provvedimento è stato preso nel momento in cui il missionario saveriano aveva
deciso di candidarsi alle elezioni europee. La lettera, firmata dal superiore,
è datata primo giugno 1989. Un comunicato, emesso ieri dalla Congregazione dei
Saveriani, dice infatti: Il superiore generale, con lettera in data primo
giugno 1989, dopo aver sentito il Consiglio direttivo, ha comunicato al
confratello padre Eugenio Melandri la sospensione a divinis e la privazione
della voce attiva e passiva all' interno dell' Istituto, per non aver obbedito
a quanto gli era stato formalmente ordinato in virtù di santa obbedienza nella
lettera del 4 maggio 1989. Nel loro comunicato i Saveriani riportano anche la
frase conclusiva della lettera inviata a Melandri. Spero, diceva il superiore,
che questa dolorosa misura ti faccia riflettere sulla gravità della tua
disobbedienza e ti aiuti a rivenire sui tuoi passi prima che io debba essere
costretto a prendere delle misure ancora più serie. Poiché Melandri non è
evidentemente rivenuto sui suoi passi, la minaccia del superiore potrebbe avere
un esito anche a breve tempo. Una misura che il superiore può prendere è l'
espulsione dalla congregazione missionaria. In questo caso, Melandri potrebbe
vedere se c' è qualche benevolus episcopus che voglia prenderselo nella sua
diocesi. Ma sarà difficile trovare un vescovo, per quanto benevolus, che voglia
portarsi in casa un sacerdote sospeso a divinis. Al missionario deputato non
resterebbe altro che essere ridotto allo stato laicale. Melandri, con la sua
rivista Missione oggi, era stato protagonista negli ultimi anni di dure
campagne contro il traffico delle armi che prendono la via dei paesi del Terzo
mondo. A causa di queste polemiche, la primavera scorsa, era stato rimosso dal
suo incarico di direttore del mensile. Il missionario, allora, aveva deciso di
candidarsi alle elezioni europee per poter continuare le sue battaglie.
Melandri è il terzo sacerdote italiano sospeso a divinis per motivi elettorali.
Lo hanno preceduto Gianni Baget Bozzo, deputato europeo nelle liste del Psi, e
Olindo Del Donno, deputato missino alla Camera. Lo stesso provvedimento hanno
subìto i sacerdoti che hanno incarichi di ministri nel governo sandinista del
Nicaragua. C' è, invece, un' eccezione, e si trova in Pakistan. Il prete
cattolico Julius Ruffin, 42 anni, nel novembre scorso è stato eletto al
Parlamento pakistano a un seggio riservato ai cristiani, con il sostegno del
maggioritario Partito pakistano del popolo. Nel marzo di quest' anno, il primo
ministro, signora Benazir Bhutto, lo ha nominato ministro per le minoranze.
Deputato e ministro, Ruffin non è stato raggiunto però da alcun provvedimento
ecclesiastico. Anzi, c' è chi esalta la sua elezione come un successo della
minoranza cristiana in un paese dove il 90 per cento della popolazione
appartiene all' Islam. Un prete nel Parlamento di Allah, ha titolato la rivista
ciellina Trenta giorni, riportando un' intervista al sacerdote ministro. Ho
partecipato alla competizione elettorale, dice Ruffin, dopo aver convinto il
mio vescovo che il canone 285 del codice di diritto canonico permette al clero
di prendere parte al progresso della comunità... Questa è la mia prima carica
politica e ho dovuto combattere contro il principio cristiano di non mescolare
cariche politiche e religiose. Ma ho avuto successo nel convincere la Chiesa
che la mia partecipazione attiva nella politica era anche motivata dalla
predicazione di Gesù, quando insegna che dobbiamo alzare la nostra voce e
combattere contro la tirannia e l' ingiustizia quando sono contro il popolo. Ed
è solo per tale ragione che mi sono incamminato nella politica attiva. Sono più
o meno le cose che dice padre Melandri. Ma si sa: un conto è far valere i
cristiani tra i musulmani; un conto è tentare di fermare i trafficanti d' armi.
di DOMENICO DEL RIO 25
agosto 1989
Buono a sapersi, Brisighella ha di tutto e di più
RispondiEliminaAlfonso