domenica 11 dicembre 2016

I SIMBOLI DEI TAROCCHI ALLA LUCE DELL' IMMAGINARIO RINASCIMENTALE


 Fra scala mistica cristiana, culto degli antichi dei, filosofia neoplatonica e condizioni umane Relatore: Prof. Andrea Vitali storico del simbolismo, iconologo Durante tutto il Rinascimento le “Immagini degli Dei Antichi” suscitarono nell’osservatore il ricordo dei miti classici ai quali veniva attribuito un grande valore etico e morale. In quell’epoca nacque il gioco dei Tarocchi: una delle più straordinarie realizzazioni dell’Umanesimo italiano. Esso riuniva i più augusti rappresentanti del pantheon greco affiancati dalle virtù cristiane, da immagini allegoriche di condizioni umane e dai simboli dei più importanti oggetti celesti. I tarocchi erano un grande gioco di memoria che racchiudeva le meraviglie del mondo visibile e invisibile e forniva ai giocatori istruzioni di ordine tanto fisico, quanto morale e mistico. Infatti, la serie delle virtù (Forza, Prudenza, Giustizia e Temperanza) ricordava loro importanti precetti etici; la serie delle condizioni umane (Imperatore, Imperatrice, Papa, Matto e Giocoliere) rammentava la gerarchia alla quale era soggetto l’uomo; quella dei pianeti (Stelle, Luna, Sole) alludeva invece alle forze celesti che assoggettavano gli uomini, sopra le quali era concepito l’Universo retto da Dio. I Tarocchi fra Accademismo e Immaginario Popolare. Se l’immaginario collettivo odierno considera i tarocchi semplicemente come carte da utilizzarsi per la divinazione, essi in realtà vengono considerati dagli ambienti accademici una delle più straordinarie realizzazioni del pensiero umanistico italiano, da sempre oggetto di tesi universitarie incentrate sui molteplici aspetti che questo sistema simbolico esprime in campo filosofico, religioso, antropologico, psicologico, artistico e letterario. Il grande pubblico rimarrebbe ancor più stupito se si venisse a conoscenza che i tarocchi furono ideati per trasmettere attraverso il gioco i più importanti precetti etici del pensiero cristiano. Da ricordare che Giovanni Paolo II venne fotografato anni fa alla propria scrivania sopra la quale appaiono ben visibili i due volumi delle Meditazioni sui Tarocchi: un viaggio nell’ermetismo cristiano, opera di un anonimo che si avvale della prefazione del celebre teologo Hans Urs Von Balthasar. Giovanni Paolo II 

alla sua scrivania con i volumi delle Meditazioni sui Tarocchi Foto tratta da 'Il Foglio' del 7 maggio 2011   Anche per quanto riguarda l’aspetto divinatorio si è giunti ad una valutazione più che possibilista. A dirlo non sono semplici cartomanti ma autorevoli accademici junghiani come ad esempio il Dott. Claudio Widmann, autore del poderoso volume Gli Arcani della Vita. Una lettura psicologica dei tarocchi (Ed. MaGi). Fu infatti lo stesso Jung a porre le basi su questa possibilità in diversi sue scritti fra cui primeggiano le seguenti sue affermazioni: “Il futuro è preparato nell’inconscio già molto tempo prima e perciò può essere indovinato dai chiaroveggenti”. Da: Erinnerungen, Träume, Gedanken von C.G. Jung (Ricordi, Sogni e riflessioni), in collaborazione con Aniela Jaffé, Walter Verlag Zürich und



Düsseldorf, 1961.   "Queste [le carte dei tarocchi] sono una sorta di idee archetipiche, di natura differenziata. I Tarocchi in sé esprimono il tentativo di rappresentare i componenti ordinari del flusso dell’inconscio, e perciò sono adatte ad un metodo intuitivo che ha lo scopo di comprendere il flusso della vita, forse anche predire eventi futuri, eventi che si presentano in ogni caso alla lettura delle condizioni del momento presente". Da: Vision: Notes of the Seminar given in 1930-1934 by C.G. Jung (Visioni: note del seminario tenuto nel 1930-34 da C.G. Jung) a cura di Claire Douglas, in due volumi, Bollingen Series XCIX, Princeton University Press, Princeton, New Jersey, 1997.  Sede Istituto Emiliani delle Suore Domenicane del S.S. Sacramento Via Emiliani 54 Fognano (Ra)  Associazione Le Tarot 335.5619171 / info@letarot.it
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