giovedì 9 febbraio 2017

RICORDO DI NERIO RACCAGNI

Giorgio Melandri ·Questa notte ci ha lasciato Nerio Raccagni, un pezzo di storia della Romagna, per me anche un protagonista della mia scoperta del vino. Alla Grotta di Brisighella sono arrivati da tutta Italia, tutti a meravigliarsi di quel modello di ristorazione così nuovo e coraggioso, pieno di vita e personalità. A lui Brisighella deve molto, l'idea che anche in un paese arrampicato in Appennino si possa pensare in grande. Ha accompagnato l'olio fino a vette qualitative impensabili, il carciofo Moretto, i vini di Castelluccio. Un uomo tutto spigoli e sogni, per me il complice di tante sere speciali. Addio caro Nerio, ci mancherai.

IL SUO MONITO AI GIOVANI: “SIATE SEMPRE CURIOSI”

Francesco Donati - Con Nerio Raccagni scompare un pezzo di storia del vino e della ristorazione. Animato da una vena critica e provocatoria, ma lungimirante, le sue dichiarazioni erano perle di saggezza con cui formare le nuove generazioni, «I ristoranti sono aumentati di qualità ma manca qualcosa -disse qualche tempo- manca la voglia| di scoprire, di cercare, per creare ricette, abbinamenti, proposte con ciò che si ha in casa, ma anche usando spunti, idee e materia prima individuata in giro. La gastronomia a km 0 va un po' troppo di moda, si rischia di essere limitati. Bisogna viaggiare, noi da giovani lo facevamo, c'era la curiosità. Io sfido oggi a trovare un ristoratore curioso che si dedichi alla ricerca. Bisogna conoscere chi produce, sapere come si coltiva, dove, perchè. Così racconti la storia di un piatto, come nasce, cosa c'è dietro per esperienza diretta. Cosi crei contatto e fiducia con i consumatori. Così non cadi nella superficialità».

LA FIGURA: LA PASSIONE PER IL VINO ACCANTO AI PRODOTTI DEL TERRITORIO

Beppe Sangiorgi - LA FIGURA di Nerio Raccagni è legata alla stagione d'oro della ristorazione brisighellese. Agli ultimi decenni del '900 quando, lui con la Grotta e il fratello Tarcisio con il Gigiolé proponevano una cucina che si rifaceva alla tradizione locale ingentilita su tavole come quella del cardinale Michele Lega presso il quale la mamma Maddalena aveva lavorato da giovane trasmettendo poi il suo sapere ai figli. I quali, Tarcisio in cucina e Nerio in sala, l'hanno fatto proprio insieme alla valorizzazione dei prodotti di eccellenza brisighellesi con cui hanno contribuito a portare il nome di Brisighella oltre i confini locali e fare conoscere i prodotti della valle del Lamone. Come gli oli extravergini di oliva Brisighella, Nobil Drupa e Orfanello, il formaggio conciato e il prosciutto di castrato. Conoscenza dei migliori prodotti, sapere gastronomico e una spiccata cordialità facendo di Nerio Raccagni il tipico patron di un locale che si identificava con colui che li governava, che accoglieva gli ospiti, che sapeva raccontare un piatto e i suoi ingredienti, sorprendendo con innovazioni che non tradivano il territorio e la sua storia. E lo stesso si può dire quando lasciata la Grotta, aveva aperto il relais Torre Pratesi. E da esperto sommelier nell’una e nell'altra situazione sapeva sempre consigliare il vino giusto con una preferenza per la produzione romagnola Come confessava qualche anno fa: “Oggi mi piacerebbe fare ancora il ristoratore per predisporre una bella e scelta carta di vini romagnoli che si fanno apprezzare per la buona qualità e una notevole differenziazione”. I vino come gli altri prodotti agroalimentari non erano per Nerio solo una fonte di piacere ma anche uno strumento di valorizzazione del territorio e di incentivazione  del turismo a testimoniare il forte legame con la sua terra che lo ha accompagnato lungo la sua vita.


1 commento:

  1. Grande Nerio, sono venuto alla Grotta più volte (da Napoli) negli anni ottanta per mangiare divinamente, ma più che altro per capire cosa c'era in quei piatti oltre il cibo: passione, competenza, estro, cultura. ARTE

    RispondiElimina