lunedì 11 giugno 2012

BRISIGHELLA MUSEO UGONIA: IL “GUERCINO” E’ FINITO IN CANTINA!


BRAVI AMMINISTRATORI!! TUTTA L’ESPOSIZIONE DEL SECONDO PIANO E’ STATA ELIMINATA.

Il Museo Civico Giuseppe Ugonia è strutturato su due piani espositivi. Al primo piano sono esposte le litografie ed alcuni acquerelli dell'artista. E' stato anche ricostruito il suo studio, che conserva il torchio, alcune pietre litografiche, il banco ed i suoi colori e strumenti. A fianco di queste sale, un piccolo Gabinetto di stampe ed incisioni raccoglie le opere dei due fondi principali che compongono la parte più consistente del patrimonio del Museo (accessibile alla consultazione degli studiosi solo su richiesta). Al secondo piano il Museo ospita opere provenienti dal territorio comunale, opere che costituiscono un piccolo ma significativo nucleo di una ricca e fiorente produzione artistica, riferita soprattutto ai secoli XV e XVI.  Nella sala a destra è possibile ammirare alcune tavole lignee tra le quali una di Giovan Battista Bertucci il Giovane (1539 - 1614), datata 1585, raffigurante l'Orazione nell'orto e proveniente dalla Chiesa di Santa Croce. Seguendo un percorso cronologico si incontra una grande pala d'altare di Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino (1591 - 1666), datata 1618, raffigurante San Francesco di Assisi e San Ludovico di Francia in adorazione, che fu commissionata dalla famiglia Naldi per la loro cappella nella Chiesa di San Francesco di Brisighella. Una rara campana del XIV secolo ed alcune opere di Tommaso Missiroli detto il Villano (1635-1699), un piccolo bozzetto di Antonio Fanzaresi (1700-1772), già della Chiesa di San Bernardo, fondata dall'ordine dei Cistercensi nel XVII secolo, completano il percorso di questa grande sala.  A sinistra sono collocate ceramiche dal XIV al XIX secolo, di produzione faentina, un'importante cartapesta raffigurante Madonna con Bambino; seguono una rara raccolta di argenti ed arredi sacri. Completano questa prima parte espositiva del Museo oggetti vari e stampe databili fino al XX secolo.

Nessun commento:

Posta un commento