giovedì 5 maggio 2016

FOTOGRAFO E SAFER DI BRISIGHELLA: BELLUZZI

1925 foto Belluzzi - Vecchietta sulla strada provinciale della Castellina, si chiama Carola e ha 92 anni

Quante volte ci avevo pensato al caroArmando Belluzzi che,-graazie ' a Francesco Francesconi , conosciuto più di 40 anni fa. E’ morto  da tempo. Èra un uomo'franco, di una simpatia unica, sempre pronto ad attaccar discorso con tutti. Bolognese di nascita, Belluzzi, dopo il 1919 era vissuto a Brisighella, autista e fotografo, conosciutissimo. Ebbene, dopo che Elisa, la figlia di Belluzzi, ha regalato ai Fotoamatori di Brisighella tutto il materiale fotografico del babbo, essi hanno fatto una mostra delle sue fotografie, chiusa il 25 scorso. Francesco mi ha portato domenica a vedere quelle foto: eccezionali. Sono un pezzo - ritrovato - di storia brisighellese. Tornando a Faenza, con Francesco abbiamo ricordato il nostro impagabile Armando. E i suoi fatti? Ve ne voglio raccontare uno. Dunque, siamo a Bologna nel 1912, il nostro Belluzzi, quindicenne, fa il garzone nei garage "Touring". Un bei giorno viene li il sig. Sarti. Uno della celebre famiglia che produce il famoso "Bianco Sarti". Lui? Vin giovanotto che ha giusto quattro anni in più di Belluzzi. Dice al padrone del garage: "Va là, dammi un aiuto: a casa ci ho la macchina con una gomma a terra". Il padrone gli manda Belluzzi. Quand'è nel garage di Sarti, ciò, per Belluzzi i lavori da fare sono due' State poi da sentire. L'automobile di Sarti era una "Florence" a 2 posti, ma che potevano, all'occasione, diventare 4. Come? Semplice. Allora esisteva, come dire, un altro pezzo di macchina, con 2 seggiolinit che si chiaamava-^bachì" - che si poteva attaccare al telaio della macchina, fissandolo con alcuni bulloni. Quindi Sarti ad Armando gli fa accomodare la gomma sgonfìa, ma gli fa anche attaccare il bachi coi bulloni. Non solo. Sarti fa montar su Armando Belluzzi. si fermano da una modista, caricano due ragazze nei due posti aggiunti: le due portano dei cappellini grandissimi. Sarti è uno brillante, ha un mucchio di soldi. I quattro vanno a Sasso ^ oggi si chiama "Sasso Marconi" - si fermano in un ristorante, mangiano, bevono, paga tutto Sarti, e rimontano sulla "Florence" per tornare a Bologna. A Casalecchio, la Porrettana fa una gran curva e lì ci sono dei vigliacchi di binari della ferrovia che, passandoci sopra con le macchine, si fanno dei gran salti. Vi ricordate, vero, prima che facessero il sottopassaggio, quanti moccoli abbiamo detto quando passavamo sui binali, subito di là da Russi? E quante balestre si sono abagatàte? Bene. A Casalecchio



era lo stesso. A dir la verità, quando passano sui binari, Armando sente un gran cric - crac, ma i due non ci badano e, poco dopo, di fronte a un bar, Sarti gli fa: "Domanda alle signorine se vogliono prendere qualcosa da bere". Armando si volta: non ci sono più le due signorine e non c'è più il bachi. Niente". "Non lo credi, Giuliano? - mi disse Belluzzi quando me lo raccontò - ma allora la macchina era scoperta, non c'era il parabrise, il motore faceva del rumore, noi guardavamo avanti... insomma, le due non c'erano più!"
Restano lì, fermi, spaventati. "Ci vai tu a vedere?" "No, io non ci vado, vacci tu!". Passa un bambino in bicicletta, Armando gli fa: "Per piacere, va a vedere se di là dai binari ci sono due signorine sulla strada e poi ce lo vieni a dire". Il bambino va. Torna: "Sono là che piangono, sanguinano anche dalla testa!". Torniamo indietro subito. Erano là, da un canto, tutte piangenti, non solo per le ferite, ma anche perché i cappellini si erano rovinati, perche i cappellini allora, data la grandezza, erano tenuti rigidi col fil di ferro. E adesso i due grandi, elegantissimi cappellini (che poi erano veramente dei cappelloni) si erano tutti  spatagnati!  Sarti cerca di consolare le due ragazze: Non pensate a niente voialtre! Ci  penso io a tutto, ci penso io!".  Le caricano di nuovo nei due posti Armando, intanto è stato buono di riattaccare il bachi che si era svitato - tornano a Bologna e portano le due  all infermeria deII'OspedaIe Maggiore. E lì Sarti si fa avanti: "Curatele queste ragazze, mi raccomando, pago tutto io'. Le ferite non erano gran che e Sarti alle due ragazze gli da anche i soldi per potersi ricomprare due cappellini  nuovi. Ma l'Ospedale, naturalmente,  aveva fatto denuncia ai carabinieri delle due ragazze ferite e curate, e di com'era successo il fattaccio. Il giorno dopo? Sarti e Belluzzi ebbero le budelle in un sacco. Come dire: gli pipava il sedere. Perché? Ma, dopo la denuncia dell'ospedale, di sicuro tutto il fatto sarebbe stato pubblicato sul Carlino. E difatti capitò proprio cosi. Mo Sarti e Belluzzi tirarono un bei respirane. Perché? Perché il "Carlino" raccontò sì, il fatto, ci mise che si trattava di due giovanotti e di due ragazze, ma non ci aveva messo i nomi. "Ohi, quella volta ce la cavammo proprio per un buco! Pensa se mi mettevano il mio nome sul giornale! Io, che ero sempre sotto la prima, quante botte che avrei preso in casa, tra mio babbo e mia sorella maggiore'" mi disse Belluzzi.Giuliano Bettolli dal Piccolo




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