lunedì 24 settembre 2012

I MARINAI DI GALLARATE CHE CUSTODISCONO IL RICORDO DI PADRE IGINO LEGA


Igino Lega era un gesuita, cappellano di Marina a Lero: dopo aver resistito ai tedeschi dopo l'8 settembre fu deportato in Germania, schiavo del Reich nelle miniere insieme ai suoi marinai. Oggi la sua figura "ispira" un concorso letterario
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Quando tornò dalla prigionia, era un uomo alto ma provato. Ridotto a 46 chili, da novanta che ne pesava. Non molti forse conoscono davvero la figura di Padre Igino Lega, che - nato in Romagna, a Brisighella - a Gallarate è ricordato più che altro per la via che porta il suo nome, a Ronchi, e per le scuole omonime. A Gallarate il gesuita Padre Lega visse diversi anni, dopo la seconda  Guerra Mondiale: durante il conflitto era stato cappellano militare di Marina, assegnato all'isola di Lero, la maggiore dell'arcipelago del Dodecanneso che - nel mezzo dell'Egeo greco - apparteneva all'Italia dal 1912, dai tempi della guerra italo-turca. Dopo l'8 settembre, l'isola fu assediata e bombardata dai tedeschi per cinquanta giorni

«Much worse than Malta», dicevano gli ufficiali inglesi, che combattevano lì con gli italiani, ma che dall'Italia nemica erano stati bombardati a Malta fino  a pochi mesi prima. Quando i tedeschi conquistarono l'isola uccisero molti dei resistenti e consegnarono il comandante a Mussolini e alla Repubblica Sociale (l'ammiraglio Mascherpa fu poi fucilato dai fascisti, colpevole di obbedienza al legittimo governo italiano). Migliaia di altri marinai partirono per la prigionia e tra loro c'era anche Padre Lega. Atene, poi Belgrado, poi il campo di prigionia e il lavoro da schiavi nelle miniere di Westfalia. Un uomo alto - dicevamo - ridotto a 46 chili. Da quei giorni del 1943-45, il ricordo di Padre Lega è rimasto nel cuore dei Marinai, in particolare dei marinai di Gallarate


Che sono ancora un discreto gruppetto (pochissimi i veterani della Seconda Guerra Mondiale) e hanno una loro piccola sede ricca di cimeli, nel quartiere Crenna, che - ironia e curiosità - è anche l'unico vero quartiere collinare di Gallarate, il più distante dal mare. «Era un uomo straordinario e di grande valore, divenne poi cappellano dell'industria Maino e fino all'ultimo si è dato da fare per chi aveva bisogno» dice Francesco Totaro, il maresciallo in pensione presidente dell'ANMI Gallarate. Padre Lega morì per le ferite riporatate in un incidente stradale, mentre andava a Varese a cercare una casa per un operaio. Alla figura di Padre Lega i marinai gallaratesi hanno dedicato un concorso letterario: o meglio, la figura di Padre Lega è al centro del concorso di narrativa, mentre quello di poesia è a tema libero. Il concorso - invece - è dedicato a Luciano Introini. Sabato 22 settembre, alle 15, ci sarà la premiazione, all'Aloisianum, dove ancor oggi due lapidi ricordano Padre Igino Lega, cappellano di Marina di Lero. 21/09/2012 Roberto Morandi


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