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Caffè Aurora in piazza
Carducci
Caffè Aurora interno
Nessuno ignora che i locali adibiti a servizio
caffè si prestarono e sempre e più degli
altri pubblici ridotti alla discussione di ogni avvenimento avvenuto o
presupposto in materia economica o
politica, religiosa o industriale,facendovi spesso capolino l’insinuazione e la
maldicenza.
Uno dei locali che per lungo tempo godè maggiore
rinomanza fu quello detto “Dei Bracchini”, gestito dai fratelli Antonio
Domenico e giacomo Piancastelli al piano terreno d’ingresso al Palazzo Municipale , donde fu
poi trasferito nel Palazzo Cattani in piazzetta all’angolo con la via delle
Suore.
Questo esercizio era più specialmente frequentato
da impiegati e negozianti di maggior nome e vi si lesse in un primo tempo la
Gazzetta dell’Emilia unico giornale che
entrasse in paese dal 1850 al 1875, sulla quale i clienti intessevano le
conclusioni più disperate e strane.
comunque si avverassero o stessero per concretizzarsi gli avvenimenti
all’orizzonte dell’Italia o di altri continenti, si trovano le sorti or tristi or liete che i popoli dovessero
attendersi.
Al caffè Piancastelli seguiva al concorso del
cliente il “Caffè dell’Aurora”, nella detta piazzetta con l’ingresso in via a
Firenze, ove convenivano gli artigiani e borghesi attrati dal gioco del
biliardo che nel precedente locale fu attivato soltanto nel 1878.
Prima di essere trasformato nello stato
attuale il “Caffè dell’Aurora”,
all’angolo della via delle Suore ora Via Baccarini e a Via a Firenze ora via
Roma, si componeva di due ambienti, nel primo dei quali ordinariamente prendeva
posto l’artigianato mattiniero e nel secondo le donnicciole che davano di buona
ora la stura ai consueti pettegolezzi prima di ascoltare la messa nel duomo
non vicino.
Nel 1880 il locale fu ridotto ad un’unica sala col
mezzo di un arco a tutto sesto lavorato dal capomastro Domenico Roversi. La
necessità del nuovo adattamento si riconobbe nell’occasione dei lavori
ferroviari pei quali affluì nel paese un
folto stuolo di impresari e impiegati.
Primo conduttore del nuovo esercizio fu Pistocchi
Bartolomeo (1817-1868) che si vide incoraggiato
da una clientela non mai interrotta
né attenuata. morto il Pistocchi nel 1868 il caffè fu assunto da Candido
Piancastelli sotto la cui direzione prese l’aspetto di un decoroso ritrovo
cittadino.
Dicembre 2010 Cicognani Olga. Archivio storico
Parrocchiale S. Michele Arcangelo
Brisighella. Amedeo Malpezzi. Notizie varie cittadini Brisighella. vol.VIII
AGGIORNAMENTO 26 Settembre
2012-09-27 tratto dal I Quadri della fondazione
“Le Botteghe di Brisighella”
Agli inizi del ‘900 il gestore era Egisto
Piancastelli, figlio della signora Utili, sorella della mamma dei fratelli
Pasini. Successivamente passa a Lodovico
Galanzi e ai suoi figli Dirce, che gestiva il bar, e Leone titolare di una
assicurazione prima di trasferirsi a Genova. Il caffè è poi condotto da Aldo
miniati e da Guerriero Cenni dalla mamma
e dal fratello. Attualmente è gestito da Claudio e Rossana Farolfi Andrea Rava.
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