mercoledì 30 novembre 2016

PREVENZIONE E STILI DI VITA SANI: BRISIGHELLA DICHIARA GUERRA ALLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI

Grazie al "brisigame" accedendo al sito www.atuttocuore.it si ottiene la cittadinanza onoraria, si gioca e si impara


La cittadina collinare è al centro di un progetto educazionale e di uno studio osservazionale che insegna a prevenire e combattere i problemi di salute legati al cuore
Se hai a cuore il tuo cuore vai a vivere a Brisighella. Per farlo basta un clic, seguire semplici consigli di viver sano e diventare un brisighellese doc. Si chiama www.atuttocuore.it il progetto educazionale di MSD Italia che permette a tutti di poter godere dei benefici che vengono dal "Brisighella HEART Study", lo studio osservazionale che, per continuità e significatività, è uno dei più longevi ed evoluti casi mai esistiti al mondo di monitoraggio longitudinale di una popolazione.
Dal 1972 a Brisighella, l'Università degli Studi di Bologna affianca la popolazione e, grazie alla collaborazione dell'amministrazione locale, dei medici di famiglia e della cittadinanza, ha potuto dichiarare guerra alle malattie cardiovascolari, con straordinari risultati, tanto da diventare un modello d'esempio in tutto il mondo. Oggi, grazie al Progetto Educazionale Brisighella Project di MSD il piccolo paesino nel cuore dell'Emilia Romagna apre le sue porte, entra nei pc con il sito www.atuttocuore.it e condivide i suoi segreti per avere un cuore più sano. Il vero segreto di Brisighella, però, è nel sorriso: se c'è una lezione che questo studio scientifico ha insegnato è che si può avere un cuore sano con piccoli accorgimenti nello stile di vita senza subire regole e divieti. Se prendersi cura del cuore è un gioco da ragazzi per i brisighellesi, oggi lo è per tutti: su www.atuttocuore.it, infatti, grazie al "brisigame" si ottiene la cittadinanza onoraria, si gioca e, alla fine, si impara.

"Le parole chiave del progetto Brisighella sono due: comunità e longevità. Perché in questo progetto - chiarisce Davide Missiroli, sindaco di Brisighella - non ci si è limitati ad un rapporto uno ad uno tra medico e paziente ma si è mossa tutta la comunità e mai come in questo caso possiamo dire che lo slogan ‘l’unione fa la forza’ si sia dimostrato vincente. Un sindaco indossa la fascia tricolore e non un camice. Il progetto Brisighella ha dimostrato che una comunità coesa può innovare e guardare con fiducia al suo futuro se crede in una politica di prevenzione e si indirizza verso stili di vita attivi".



«Iniziato nel 1972 il progetto Brisighella Heart Study è quanto mai attuale - dice Claudio Borghi, professore di medicina interna dell'Università di Bologna e responsabile del "Brisighella HEART Study"- perché non abbiamo ancora risolto nel mondo il problema delle malattie cardiovascolari come prima causa di morte. Quindi, l'interesse per queste malattie non è ancora scemato, anzi. La lezione che viene dallo studio scientifico condotto a Brisighella è semplice: grazie alla collaborazione tra le Istituzioni, una municipalità illuminata, una popolazione bene informata e, quando serve, una mano dalle terapie il livello di rischio cardiovascolare e conseguente mortalità si può ridurre. Da Brisighella abbiamo imparato che il modello medicalizzato dell'imposizione, del divieto e della paura non serve. Molto più efficace quello del dialogo e dell'educazione. Oggi grazie al progetto educazionale di MSD che prende il via dallo studio osservazionale Brisighella, tutti possono far parte di questa iniziativa. Basta andare sul sito www.atuttocuore.it, giocare ad essere un brisighellese, far tesoro dei consigli e poi applicarli nel proprio ambito quotidiano".

STORIA DEL BRISIGHELLA HEART STUDY
Lo studio di Brisighella inizia nel 1972 quando l’epidemiologia delle malattie cardiovascolari era ai primi passi. In realtà, alcune esperienze storiche in campo cardiovascolare erano già incominciate: per esempio, lo studio di Framingham. La peculiarità dello studio di Brisighella fu quella di incentrare la ricerca, oltre che sul ruolo della ipertensione, su alcune caratteristiche del profilo lipidico e sullo stile di vita della popolazione. Il professor Descovich ebbe quindi l’idea, sicuramente pionieristica, di dar vita ad uno studio epidemiologico, tutto italiano che verificasse la correlazione tra i fattori lipidici, ipertensione arteriosa, parametri antropometrici e abitudini di vita (alimentazione e attività fisica) e le malattie cardiovascolari. Lo studio fu progettato sin dall’inizio come un'osservazione a lungo termine e basata su controlli nel tempo dei soggetti partecipanti e con il monitoraggio della morbidità e mortalità della popolazione.
La scelta cadde sul Comune di Brisighella, perché la popolazione risultava omogenea, si erano conservate intatte le tradizioni alimentari locali ed erano, allora, pressoché assenti i fenomeni d’immigrazione. Tra i determinanti la malattia aterosclerotica si riteneva allora avere una grande importanza lo stress. Ne era derivata la necessità di verificare l’impatto di situazioni stressanti croniche sui delicati meccanismi omeostatici. Pertanto si decise di prendere in considerazione il fenomeno del "pendolarismo" molto diffuso a Brisighella, quale causa di stress cronico. Tutto questo si rese possibile grazie ad una stretta collaborazione, sino ad allora mai sperimentata, con l’amministrazione pubblica del Comune di Brisighella. L’intervento si articolò, principalmente su modifiche dello stile di vita della popolazione, promuovendo sia un’alimentazione più “sana” sia l’aumento dell’attività fisica nei soggetti sedentari.

Lo studio si è articolato in due fasi principali: la prima dal 1972 al 1984 di tipo prettamente osservazionale, con rilevamenti quadriennali di tipo nutrizionale, antropometrico, biochimico e stile di vita. Dopo il quarto rilevamento del 1984, con le conoscenze maturate sul campione di popolazione nell’arco di 12 anni si era assistito ad un progressivo aumento di alcuni parametri: colesterolo totale, trigliceridi, BMI, pressione arteriosa. Si sentì, perciò, la necessità di attuare un intervento preventivo nei confronti dei fattori di rischio per cardiopatia ischemica su tutta la popolazione attraverso tre strategie: si mise in atto un progetto di educazione alimentare della popolazione; si intervenne sui bambini in età scolare per educare di riflesso le famiglie; si intervenne farmacologicamente sulla popolazione “ad alto rischio” (The Brisighella Heart Study) prima con le terapie allora a disposizione poi con le statine. Ma il Progetto Brisighella è in continua evoluzione. Nel 2008 è iniziata la raccolta del DNA nella popolazione e promossa la creazione di una biobanca che ad oggi risulta costituita da più di 2000 campioni.

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