Santa
Maria in Undecimo – km 83: A circa
due chilometri prima di giungere a Fognano, ai piedi di una verde collina
coperta di olivi, sulla destra del fiume Lamone, andando verso Brisighella,
sorge la chiesa detta “Santa Maria in Undecimo del Poggiale”. La località
rivela antica origine romana, lo testimonia il suo nome. Infatti nei pressi si
trovava l’undecimo miglio della strada romana che nascendo da “Faentia”
percorreva la valle del Lamone. Fonti storiche sostengono che la parrocchia di
Santa Maria in Undecimo sembra essere sorta nell’XI secolo, quando, per
l’aumento della popolazione, si erigevano nella zona altre chiese (spesso
“cappelle”) con funzione di succursale della “Chiesa Madre” di Pieve del Tho. Il
primo documento in cui viene ricordata questo edificio sacro risale all’anno
1205 e in seguito apparirà presente in molti altri documenti. Agli inizi del
XIII° secolo si aggiunge anche il soprannome italianizzato “Poggiale” dal
latino “podium” (poggio). Nel censimento del Cardinale Anglico (1371) troviamo
notizie sulla chiesa e su questa località, citata con trenta fuochi (circa
duecento abitanti). Nella visita di Marchesini (1573) questo edificio sacro viene
elogiato come uno dei più decorosi esistenti della diocesi faentina. Nell’anno
1848 venne riedificata l’attuale chiesa dal parroco don Amedeo Bosi; anche con
il contributo di una nobile e ricca famiglia del luogo, quella dei marchesi
Cattani. I Cattani, poi Ginanni – Fantuzzi avevano la loro proprietà terriera
qui localizzata. Essi acquisteranno alla fine del ‘700 ed inizio ‘800 la casa
degli Spada a Brisighella. L’ultima erede Spada andrà sposa a Forlì al marchese
Paolucci De Calboli, abbandonando Brisighella e la culla dei suoi avi.
L’attuale chiesa conserva un discreto numero di opere d’arte. Nel presbiterio
sono presenti affreschi del pittore Lodovico Carroli, brisighellese
(1882-1942). La località “Poggiale” è tuttora popolata e, oltre al già citato
fenomeno del pendolarismo quotidiano di lavoratori verso la pianura di Faenza,
conserva un discreto numero di persone legate tuttora al mondo agricolo.
Nei
pressi della chiesa di Santa Maria in Undecimo, quasi nascosta nel verde, in un
piccolo promontorio, si staglia la Villa Ragazzini, detta
comunemente “Villa Corte” che appartenne a questa ricca famiglia, la cui ultima
discendente, la Signorina Lucia (1861-1939) donò con generoso gesto il suo
consistente patrimonio terriero e la sua casa signorile, alla Congregazione di
Carità di Brisighella. La villa, forse costruzione ottocentesca, fino a pochi
anni fa, conservava anche un arredo di interessante valore artigianale locale e
suppellettili, opere d’arte anteriori. Oggi è adibita a ristorante; di recente
gli ambienti sono stati riportati al loro primitivi splendore. E’ quindi
possibile oggi rivedere ambienti di un certo valore ritornati a risplendere. Piero Malpezzi
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