Per 12 anni, tra il 1945 e il 1957,
San Marino fu l’avamposto del comunismo in Occidente. Mentre in Italia
trionfava la Dc, sul Titano i social-comunisti continuavano a vincere tutte le
elezioni, ininterrottamente fino al 1955. La più antica Repubblica del mondo
diventò così uno dei simboli della Guerra Fredda. Per abbattere il “regime”
sammarinese si mobilitarono il governo italiano, la polizia di Scelba, perfino
gli Stati Uniti d’America e la Cia. Per difenderlo, scesero in campo Piero
Calamandrei, Pietro Nenni, Palmiro Togliatti, i vertici del Pcus, perfino Ho
Chi Minh. L’apice fu toccato nell’autunno 1957, quando grazie alla corruzione
di un consigliere indipendente comunista si riuscì a insediare a Rovereta,
località al confine tra Italia e San Marino, un nuovo governo provvisorio
democristiano. Passò alla storia, scrive Sergio
Zavoli nella prefazione al libro, “come il più fantasma dei
governi fantoccio”. Ne ha ricostruito le vicende il
giornalista e scrittore brisighellese
Claudio Visani, una vita a “l'Unità” e dintorni, nel libro Gli
intrighi di una Repubblica. San Marino e Romagna, ottant'anni di storia raccontata dai
protagonisti (Pendragon, 2012) in presenza di un ospite d’onore
qual è Sergio Zavoli, nato a Ravenna nel 1923
attualmente senatore PD più anziano eletto. L'appuntamento si è svolto
alle presso la nuova sede della
Biblioteca in Viale Pascoli, 1 nel complesso dell'Asilo Cicognani. Il libraio
Renzo Bertaccini ha condotto il dialogo
con l'autore: Claudio Visani. A fine serata proiezione del suo documentario
"il Monte" su San Marino e la guerra in Romagna. Presentazione
corredata da
foto di Walter Breviglieri tratte da "1957, Rovereta". Fra il 1945 e
il 195 ,
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