La sede della fondazione Cassa
A pesare le nuove tasse
del Governo Renzi. Nel 2011 la Cassa
e la Del Monte investivano per le arti 5 milioni. Oggi circa la metà. di Luca Manservisi
La Legge di stabilità varata dal Governo Renzi per il 2015 comporta per
le fondazioni di origine bancaria un forte incremento della tassazione sui
dividendi, con una norma che decorre retroattivamente dal 1 gennaio 2014. Una
zavorra che indirettamente peserà soprattutto sul mondo culturale ravennate, maggior
beneficiario delle erogazioni delle due fondazioni bancarie operanti sul
territorio.
La nuova legge – ci spiega
il presidente Lanfranco Gualtieri – comporterà per la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna
maggiori oneri fiscali per circa 1,7 milioni di euro per il 2014 e altrettanti
per il 2015, «ben 3,4 milioni di euro di
nuove tasse a nostro carico: il totale delle erogazioni per il 2015 sarà
quindi inevitabilmente fortemente condizionato».
«La nostra Fondazione in
questa fase difficile – è quello che ci dicono dalla Cassa – garantirà comunque
risorse inalterate per gli interventi di emergenza sociale e soprattutto per le
categorie più svantaggiate». In soldoni, a rimetterci sarà in particolare il
comparto della cultura, non con tagli lineari, assicurano dalla Fondazione, ma
in percentuale. Una percentuale che – stando ai bene informati, ma senza
conferme ufficiali dalla Cassa che non vuole parlare ancora di cifre per il
2015 – si aggira attorno al 30 percento rispetto all’anno precedente. È quindi presumibile
pensare a un taglio in valori assoluti di quasi 900mila euro rispetto ai 2,9
milioni circa erogati per la cultura a Ravenna nel 2014 (così come, più o meno,
nel 2013), cifra già drasticamente ridotta rispetto al 2012 (3,6 milioni)
mentre nel 2011 si veleggiava addirittura sopra i 4 milioni.
«Riteniamo però importante
sottolineare con soddisfazione come l’avvenuta apertura del cantiere di Palazzo
Guiccioli (dove verranno
realizzate attività commerciali e i musei su Lord Byron e Risorgimento, ndr),
di proprietà della stessa Fondazione – conclude Gualtieri –, con interventi che
muoveranno risorse per oltre 10 milioni di euro, consentirà a imprese del
nostro territorio di operare in un momento di forte difficoltà per l’edilizia,
garantendo un circuito economico e sociale virtuoso».
Per quanto riguarda
l’altra fondazione bancaria che eroga risorse sul territorio, quella del Monte di Bologna e Ravenna,
già da anni, a causa anche della crisi della banca di riferimento, l’Unicredit,
aveva ridimensionato il proprio impegno nel campo delle erogazioni. Basti
pensare che nel 2009 la fondazione erogava risorse complessivamente per oltre
20 milioni di euro, che l’anno scorso si sono ridotti a poco più di 6. Per il
2015 era stato annunciato in dicembre (anche con lettere a beneficiari e stakeholder) un ulteriore
taglio del 25 percento, che la Fondazione ha però deciso in questi ultimi
giorni di contenere, attingendo da un fondo creato in passato appositamente per
i momenti più critici. Il taglio rispetto al 2014 resterà così al di sotto del
15 percento, con le erogazioni che si attesteranno attorno ai 5,3 milioni di
euro. Di questi saranno destinati alla cultura 2,1 milioni, di cui come da
prassi solo un quarto (meno di 600mila euro in definitiva) per il territorio di
Ravenna. Rispetto all’anno scorso la cultura ravennate perderà in questo modo
dalla Fondazione bolognese neanche centomila euro e complessivamente (tenendo
conto anche della Fondazione Cassa) circa un milione di euro di risorse. La
stessa cifra che, casualmente, proprio pochi giorni fa il Governo ha deciso di
assegnare a Ravenna nell’ambito della designazione a Capitale italiana della
cultura 2015 (vedi articoli correlati). Fa impressione invece il paragone solo
con quattro anni fa: nel 2011 le due Fondazioni
erogavano alla cultura ravennate circa 5 milioni, oggi si è passati circa alla
metà.
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