martedì 20 gennaio 2015

S.ECC. MARIO TOSO, SEGRETARIO DI GIUSTIZIA E PACE, E’ IL NUOVO VESCOVO DI FAENZA-MODIGLIANA

Mons. Mario Toso

Papa Francesco ha nominato monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, vescovo di Faenza-Modigliana. Toso succede al vescovo Claudio Stagni, che va in pensione per raggiunti limiti di età. Nato a Mogliano Veneto nel 1950, Toso, salesiano, è stato ordinato sacerdote nel 1978. Baccalaureato in Teologia a Torino, laurea in Filosofia alla Cattolica di Milano, licenza in filosofia all’Università pontificia salesiana e licenza in teologia alla Lateranense, Toso, all’ateneo salesiano, è stato docente di filosofia, decano della stessa facoltà e, dal 2003, rettore dell’università. Benedetto XVI lo nominò, il 22 ottobre del 2009, segretario di Iustitia et Pax. Due giorni dopo fu nominato presidente il cardinale ghanese Peter Kodwo Appiah Turkson.  Nei piani – ancora in fase di studio – della riforma della Curia romana ai quali stanno lavorando in questi mesi il Papa e il Consiglio dei suoi nove cardinali consiglieri, il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace dovrebbe essere accorpato assieme ad altri dicasteri. Alla fine, dai dicasteri responsabili di Laici, Famiglia, Migranti, Pastorale sanitaria, Giustizia e Pace e Carità (Cor Unum) dovrebbero nascere due congregazioni per i laici e per la carità. Con le recenti parole del cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, coordinatore del cosiddetto C9 e salesiano come Toso (nonché come il cardinale Tarcisio Bertone), non si tratterà della «somma aritmetica di quello che c'è già. Perché, prima di tutto, come congregazioni avranno uno status giuridico diverso da quello dei pontifici consigli. E poi non è necessario che a capo di ogni dicastero ci sia un cardinale oppure un vescovo: potrebbe essere per esempio una coppia di sposi a occuparsi di famiglia, e per i migranti potrebbe essere una suora che ha competenze specifiche in materia, come per esempio una religiosa delle scalabriniane». Toso ha da sempre dedicato la propria attenzione di studioso ai fenomeni della giustizia sociale. «La globalizzazione ha messo in moto un processo di convergenza dei redditi medi dei paesi più poveri verso i paesi più ricchi, ma allo stesso tempo, ha accresciuto le diseguaglianze tra diverse parti della popolazione mondiale», ha detto per esempio l’anno scorso, ai microfoni della Radio Vaticana, in occasione di un convegno promosso dallo stesso Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e dalla Casina Pio IV e dedicata alla esortazione apostolica di papa Francesco Evangelii Gaudium.  «I due fenomeni sono figli della stessa rivoluzione, ovvero di un mercato che si globalizza aumentando i divari di rendimento della scolarizzazione e mettendo in forte concorrenza lavoratori a basso reddito con lavoratori ad alti salari dei paesi ad alto reddito». In secondo luogo, «si sta vivendo una transizione lunga, promettente, sebbene problematica e complessa, che si spera porti dal "vecchio mondo" – segmentato nei confini nazionali – a un "nuovo mondo" popolato da un’unica famiglia umana». Infine, «il problema economico di cui tradizionalmente gli economisti si sono occupati, è soltanto una delle dimensioni del problema odierno. Bisogna infatti assicurare che la creazione di valore economico sia sostenibile a livello ambientale. C’è dunque, oltre alla dimensione economica, anche una dimensione ambientale; che non produca drammatiche crisi finanziarie – quindi c’è una dimensione finanziaria – e che non esista un disallineamento tra il prodotto interno lordo e il benessere».

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