BRISIGHELLA dal 11 al 16 agosto PIAZZALE
DEGLI ALPINI (Parcheggio FF.SS.) Specialità gastronomiche da non perdere: polenta al
ragù, grigliata mista, spaghetti allo scoglio, fritto misto. Sabato
15 e domenica 16 si pranza alla festa a mezzogiorno. Martedì
11 Blech Stis – mercoledì 12 Angelini –
giovedì 13 Balera Club – venerdì 14 Montuschi
– sabato 15 I Più di Notte –
domenica 16 Elisa e le brillanti note. Iniziative
culturali e mostre dedicate al tema dell'EXPO, nutrire il pianeta, energia per
la vita.
Nello spazio riservato alle iniziative politiche e culturali alle ore
20 lo scrittore brisighellese VINCENZO MALAVOLTI presenta il suo ultimo libro “Un
padre in esilio” Si tratta del romanzo
"Un padre in esilio", Risguardi Editore (Forlì). Uno scritto
toccante, il tredicesimo di Vincenzo Malavolti, che si rifà ad una storia
sofferta di un musicista polacco, Pawel Oziemski, durante il secondo conflitto
mondiale. Con una musica di sottofondo appropriata, all'ombra della Rocca
Sforzesca, l'autore traccia l'identikit di "Un padre in esilio". Un
racconto avvincente, condito di passione, che narra l'avventura, realmente
vissuta, di un soldato polacco che partecipò alla liberazione dell'Italia dal
1944 al 1945. Pawel Oziemski, assieme a tanti commilitoni, passò anche per la
Romagna. Il soldato polacco fu davvero padre di tre figli avuti da tre donne
diverse, in circostanze certamente inusuali se si tiene in debito conto il
lungo periodo di guerra. Figli che Pawel non ha mai potuto conoscere, nemmeno
quello italiano che ha raccontato a grandi linee a Vincenzo Malavolti le
vicissitudini di un militare in terra straniera. Proprio sulla scorta di quel
racconto è nato il romanzo. La storia del soldato polacco, maestro di musica e
violinista, ricordata dai tre figli che si ritrovano a Cracovia, si snoda in
modo veramente musicale, partendo da un famosissimo Ristorante della città
polacca, all'alba dell'invasione nazista. Si passa attraverso le prigioni
sovietiche del 1939/41, quando avvenne il misconosciuto e negato massacro di Katyn,
durante il quale l'NKVD sovietico uccise senza pietà tutti gli ufficiali
polacchi che aveva nelle sue mani, decapitandone gli alti comandi militari. Poi,
quando a sua volta la Russia venne
invasa dai nazisti, diventò automaticamente alleata degli inglesi che imposero
la liberazione dei prigionieri polacchi superstiti. Naturalmente i cadaveri non
potevano essere restituiti, ma un milione di…morti di fame si.
Il romanzo segue Pawel che
raggiunge il sud della Russia, entrerà nel 2° Corpo d'Armata polacco, si
addestrerà in Iran, in Egitto e successivamente sbarcherà in Italia per essere
a Cassino il 18 maggio 1944. Quando Pawel è ai piedi dell'abbazia diventa il
momento centrale del romanzo e Malavolti ha voluto dare un particolare risalto
alla famosa battaglia che fu la più importante di quelle combattute lungo lo
Stivale. Una parentesi di guerra rimasta
nella memoria degli italiani e dei tedeschi, degli inglesi e degli
americani. Per non parlare dei polacchi che furono i vincitori finali e
sferrarono l'ultimo definitivo assalto, quello che consentì loro di piantare la
bandiera sulle rovine del Monastero.
Poi i polacchi, dopo aver liberato prima il litorale abruzzese e poi quello
marchigiano, arrivarono in Romagna e qui si fermarono 4 mesi , dal dicembre
1944 all'aprile 1945 dove fu combattuta la battaglia del Senio. Anzi rimasero
fino al 1946, quindi a guerra ampiamente conclusa. In Europa la data ufficiale
della resa è quella dell'8 maggio, mentre si continuò a combattere in Estremo
Oriente con l'esercito giapponese che si
arrenderà il 15 agosto 1945. Il 2° Corpo d'Armata Polacco del generale Anders
fu sciolto il 30 ottobre del 1946. Quei soldati che avevano dato il loro sangue
senza la speranza di raggiungere poi la loro patria, erano diventati forse un pò scomodi per
tutti. Un padre in esilio affronta anche questo aspetto, naturalmente
romanzando le decisioni del nostro protagonista, rimasto ferito e malato di
TBC, a Castebolognese, altra città liberata dai polacchi, e quindi ricoverato
nell'ospedale inglese di Alessandria d'Egitto, dove apprenderà di essere
diventato padre di un secondo figlio, cui la madre romagnola, di Brisighella,
ha messo nome Paolo… Poi la storia continua…. E l'intreccio si infittisce, ma
probabilmente è meglio fermarsi qui. Si può dire che c'è molta storia che
integra il racconto e, con l'editore, è stato scelto di sintetizzare le pagine
puramente ufficiali che agevolano la lettura stessa del libro. Con grafica
diversa, ristretta, ci sono anche delle appendici interessanti, più in
particolare da leggere quelle relative a Katyn, che non tutti sanno cosa sia e
quelle sui Gulag, di cui molti ignorano la vera portata. Tutto ciò nell'ottica della conoscenza di
fatti a molti sconosciuti e che è giusto apprendere anche se a tanti anni dal
loro accadimento. Alfonso Aloisi
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