mercoledì 4 novembre 2015

NELLA ROCCA DI BRISIGHELLA NASCE IL MUSEO DELLE CERAMICHE DELLA PREISTORIA AL RINASCIMENTO: 50MILA L’ALLESTIMENTO


Resto del Carlino Faenza – Margherita Rondinini - SORPRESE per i visitatori della Rocca, nella sala superiore della torre manfrediana, di un percorso museale sulla storia dell'uomo nella Vena del Gesso dalla Protostoria all'epoca Romana, al Me4ioevo e al Rinascimento. E di questi giorni l'allestimento permanente di quattro teche con i rinvenimenti sul territorio che suggeriscono l'esistenza di una rete d'insediamenti d'altura, legati all'apertura di nuove vie di transito transappenniniche e allo sviluppo dello sfruttamento di materie prime collinari e montane. «Un  modo per dare maggiore visibilità alla ricchezza di un territorio abitato fin dagli alberi della civiltà -spiega l'assorse alla cultura Alessandro Ricci - in attesa di completare l'iter museale riprendo negli ambienti del maschio veneziano due stanze medioevali dedicate alla vita del castello PER ORA si parte con le testimonianze archeologiche attribuibili all'età del Rame recuperate ne[siti all'aperto del  Casetto di Zattaglia (ascia in pietra levigata), all'Oasi di Pietramora (punte di freccia in selce e un'ascia a martello)  e alla capanna romana del Carne. Denti e zanne animali, fibbie, monete e oggetti di vita quotidiana di una popolazione che, in età romana, alla frequentazione delle grotte (prima fase tra Eneolitico ed età del Bronzo, poi tra Bronzo antico e Bronzo moderno) preferisce i primi terrazzamenti fluviali "lungo il Lamone, mentre Parca della Vena del gesso era sfruttata per ricavare il lapis specularis alla cui attività si lega l'edificio di Ca' Carnè. Un esempio di villa urbano rustica del fondovalle (con caratteristiche di azienda  produttiva ed edificio residenziale) è rappresentato dei resti del settore produttivo di una villa  del I secolo a.C.. Le teche alla Rocca custodiscono poi il tesoro di Rontana, tra le più importanti scoperte del territorio brisighellese. IL  GIOIELLO  E'il tesoro di Rontana costituito da ceramiche smaltate di fine '400  se negli ultimi decenni, frutto  di nove campagne scavo (dal 2007) sostenute dalla Fondazione Cassa di Risparmio di  Ravenna, con un gruppo di ricercatori del Dipartimento di  Archeologia dell'Università  di Bologna diretti dall'archeologo  Enrico Girelli. Il tesoro è  costituito principalmente da  ceramiche smaltate di produzione faentina «fine del '400 -  spiega Girelli - ma vi sono anche esemplari da riferire alle  ultime fasi di vita del castello,  poco anteriori alla distruzione (1591) e al saccheggio da  parte delle milizie pontificie». Nel repertorio/boccali con motivo 'a settebello', 'foglie gotiche accartocciate', 'palmette persiane'. L'iter museale si chiude con una teca destinata alla Cava della Lucerna (parete sud di Monte). 


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