Lo scenografo
regista Leonardo Scarpa
Tratto
dalle Nuvole. - Non è raro che le figure di regista e di scenografo siano
rappresentate da un unico soggetto, e nel caso di Scarpa, scenografo di origini
brisighellesi, tra i più riconosciuti in ambito italiano, si tratta della sua
prima direzione con la commedia ‘E chi l’avrebbe detto’, sul palcoscenico della
compagnia ‘A.Solaroli’, 3 maggio, nella sede di Palazzo Mazzolani, a Faenza. Leonardo
Scarpa, figlio di Naviglio, maresciallo dei Carabinieri, è il
nipote di Antonio Bartoli, Tugnèt,
arrotino e indimenticabile personaggio di Brisighella. Proprio nel negozio
dello zio, il giovane Scarpa trascorreva i mesi estivi. Nella piccola ma
rifornita bottega di Tugnét, sotto un arco della via degli Asini affacciata a
piazza Marconi, vi si poteva trovare di tutto e a prezzi ottimi, sempre accolti
dalla sua cordiale simpatia. Ma il vero regno di Tugnét era il retrobottega
dove con la ruota, e vestito con grembiule e cappello di carta, arrotava e
affilava con maestria e amore. Purtroppo il mestiere è finito con lui insieme a
un indimenticabile periodo storico di Brisighella, ma oggi la vetrina della
bottega in qualche modo continua a vivere con l’esposizione delle creazioni
artistiche di Carla Lega, ceramista di raffinata classe faentina e moglie di
Scarpa. Questa prima esperienza di regia
rappresenta per Leonardo Scarpa una sfida a se stesso e un desiderio
accarezzato da tempo, ancora insoddisfatto, ma che ora trova compimento con
alcuni attori, in larga parte
brisighellesi, che da decenni calcano le scene nella storica
compagnia faentina ‘Solaroli’ a Palazzo Mazzolani. Scarpa nel ricreare
ambienti, fondali e oggetti, adattandoli al contesto teatrale, liberamente
tratto da un testo inglese, esprime l’abilità di scenografo professionista di
rango teatrale e cinematografico al fianco di registi come Mazzacurati, Avati e
Luchetti, trovando poi l’energia anche come figura di riferimento in questo
spettacolo ‘scoppiettante’, non esente da giochi emotivi e vene surreali, con i
costumi di Elisa Alberghi e Steve Almerighi costumista di molti progetti
cinematografici e numerose opere liriche nei più famosi teatri italiani. Nell’architettura
di questo lavoro, filo narrante e messa in scena sono nelle mani dello
scenografo-regista e portano gli attori a identificarsi in un ambiente inglese,
all’interno di una famiglia ‘sui
generis’, articolata su modulazioni di frequenza che terranno
svegli gli spettatori con ripetuti colpi di scena e cambi di situazione. Il
ritmo incalzante delle variazioni sull’originale palcoscenico della Solaroli è
poi scandito da un improbabile leit
motiv, in contrasto con l’aplomb
anglosassone, ma volutamente ricercato dal neo regista, a sottolineare
l’avvento di un punto di rottura verso un’epoca di rinnovamento.
In scena: Rita Ballardini, Michele Gaudenzi, Martina Liverani, Elena Pretolani, Margherita Rondinini, Silvia Zavagli,
Gian Luca Zoli.
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