venerdì 3 maggio 2013

LO SCULTORE GIOVANNI BERTOZZI A ROSOLINO


Opere di Giò Bertozzi e insieme al filosofo Cacciari

Rovigo - Lo scultore Giovanni Bertozzi ha trovato una dimora per una sessantina di opere in legno, bronzo, pietra e marmo. Ieri, l’artista, nato a Brisighella, che abita a Cuffiano, frazione di Riolo Terme, è stato l’assoluto protagonista dell’inaugurazione della mostra intitolata “Arte Museo” col sottotitolo “I sogni scolpiti di Giò Bert”. La chiesa sconsacrata situata nel centro del comune di Rosolina, in provincia di Rovigo è il luogo ideale per ospitare le fatiche di Bertozzi che di anni ne ha 88. Supportato dagli amici venuti da Cuffiano e Riolo, da figli, nipoti e pronipoti, Giò Bert si è commosso più volte. Lo scultore romagnolo parla del museo: “Mentre facevo i pezzi lungo il tempo pensavo a dove metterli. Non sapevo ancora che cosa era un museo. Vedevo che il pubblico era interessato e questo mi dava una grande carica. Poi quando mi è venuta in mente l’idea del museo ho scolpito dei soggetti adatti a questa dimensione, con un significato e una storia. Oggi il sogno è diventato realtà e l’ho toccato con mano. Sono molto felice e mi auguro che dalla Romea in tanti si fermino a Rosolina”. Chi è Giovanni Bertozzi Giò Bert, Giovanni Bertozzi, nasce a Brisighella (RA) nel 1924. A cinquant'anni decide di abbandonare la sua azienda di mobili per dare finalmente spazio a quello che avrebbe voluto fare fin da bambino, lo scultore, progetto che per senso del dovere e responsabilità nei confronti della sua famiglia aveva sempre rimandato. Giò Bert sceglie il pezzo di legno - la "materia" che predilige per le sue sculture - in base all'idea da eseguire. Le ispirazioni per le sue opere nascono in momenti diversi, non tutte di immediata esecuzione, alcune maturano per anni. Fin da giovane non ha mai amato le armi. Quando lo chiamarono per fare il servizio di leva era terrorizzato, non sarebbe voluto partire, ma rischiava la fucilazione per diserzione. Nell'addestramento era costretto a sparare su delle sagome, ma il semplice fatto che avessero forma umana lo ripugnava. Se l'uomo ragionasse, metterebbe tutto a posto con il dialogo, la politica, le religioni». Pierangela Ezzis

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