Durante il periodo fascista,
anche Fognano ebbe la sua Casa del Fascio. Come si può vedere dalla cartolina
del 1925, essa si trovava nel viale Stazione e precisamente nell'edificio che
fu poi adibito a Caserma dei Carabinieri. All'epoca constava di soli due piani
e non di tre.
In seguito la sezione fascista si trasferì al primo
piano di via Ciani con ingresso al numero 12. Un altoparlante (vedi foto) posto
all'angolo con Piazza Garibaldi, diffondeva notizie e la voce del Duce durante
i suoi proclami. Anche se il periodo fascista non è poi così lontano, molti di
noi pur avendolo vissuto, hanno dimenticato episodi e particolari . Luciano Mondini, testimone dalla vivida
memoria,racconta che a Fognano è esistita un'altra lapide messa durante il
fascismo. Non è certo dove fosse. Era il tempo dell'entusiasmo fascista, delle
alte mire, delle conquiste coloniali. Sulla nuova lapide era tratteggiato,
racconta,il confine dei territori conquistati e incisa la scritta
"L'Italia ha finalmente il suo impero. Mussolini" ( vedi note a piè
di pagina* **). Poi gli eventi precipitarono e,con la caduta del
fascismo, essa venne tolta e probabilmente abbandonata in qualche deposito. Nel
settembre del 1944, durante un bombardamento, come sappiamo, l'attuale lapide a
Mazzini e Garibaldi , risalente al 1883, andò distrutta. L'anno dopo, quando il
Partito Repubblicano locale decise di ripristinare la lapide dedicata ai due
gloriosi eroi del Risorgimento, qualcuno ripensò alla " lapide
dell'impero" abbandonata. Fu così che essa rivide la luce. Rivoltata e pulita
a fondo, ritrovò le parole dedicate a Garibaldi e a Mazzini che oggi tutti
possiamo leggere. Il "nostro Impero", per la seconda volta umiliato,
ora si trova dunque con la faccia al muro.
*Dal
proclama di Mussolini dal balcone di Piazza
Venezia 9 maggio 1936
"Il
popolo italiano ha creato col suo sangue 1'impero. Lo feconderà col suo lavoro
e lo difenderà contro chiunque con le sue armi.
In questa certezza suprema, levate in alto, o legionari, le insegne, il ferro e i cuori, a salutare, dopo quindici secoli, la riapparizione dell'impero sui colli fatali di Roma.
Ne sarete voi degni?
Questo grido è come un giuramento sacro, che vi impegna dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini, per la vita e per la morte!
Camicie nere! Legionari! Saluto al re!"
In questa certezza suprema, levate in alto, o legionari, le insegne, il ferro e i cuori, a salutare, dopo quindici secoli, la riapparizione dell'impero sui colli fatali di Roma.
Ne sarete voi degni?
Questo grido è come un giuramento sacro, che vi impegna dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini, per la vita e per la morte!
Camicie nere! Legionari! Saluto al re!"
**Tramite comunicazione del Regio Prefetto Guerresi
di Ravenna il 23 ottobre 1936 arrivarono a tutte le Municipalità le disposizioni mandate dal governo riguardo
l'apposizione delle lapidi per celebrare la fondazione dell'Impero. Esse
così stabilivano:
"Per
Superiori disposizioni si comunica che nulla osta, in via di massima,
all'attuazione di tali iniziative , sempre che l'apposizione delle lapidi
ai fini predetti, sia limitata ai soli edifici di notevole importanza, tanto
statali che di enti parastatali.
Si
avverte altresì che la iscrizione da incidersi sulle lapidi in questione,
dovrà, per ragioni di uniformità, essere del seguente tenore:
"Il
popolo italiano ha creato col suo sangue l'Impero, lo feconderà col suo lavoro
e lo difenderà contro chiunque con le armi". Mussolini
IX
maggio MCMXXXVI -XIV (9 maggio 1936-14)
L'ordinanza
diceva inoltre che le suddette lapidi dovevano essere inaugurate alle 12
precise del 18 nov.
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