Domenico Dalmonte - Ricostruzione del
castello di Riolo e del suo borgo ricavato da una pianta dei primi decenni del
1400
Nella sala San Giovanni di
via Verdi a Riolo Terme viene allestita la mostra retrospettiva di “litografie,
xilografie ed acqueforti” , dedicata al brisighellese Domenico Dalmonte
(1915-1990). Domenico Dalmonte, all'inizio del 1950 si iscrisse all'Accademia
di Belle Arti di Bologna dove conseguì il Diploma di Licenza nel Corso di
Decorazione: tra i suoi professori figuravano Giovanni Romagnoli e Giorgio
Morandi. Dal 1950 al 1974 insegnò educazione artistica in diverse scuole della
Romagna (Massa Lombarda, Casola Valsenio, Riolo Terme, Castel Bolognese,
Fognano, Brisighella). Dal 1973 ricoprì l'incarico di Ispettore Onorario
per la conservazione dei Monumenti e degli oggetti d'Antichità e d'Arte della
Provincia di Ravenna. Proprio in quel periodo ebbe modo di incontrare il
riolese Leonida Costa, collega insegnante, già allora storico ricercatore, di
ricordi e testimonianze della valle de Senio. Questo evento fece in modo che
tra queste due formidabili personalità nascesse una collaborazione e un
amicizia che hanno lasciato a Riolo alcune vere testimonianze degne di essere
sottolineate. Infatti la copertina del famosissimo libro “ Le 127 giornate di
Riolo”, con i personaggi Ciùina e la Zvantina nel loro funerale di querra, vera
testimonianza di cosa sia stata la permanenza del fronte a Riolo nell’inverno
1944-45, la ricostruzione del castello di Riolo e del suo borgo ricavato da una
pianta dei primi decenni del 1400, lo si deve proprio a questo rapporto fatto
di competenza e di stima reciproca che i due professori avevano instaurato tra
loro. Grazie alla disponibilità di Paolo Costa figlio di Leonida dal 29 agosto
al 15 settembre si potranno ammirare nella sezione dedicata a Riolo queste
autentiche “preziosità” , come due dipinti della rocca riolese, inediti anche
per i famigliari. La mostra curata da Attilio Dalmonte figlio di Domenico
propone altre 100 opere prodotte da Domenico Dalmonte, durante tutta la sua
vita si dedicò con costanza alla sperimentazione delle varie tecniche
incisorie. Se il suo mezzo espressivo più congeniale fu il disegno, si avvalse
del rigore e dell'incisività di questa disciplina per reggere l'impianto delle
varie composizioni ad olio e ad acquerello. Disegni: numerosissimi e
difficilmente quantificabili; potrebbero risultare molte centinaia, eseguiti
sia con varie matite che con varie penne; da sottolineare quelli eseguiti con
la "Wunder Filzferder" (penna a feltro con inchiostro ad alcool, di
produzione tedesca) conosciuta nel 1959 Xilografia: circa 200 opere tra
biglietti, copertine e incisioni varie sia su legno che su linoleum.
Litografia: circa 120 opere eseguite sia sulla pietra che sullo zinco granito,
compresi i biglietti celebrativi. Calcografia: circa 170 opere, comprese alcune
vernici molli, una punta secca e un'acquatinta. Acquarello: poco più di una
ventina, alcuni dei quali commissionati per illustrare copertine di libri.
Olio: circa 280 dipinti.
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