Tratto dalla Voce di Ravenna - Nei miei itinerari sovente mi trovo a
lambire il comprensorio di Faenza, le colline faentine sono ancora splendide
(che il buon Dio le preservi dalle nostre follie). Anche questa cittadina, come
accade in tutta la Romagna, fa scelte discutibili nell'arredo al centro delle
rotonde spartitraffico: sculture bizzarre, brutture cubiste, scimmioni e
capodogli... a volte vi lasciano le erbacee e forse è la cosa migliore visto il
cattivo gusto di chi prende certe decisioni. Se proprio non sanno cosa
piazzarci perché non mettono qualche Caverà visto che siamo in Romagna? Fa così
schifo un po' di tradizione? Proprio alle porte di Faenza nella prima rotonda
di "benvenuto" c'è una balena nera e una sagoma che la traina con una
fune agganciata al muso: qualcuno può spiegarmi cosa significa? Perché non arrivo a capirlo (non
sarò l’unico); qualche buontempone su quella fune ci aveva appeso mutande e
calzini. Mentre nell'ultima rotonda in direzione Brisighella hanno messo il
Passatore con lo schioppo a trombane. Il Passatore? Trovo quel faccione con
cappellaccio a presiedere sodalizi di ogni tipo, mentre una demagogia storica
di 160 anni ha eletto quel brigante a romantico Robin Hood ottocentesco che
prendeva ai ricchi per dare ai poveri... un mito bugiardo. Altro che
"passator cortese"... definirlo un tipaccio è riduttivo, era un
Delinquente con la "D", basta sfogliare qualche biografia per restare
allibiti dalle nefandezze compiute. Addirittura è stato scelto come
ambasciatore del "consorzio vmi di Romagna"; il Sangiovese e l'Albana
meritavano di meglio di un bandito come "testimonial". Perché si
continua a celebrare quel pessimo esempio come simbolo della Romagna? Cosa
rispondiamo alla domanda di qualche non-romagnolo: "chi era quel vostro
Passatore? Un patriota del Risorginento?". Fabio Baldrati-Ravenna
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