Brisighella, 6 settembre
2015 Resto del Carlino - La vena del gesso è il Parco con più
pipistrelli dell’Emilia Romagna. Potrebbero
essere più di 25mila, e tra non molto saranno noti i nuovi dati
sul censimento delle colonie presenti nelle grotte degli oltre seimila ettari
del Parco regionale, che dal 2009 ha avviato l’iter di candidatura verso il
riconoscimento di GeoParco della commissione Unesco.
Il valore della
biodiversità delle grotte della Vena del gesso porta anche a questo primato:
ospitare alcune tra le più importanti colonie di pipistrelli d’Italia e
d’Europa, dal 2010 salvaguardate con risorse europee e regionali nel progetto
Life Natura Gypsum. Studio che coinvolge sei diverse aree carsiche gessose
emiliano romagnole, monitorando le importanti popolazioni di chirotteri
trogloditi, antropofili e dei boschi, ma anche microhabitat vegetali delle rocce.
«L’attenzione si è
concentrata in particolare su
otto grotte naturali e due cavità artificiali – spiega il
tecnico naturalista Andrea Noferini – liberando da tonnellate di rifiuti grotte
e doline considerate discariche nei decenni passati, e posizionando cancelli
per regolamentare l’accesso dei turisti. Un espediente per non interrompere il
letargo dei chirotteri e salvaguardare la conservazione naturalistica di quei
contesti». Sono grotte,
gallerie, inghiottitoi, doline, anche tunnel e cavità
artificiali, ripulite con l’aiuto dei volontari della Federazione Speleologica
regionale, e da pianificare (a conclusione del progetto, marzo 2016) con
indicazioni per chi frequenta gli ambienti del substrato gessoso e le attività
antropiche compatibili per
la tutela di flora e fauna che tali ambienti ospitano, come i pipistrelli.
«Delle 34 specie conosciute in Italia ben 19 delle 24 censite in regione sono
presenti nel Parco – dichiara lo studioso Massimo Bertozzi –, un plus valore
che rende eccezionale quello già di rilievo della Vena e concentra ideali
nicchie ecologiche per le differenti specie presenti». La massima
concentrazione è durante il letargo, nelle grotte, punto di aggregazione dei
chirotteri che coprono anche un centinaio di chilometri per svernare.
Numericamente le
colonie troglofile (di grotta) più importanti sono di miniottero (stimate
intorno alle 15mila presenze) con significative presenze di rinolofo minore e
maggiore dal caratteristico naso a ‘ferro di cavallo’ che emette fasci di ultrasuoni
nello spazio, mentre specie più rara come il barbastello è stata trovata per la
prima volta nel Parco l’anno scorso. Dopo
il letargo altri pipistrelli scelgono habitat più legati ai
boschi della Vena, come vespertilio o mustacchino, o di genere antropofilo
preferiscono le intercapedini di case ed edifici del territorio della Vena,
come il pipistrello di Favi o quello albolimbato. di Margherita Rondinini
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