sonia.topazio@ilfoglietto.it Il Foglietto Il Trattato di
non proliferazione nucleare ha fallito? Intervista ad Achille Albonetti di Sonia Topazio Pubblicato: 28 Gen 2016
L’uranio è presente nella
crosta terrestre in una concentrazione pari a circa 4x10-8 e
rappresenta, al momento, il combustibile nucleare più importante. I
depositi più rilevanti di minerali uraniferi si trovano nel Congo, nel Canada,
nel Colorado, in Russia, Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto e nelle miniere
d’oro del Sudafrica.
Negli ultimi decenni, la
scienza e di conseguenza la tecnologia, hanno dato un grandissimo contributo al
suo sviluppo. L’accaparramento dei giacimenti e l’impiego dell’energia prodotta
dall’uranio ha provocato, nel tempo, parecchi problemi tra Paesi.
Il Mondo è entrato nella
così detta “epoca nucleare” dopo il lancio di due ordigni atomici su Hiroshima
e Nagasaki (agosto 1945), costringendo la comunità mondiale a creare, per la
prima volta nella storia, un Trattato di Non Proliferazione (TNP), con il fine
prioritario della pace e sicurezza internazionale.
Cosa è cambiato oggi da
quel Trattato?
Lo chiediamo
all’economista Achille Albonetti, direttore responsabile della Rivista "Affari Esteri", già
rappresentante permanente per l’Italia dell’Agenzia Internazionale per
l’Energia Atomica delle Nazioni Unite a Vienna. Albonetti, per venti anni è
stato direttore per gli affari internazionali e gli studi economici del
comitato nazionale per l’energia nucleare (oggi Enea). Collaboratore di Limes.
«Vorrei innanzitutto
precisare che l’uranio naturale diffuso in molti Paesi del Mondo è
indubbiamente una materia prima importante, ma molto più importante è lo
sviluppo di tecnologie per raffinarlo e creare il così detto uranio arricchito.
Uranio a basso arricchimento viene utilizzato per la produzione di energia
elettrica. Ad alto arricchimento è il combustibile per la bomba atomica. Oggi
sono pochi i Paesi che sono in grado di produrre uranio arricchito, in
particolare sono i nove Paesi che hanno un arsenale di ordigni atomici e cioè:
Usa, Russia, Cina, Francia, UK, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele. I
primi cinque di questi nove Paesi sono membri permanenti, con diritto di veto,
del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. I medesimi Paesi, per di più
sono stati militarmente e legalmente nucleari ai termini del Trattato di Non
Proliferazione - TNP».
Oggi, a 40 anni dal 1975,
cosa è cambiato?
«Lo scopo finale del TNP è
la pace e la sicurezza internazionale, che dovrebbe essere assicurata tramite
l’abolizione totale delle armi nucleari. Purtroppo, dopo 50 anni, non si è
registrata una diminuzione delle armi nucleari. Al contrario, ai cinque Paesi
firmatari del Trattato se ne sono aggiunti altri quattro. Tutti i nove Paesi
militarmente nucleari hanno rafforzato e migliorato i loro arsenali
atomici. Aggiungo che
anche recentemente Paesi importanti con migliaia di ordigni atomici, come la
Russia, se ne vantano e minacciano di utilizzarli».
Anche il Trattato delle
Nazioni Uniti ha come scopo centrale la pace e la sicurezza internazionale, era
necessario il TNP?
«L’ONU è stato creato nel
1945, dopo la fine della seconda guerra mondiale, che doveva essere l’ultima
guerra della storia. Il TNP invece è stato lanciato più di venti anni dopo, nel
pieno dell’epoca nucleare, iniziata con il lancio da parte degli USA dei due
ordigni atomici su Hiroshima e Nagasaki. Lo scopo principale del TNP infatti è
quello di portare all’abolizione totale del disarmo nucleare per garantire la
pace oggi e nasce solo per questa tematica, non altre».
Come lei stesso spiega,
dal ’45 nel settore nucleare sono aumentate le nazioni che posseggono armi
nucleari, ultima la Corea del Nord e sono anche aumentati e modernizzati gli
arsenali nucleari di tutte le potenze nucleari. C’è un fallimento da parte del
TNP? Dove si possono trovare le cause?
«Certo che è un fallimento
e vorrei dire che il fallimento è più vasto, se includiamo l’ONU. Ambedue i
trattati hanno, infatti, come scopo la pace e, dopo 70 anni, si fondano su una
struttura iniqua e discriminatoria. Il Consiglio di Sicurezza è composto da 15
Stati. Cinque di essi con seggio permanente e diritto di veto (USA, Russia,
Cina, UK e Francia), gli altri dieci con seggio rotatorio biennale. Ugualmente
il TNP riconosce lo status di Paese militarmente e legalmente nucleare ai
medesimi 5 Stati permanenti e con diritto di veto del Consiglio di Sicurezza
dell’ONU. Questo è forse il motivo principale per cui l’ONU è raramente
presente nelle crisi mondiali in quanto uno o più membri permanenti del
Consiglio di Sicurezza utilizzano il diritto di veto. Parimenti come accennavo,
il TNP ha fallito perché, dopo 40 anni dalla sua entrata in vigore, non solo
non sono state soppresse le armi nucleari, ma i Paesi militarmente nucleari
sono aumentati e soprattutto hanno accresciuto e modernizzato i loro arsenali».
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