Arturo
Malavolti
Ho ritrovato, nei giorni scorsi all’ Ospedale di
Faenza, ricoverato nella stessa stanza un vecchio amico che avevo dimenticato.
Arturo Malavolti residente fin dalla nascita a San Martino in Gattara
Brisighella. Arturo è nato il sei settembre
1919, 94 anni portati perfettamente, in gamba e ricoverato da pochi
giorni ma tornerà a casa quanto prima. Arturo ricorda la mia gioventù, a volte
si dimentica guardando solo al presente, ha ricordato quando ha lavorato per
circa dieci anni con l’impresa di mio padre Luigi Galassini (1893-1979). Arturo
ha lavorato per lavori nella ferrovia a
Popolano, Bologna, a Rimini andando in treno sui cantieri o con mitica Fiat
1400, guidata dal polacco Skrobut,
e l’ultimo lavoro per la sistemazione dell’albergo
Gigiolé a Brisighella. Lasciò il lavoro da muratore per andare a fare il
cantoniere per il Consorzio dei Bacini
Montani di Brisighella, in gioventù aveva lavorato nei mitici cantieri “Fanfani” per le sistemazione delle
tante strade nella parte alta del comune di Brisighella, Monte Romano, Valnera,
ma ricorda in particolare la costruzione della nuova strada “Battistoni” che unisce San Martino a Marradi
laterale all’esistente. Una strada in questi mesi super trafficata, ma che ha
ben resistito, per merito dei lavori fatti dalla “Fanfani”, il movimento della
terra con vanghe e badili, lo sbreccia mento con i picconi, mentre la
sistemazione della terra avveniva a mano con i “badili” e quindi ben assestata,
sotto il controllo dei “geometri” capi cantieri (Il Fanfani era composto dal capo cantiere e di norma 20-30 operai
locali senza lavori per eliminare la disoccupazione). E devo darli ragione rispetto a quello che succede oggi
dove realizzano, senza alcun controllo pubblico, anche solo piste ciclabile e
dopo sei mesi sono già dissestate, non dico di Pontelungo!
Arturo Malavolti era nato a Marradi alla “Casa di
Là” trasferito a Badia di Susinana e poi a Brisighella nel podere Cà Bagatta,
dove la numerosa famiglia seminava circa sei ql di grano, sopra San Martino la
casa è ancora abitata (proprietà Zambelli Marradi) mentre intorno è diventato
tutto un bosco, era il penultimo di otto fratelli, quattro femmine e quattro
maschi, immaginate la vita dura, la miseria di quei tempi degli anni ’20, ma
che Arturo ricorda con felicità nonostante le difficoltà rimanendovi per i suoi
primi 20 anni con quasi tutti i fratelli e ricorda le partite a “bocce” nei due
campi della Parrocchia.
di Fornazzano la domenica. Si trasferì poi alla
Casetta di San Martino. Chiamato poi al servizio militare nel 1939 portato direttamente in Africa
dove ha fatto apprendimento e combattuto per tre anni a Bengasi, Berna, Trobruk
(tutta la fascia dell’Africa settentrionale) ha combattuto, l’ultima battaglia
storica della seconda guerra mondiale le due battaglie di El Alamein (luglio 1942) su un fronte di 65 chilometri, 13.250 fra
morti e dispersi (battaglia fra il tedesco Gen. Rommel e Italiani contro gli
Inglesi del Gen. Auchinleck) perse tanti e tanti amici conosciuti sul fronte e
conterranei. Brisighella sul fronte ha lasciato la vita Giacinto cova medaglia
d’oro. Nella battaglia fu catturato e fatto prigioniero dagli Inglesi, fu
trasferito con cinque navi da guerra in Inghilterra, di queste arrivò solo la sua. In Inghilterra era prigioniero
a Sasibrigh in campagna, liberi di lavorare all’aperto e, afferma stava bene
perché era in campagna e faceva i lavori agricoli. Dopo quattro anni torna a
San Martino in Gattara nel 1947 e prende dall’Inghilterra una pensione di 1000
lire.
Arturo tornato a casa è stato cacciatore di
animali da penna fuori alla famosa bandita ex Bentini anche quattro capi per
volta, non ha avuto figli, la moglie l’ha lasciato da undici ha dei nipoti che
l’aiutano, Marino ex dipendente del comune di Brisighella, e Delmo, che fa il
lavoratore agricolo in proprio alla Casetta, e giornalmente con il suo motore (dice
Arturo che ultimamente si è fatto più pesante), va nel podere ad aiutarli per
la coltivazione del grano, orzo, nel frattempo ascolta la sua radiolina
all’ombra di una bella quercia secolare, con la macchina (Panda 4x 4 ) va fino
a San Cassiano o Marradi per andare dai pochi amici rimasti e leggere i
quotidiani. Legge il Resto del Carlino tutti i giorni all’Ospedale e quando va al bar a San Martino.
Un particolare sente bene ma bisogna parlare a
voce alta, mi ha detto che per un apparecchio acustico deve spendere 6.000 euro
come gli hanno richiesto, l’ho consigliato di provare con quelli cinesi o
giapponesi che costano poco, la nipote
Chiara, prontamente l’ha acquistato, ha speso 60 euro e Arturo ha
migliorato felicemente l’acustica delle sue orecchie. Un particolare che mi ha
fatto piacere, ai tempi di Arturo, si chiamava un’opera buona, felici ricordi
di un tempo passato. Grazie Arturo per i
bei ricordi del passato e le giornate passate insieme all’Ospedale di Faenza
reparto Medicina! Vincenzo Galassini
P.S. In questo Stato “illiberale” che ci controlla dalla nascita alla morte, l’amico Arturo, corre un rischio il rinnovo della patente, indispensabile per Lui. Un uomo non sa decidere da solo quando non utilizzare più la patente per non creare pericolo per se o altri senza, ma purtroppo è legato “stupida” burocrazia italiana
P.S. In questo Stato “illiberale” che ci controlla dalla nascita alla morte, l’amico Arturo, corre un rischio il rinnovo della patente, indispensabile per Lui. Un uomo non sa decidere da solo quando non utilizzare più la patente per non creare pericolo per se o altri senza, ma purtroppo è legato “stupida” burocrazia italiana
Arturo
Malavolti, Vincenzo Galassini
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