mercoledì 22 aprile 2015

IN MANETTE DUE PREDONI DI BATTERIE USATE: ARRESTATI DAI CARABINIERI DI BRISIGHELLA


Arrestati ieri pomeriggio a Brisighella, avevano sul telefono la mappa degli obiettivi da colpire

BRISIGHELLA - Ieri pomeriggio i carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato due fratelli marocchini di 33 e 26 anni, abitanti in provincia di Padova, per furto aggravato in concorso. Nello specifico, i due avevano rubato 56 batterie esauste di automobili all'interno della stazione ecologica Hera di Brisighella che si trova alle spalle del cimitero.  
Erano circa le 16.30 quando ai militari della compagnia di Faenza è giunta una telefonata anonima che segnalava la presenza di un'auto sospetta con due persone a bordo che si aggirava nei paraggi del cimitero di Brisighella; sul posto è così giunta una Gazzella per controllare la situazione verificando in base alla descrizione l'effettiva presenza di una vettura notevolmente ribassata come se trasportasse un carico molto pesante.   
Sensazione confermata con la perquisizione a bordo dell'auto dopo che alla stessa era stato intimato l'alt: nel cofano erano state accatastate, celate da una coperta, 56 batterie d'auto usate insieme ad arnesi da scasso. La successiva verifica al deposito Hera, effettuata con l'ausilio di una pattuglia della compagnia di Faenza, ha appurato un furto precedentemente messo a segno: i ladri si erano introdotti tagliando la rete metallica di recinzione; e che si trattasse dei due marocchini appena fermati è stato confermato dai filamenti della stessa recinzione presenti sulle lame delle cesoie. 
Il responsabile della stazione Hera ha confermato che le batterie nel bagagliaio erano state rubate proprio lì. La refurtiva registrava un peso complessivo di 400 chili. Le successive verifiche dei telefoni



 smartphone in uso ai due fermati, ha poi inguaiato ancor più gli africani. Sul cellulare erano registrati una lunga serie di indirizzi corrispondenti a stazioni ecologiche per la raccolta di rifiuti ubicate nel ravennate, nel forlivese e nel bolognese, fra cui anche l’indirizzo esatto di quella di via Lanzoni a Brisighella. 
Insomma, una vera e propria mappa di obiettivi per i quali sono in corso verifiche per accertare se negli ultimi tempi sono stati già visitati dai ladri per furti dello stesso genere. Si è poi scoperto che i fratelli avevano alle spalle un ampio curriculum di reati dello stesso tipo, tra cui quelli commesi a Rovigo e Mantova. Arrestati, i marocchini sono stati processati per direttissima questa mattina dalla Procura di Ravenna e condannati entrambi a quattro mesi di reclusione e 100 euro di multa, pena sospesa con remissione di libertà.  
Come noto, i furti di batterie esauste - sempre più frequenti in tutta Italia - sono eseguiti per prelevare il piombo contenuto nelle stesse, che viene poi rivenduto al mercato nero. Allo stesso tempo lo smaltimento delle batterie d’auto è regolato da una normativa speciale trattandosi di rifiuti pericolosi in quanto tossici e nocivi per l’alta percentuale di acido solforico che contengono. 
Per questo motivo è in vigore una specifica procedura: ogni pila ha un codice identificativo e prima di mandarla alla discarica autorizzata deve essere registrata. In altri paesi come la Romania o la Nigeria, invece, la normativa non è così severa e spesso è lì che vengono diretti grossi quantitativi di batterie esauste oppure il piombo che da esse si può riuscire ad ottenere, destinato ad essere fuso e riutilizzato.


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