Arrestati ieri pomeriggio
a Brisighella, avevano sul telefono la mappa degli obiettivi da colpire
BRISIGHELLA - Ieri
pomeriggio i carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato due fratelli
marocchini di 33 e 26 anni, abitanti in provincia di Padova, per furto
aggravato in concorso. Nello specifico, i due avevano rubato 56 batterie
esauste di automobili all'interno della stazione ecologica Hera di Brisighella
che si trova alle spalle del cimitero.
Erano circa le 16.30
quando ai militari della compagnia di Faenza è giunta una telefonata anonima
che segnalava la presenza di un'auto sospetta con due persone a bordo che si
aggirava nei paraggi del cimitero di Brisighella; sul posto è così giunta una
Gazzella per controllare la situazione verificando in base alla descrizione
l'effettiva presenza di una vettura notevolmente ribassata come se trasportasse
un carico molto pesante.
Sensazione confermata con
la perquisizione a bordo dell'auto dopo che alla stessa era stato intimato
l'alt: nel cofano erano state accatastate, celate da una coperta, 56 batterie
d'auto usate insieme ad arnesi da scasso. La successiva verifica al deposito
Hera, effettuata con l'ausilio di una pattuglia della compagnia di Faenza, ha appurato
un furto precedentemente messo a segno: i ladri si erano introdotti tagliando
la rete metallica di recinzione; e che si trattasse dei due marocchini appena
fermati è stato confermato dai filamenti della stessa recinzione presenti sulle
lame delle cesoie.
Il responsabile della stazione Hera ha confermato che le batterie nel bagagliaio erano state rubate
proprio lì. La refurtiva registrava un peso complessivo di 400 chili. Le
successive verifiche dei telefoni
smartphone in uso ai due fermati,
ha poi inguaiato ancor più gli africani. Sul cellulare erano registrati una
lunga serie di indirizzi corrispondenti a stazioni ecologiche per la raccolta
di rifiuti ubicate nel ravennate, nel forlivese e nel bolognese, fra cui anche
l’indirizzo esatto di quella di via Lanzoni a Brisighella.
Insomma, una vera e
propria mappa di obiettivi per i quali sono in corso verifiche per accertare se
negli ultimi tempi sono stati già visitati dai ladri per furti dello stesso
genere. Si è poi scoperto che i fratelli avevano alle spalle un ampio
curriculum di reati dello stesso tipo, tra cui quelli commesi a Rovigo e
Mantova. Arrestati, i marocchini sono stati processati per direttissima questa
mattina dalla Procura di Ravenna e condannati entrambi a quattro mesi di
reclusione e 100 euro di multa, pena sospesa con remissione di libertà.
Come noto, i furti
di batterie esauste - sempre più frequenti in tutta Italia - sono eseguiti per
prelevare il piombo contenuto nelle stesse, che viene poi rivenduto al mercato
nero. Allo stesso tempo lo smaltimento delle batterie d’auto è regolato da una
normativa speciale trattandosi di rifiuti pericolosi in quanto tossici e nocivi
per l’alta percentuale di acido solforico che contengono.
Per questo motivo è
in vigore una specifica procedura: ogni pila ha un codice identificativo e
prima di mandarla alla discarica autorizzata deve essere registrata. In altri
paesi come la Romania o la Nigeria, invece, la normativa non è così severa e
spesso è lì che vengono diretti grossi quantitativi di batterie esauste oppure
il piombo che da esse si può riuscire ad ottenere, destinato ad essere fuso e
riutilizzato.
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