ERA STATO bloccato dalla Finanza
per bancarotta fraudolenta nel tragitto tra l'aeroporto di Bologna e casa sua a
Faenza. Ora per il 51 enne manfredo Stefano Gentilini è arrivata la chiusura
dell'indagine. Il pm titolare del fascicolo Lucrezia Ciriello ha notificato medesimo
atto ad altre 11 persone, tutte rimaste sempre indagate a piede libero. Per
Gentilini invece a inizio dicembre 2013, con un provvedimento clamoroso, era arrivato
il fermo. Il gip poi non aveva convalidato escludendo il peri- colo di fuga.
Però aveva ritenuto che in quel momento l'uomo dovesse ugualmente restare in
carcere per pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio. A
sfogliare le 26 pagine della procura, c'è lui al centro sia di ingenti
distrazioni di danaro che del presunto sistema creato ai danni di ignari
consumatori. Per 1'accusa funzionava così: gli acconti versati dai clienti per
acquistare immobili sparivano per essere dirottati nei conti di altre società.
Così le casse si svuotavano e con il fallimento
to gli investitori si ritrovavano senza nulla in mano: ne la casa ne la caparra. Gentilini in particolare è stato tirato in ballo come amministratore unico fino al 2008 e poi come presidente del cda fino al fallimento datato febbraio 2013 della Im.gest srl. In questa veste viene accusato di avere favorito alcuni creditori a discapito di altri. Nella lista ci sono sia liberi professionisti che titolari di ditte del settore. Tra gli addebiti mossi, figura pure quello di avere distratto oltre a danaro anche attrezzatura vana da cantiere come martelli demolitori, motogeneratori, smerigliatrici, inchiodatrici, veicoli e perfino una gru per un totale di diverse decine di migliaia di euro. NEL CAPO d'accusa non ci sono solo reati legati alla bancarotta: il 51 enne, in concorso con altri, dovrà rispondere pure di truffa per avere presumibilmente indotto in errore potenziali compratori di case facendosi consegnare ingenti caparre poi perdute in seguito al fallimento societario. Nella lista dei reali attribuiti a Gentilini troviamo infine l'emissione di fatture per operazioni inesistenti per evadere le imposte. E l'appropriazione indebita di materiale vario da lavoro come una pala gommata, un mini escavatore . Per quanto riguarda gli altri 11 indagati - due sono di Faenza, uno di Brisighella e otto di fuori regione -, sono stati per lo piu chiamati
to gli investitori si ritrovavano senza nulla in mano: ne la casa ne la caparra. Gentilini in particolare è stato tirato in ballo come amministratore unico fino al 2008 e poi come presidente del cda fino al fallimento datato febbraio 2013 della Im.gest srl. In questa veste viene accusato di avere favorito alcuni creditori a discapito di altri. Nella lista ci sono sia liberi professionisti che titolari di ditte del settore. Tra gli addebiti mossi, figura pure quello di avere distratto oltre a danaro anche attrezzatura vana da cantiere come martelli demolitori, motogeneratori, smerigliatrici, inchiodatrici, veicoli e perfino una gru per un totale di diverse decine di migliaia di euro. NEL CAPO d'accusa non ci sono solo reati legati alla bancarotta: il 51 enne, in concorso con altri, dovrà rispondere pure di truffa per avere presumibilmente indotto in errore potenziali compratori di case facendosi consegnare ingenti caparre poi perdute in seguito al fallimento societario. Nella lista dei reali attribuiti a Gentilini troviamo infine l'emissione di fatture per operazioni inesistenti per evadere le imposte. E l'appropriazione indebita di materiale vario da lavoro come una pala gommata, un mini escavatore . Per quanto riguarda gli altri 11 indagati - due sono di Faenza, uno di Brisighella e otto di fuori regione -, sono stati per lo piu chiamati
in causa in ragione di fatture
ritenute fasulle p di presunte distrazioni di patrimonio con travasi di danaio
milionari. Tra gli escamotage che secondo l’accusa erano stati usati per
spostare liquidità, c'è pure l'acquisto di terreni edificabili a Panama.
Protagoniste della fitta trama descritta dalle Fiamme Gialle sono in
particolare tre srl faentine. Ed è proprio sulla base delle rispettive
procedure fallimentari che era scattata l'indagine. A una prima lettura le tre
apparivano formalmente distinte ma per l’accusa costituivano un unica entità
economica. Tutte e tre erano state dichiarate fallite con sentenze del febbraio
2013. Oltre alla Imm.ge st srl, ci sono anche la Kalipso srl e la Mars srl.
Secondo l’analisi del curatore, funzionava così: Mais e Kalipso comperavano i
terreni o gli immobili da ristrutturare e poi davano l’opera in appalto alla
Imm.gest. Quindi sottoscrivevano i preliminari per incassare gli acconti da
privati cittadini che credevano di avere fatto un buon investimento nel
mattone. E con tali somme che venivano finanziati i lavori della Imm.gest. Ma
quest’ultima già dal 2006 era in crisi. Ora gli indagati, difesi dagli avvocati
Nicola De Curtis, Cristina Bernardo, Guido Re, Andrea Visani e Giovanni
Battista Emaldi, avranno 20 giorni di tempo per farsi interrogare o per
presentare loro memorie. Andrea Colombari
ma dov'è adesso Stefano Gentilini? Siamo nel 2023..non trovo sue notizie da nessuna parte.. E' in carcere?
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