FAENZA AD UN EROE DEL RISORGIMENTO FAENTINO NON HA DEDICATO
NULLA!
Venerdi sera a Faenza presso la Pinacoteca
comunale lo scrittore romagnolo Enzio Strada ha
presentato il suo libro "Giovanni Pianori detto Brisighellino.
Osare e morire per l'Italia e per Mazzini". Oltre all'autore sono
intervenuti il vice sindaco di Faenza
Rivola Giovanni, il direttore della Pinacoteca comunale Claudio Casadio, Roberto Balzani, docente dell'Università di
Bologna e sindaco di Forlì, e il direttore de Il Pensiero Mazziniano Pietro Caruso. L’incontro è stato
coordinato da Andrea Dolcini dell'Associazione "Alteo Dolcini". Il
volume è stato edito dall'editrice Carta
Bianca di Faenza e nelle 300 pagine pubblicate riporta il frutto di oltre
quaranta anni di ricerche su Giovanni Pianori, nato a Brisighella ma residente
a Faenza e la storia del Risorgimento italiano. L'autore ha presentato l’ imponente
opera di ricerca e analisi dei documenti conservati negli archivi di Londra,
Parigi, Roma, Torino, Firenze, Ravenna, Faenza e soprattutto nell'Archivio
Segreto Vaticano. Il risultato è un testo che ricostruisce, dopo oltre centocinquanta
anni, la vicenda di Giovanni Pianori e il suo attentato contro
l'imperatore francese Napoleone III. Un'opera che già dalle prime
pagine introduce il lettore nelle vicissitudini del Brisighellino con uno stile
sospeso fra l'inchiesta giornalistica e il giallo storico. Giovanni Pianori,
nato nelle colline di Brisighella nel 1827, ha vissuto fin da bambino a Faenza dove faceva il calzolaio e aderì alle
associazioni in lotta per l'Indipendenza e l'Unità d'Italia. Abitante nella
zona di Sant'Ippolito fu uno degli aderenti alla Macchia Grande, partecipò ai
moti di Scavignano guidati da Raffaele Pasi e nel 1848 combatté a Vicenza
durante la Prima Guerra di Indipendenza e difese la Repubblica Romana di
Mazzini e Garibaldi affossata da Luigi Napoleone Bonaparte. Costretto
all'esilio in Francia e in Inghilterra, il 28 aprile 1855 a Parigi, sui Campi
Elisi, Pianori sparò due colpi di pistola contro l'Imperatore francese. Dopo un
processo farsa (senza interprete e praticamente senza difesa) fu condannato
a morte mediante ghigliottina, che il Brisighellino affrontò con
incredibile coraggio al grido di Viva la Repubblica, Viva l'Italia. Mazzini
rese omaggio alla memoria di questo patriota con parole che non aveva mai usato
per nessuno: Pianori era stato capace di «osare e morire» e aveva reso un
«servigio alla Patria». Interessanti gli interventi dei vari oratorii incalzati
da andrea Dolcini, che ha preso l’impegno di parlare completamente di Giovanni
Pianori in un altro incontro e facendo notare che Faenza ha ricordato con vie,
targhe tanti parti di Faenza ad eroi del Risorgimento ma ha dimenticato di
dedicarne una a Giovanni Pianori. Non è
mai troppo tardi.
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