Il volume
dedicato al Brisighellino sarà
presentato il 20 dicembre alla Pinacoteca
comunale di Faenza.
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Venerdì 20 dicembre, alle
ore 21.00, presso la Pinacoteca comunale di Faenza (via S.Maria dell'Angelo,
9) lo scrittore romagnolo Enzio Strada presenterà il suo libro
"Giovanni
Pianori detto Brisighellino. Osare e morire per l'Italia e per Mazzini". Oltre all'autore
interverranno alla presentazione il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi, il
direttore della Pinacoteca comunale Claudio Casadio, Roberto Balzani, docente
dell'Università di Bologna e sindaco di Forlì, e il direttore de Il Pensiero
Mazziniano Pietro Caruso. Coordinerà l'incontro Andrea Dolcini
dell'Associazione "Alteo Dolcini". Il volume che viene presentato
venerdì prossimo è edito dall'editrice Carta Bianca di Faenza e nelle 300
pagine pubblicate riporta il frutto di oltre quaranta anni di ricerche su
Giovanni Pianori e la storia del Risorgimento italiano. L'autore ha svolto una
imponente opera di ricerca e analisi dei documenti conservati negli archivi di
Londra, Parigi, Roma, Torino, Firenze, Ravenna, Faenza e soprattutto
nell'Archivio Segreto Vaticano. Il risultato è un testo che ricostruisce, dopo
oltre centocinquanta anni, la vicenda di Giovanni Pianori e il suo attentato contro
l'imperatore francese Napoleone III. Un'opera che già dalle prime pagine introduce il
lettore nelle vicissitudini del Brisighellino con uno stile sospeso fra
l'inchiesta giornalistica e il giallo storico. Giovanni Pianori, nato nelle
colline di Brisighella nel 1827, ha vissuto fin da bambino a Faenza dove faceva
il calzolaio e aderì alle associazioni in lotta per l'Indipendenza e l'Unità
d'Italia. Abitante nella zona di Sant'Ippolito fu uno degli aderenti alla
Macchia Grande, partecipò ai moti di Scavignano guidati da Raffaele Pasi e nel
1848 combatté a Vicenza durante la Prima Guerra di Indipendenza e difese la
Repubblica Romana di Mazzini e Garibaldi affossata da Luigi Napoleone
Bonaparte. Costretto all'esilio in Francia e in Inghilterra, il 28 aprile 1855
a Parigi, sui Campi Elisi, Pianori sparò due colpi di pistola contro
l'Imperatore francese. Dopo un processo farsa (senza interprete e praticamente
senza difesa) fu condannato
a morte mediante ghigliottina, che il Brisighellino affrontò con incredibile
coraggio al grido di Viva la Repubblica, Viva l'Italia. Mazzini rese omaggio
alla memoria di questo patriota con parole che non aveva mai usato per nessuno:
Pianori era stato capace di «osare e morire» e aveva reso un «servigio alla
Patria».
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