LA
CHIESA Un atto dell’anno 1052 registra la prima citazione di questa
località: “San Cassiano Vallis Alamonis”. Un documento dell’anno 1073
testimonia che la chiesa parrocchiale esisteva nella riva destra del fiume
Lamone, in località “Ca di Martino” fra i poderi di “Caminata” e “Sganghera”.
Non molto dopo questa lascia il posto, alla parrocchia di S. Cassiano in
“Petrosa o Pidriolo”. Monsignor Ascanio Marchesini nella visita
apostolica del 1573 scrive che: la chiesa non aveva ancora il titolo di
arcipretale, ne era rettore un certo Cassiano da Cavina, parroco da circa
quaranta anni. Marchesini sottolinea ancora che essa aveva un unico altare con
“belle icone”. Sappiamo inoltre dalla sua relazione che a San Cassiano esisteva
anche un “Hospitale San Cassiani” o “Hospitale Santa Maria”, ma l’indicazione
del luogo dove sorgesse è ignota. Dal censimento del Cardinale Anglico del 1371
risulta che la “Villa San Cassiani” contava trentasei famiglie (circa
duecentottantasei abitanti). Ma già nell’anno 1432 il loro numero era
sensibilmente aumentato. Nel 1471 il castellano aveva lo stendardo bianco e
azzurro con un bue d’oro rampante. Di rilevante importanza storica resta il
ricordo di grande lotta avvenuta fra lanzichenecchi e valligiani. Infatti nel
1527, al passo delle Pendici, i lanzichenecchi, questi terribili soldati di
origine spagnola, rotti e corrotti ad ogni sorta di compromesso, che scorazzano
seminando ovunque dolori e morte, furono respinti e per recarsi a Roma, dove
erano diretti, dovettero prendere la strada della valle del Ronco. Per secoli
gli abitanti di questa località, per evidenziare il loro coraggio, in
caso di discordia, hanno ripetuto un detto “bada che non ci hanno
fatto paura i lanzichenecchi …”, come per sottolineare la loro audacia
e la loro forza, “quindi di tei non abbiamo paura, anzi …” .
Il castello di San Cassiano non cadde col tempo in rovina totale, per anni
rimase, coi suoi muri, un simbolo di forza e di grandezza. La famiglia Lega,
legata da secoli a questo luogo, ancora nell’anno 1824 possedeva una parte
dell’antico fortilizio. Ora di questo non rimangono che gli avanzi
di un torrione, per di più (1940-1945) questi ruderi hanno subito
danni irrimediabili per l’avanzare del secondo conflitto mondiale. Quindi,
dell’antica gloria rimane poco o nulla. Prof. Piero Malpezzi
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