Albatros –
ottobre 2011 – pag. 87 - €12,90 Costo
di Spedizione: 0€ GRATIS
Commento di Egisto Pelliconi, ex Sindaco di
Brisighella, per “Libro Aperto” Ravenna
Il libro appena uscito, che nella copertina a
colori riporta l'immagine di Giustiniano Imperatore d'Oriente – particolare del
mosaico della Basilica di S. Vitale a Ravenna – mi aveva portato a pensare che
si trattasse di una nuova guida dei mosaici di Ravenna. Invece è la più recente
pubblicazione del mio illustre predecessore Achille Albonetti, che è stato Sindaco di Brisighella dal 1961 al 1971.
Grande è stata quindi la sorpresa e avvincente la lettura delle ottantasette
pagine di "Politica estera e Democrazia italiana". Nella
presentazione si legge che l'autore ha avuto una lunga e ricca vita pubblica,
costellata di interessanti permanenze e viaggi all'estero. L'amicizia che mi lega ad Achille
Albonetti, anche se occasionalmente attraversata da qualche contrasto, è forte
e consolidata negli anni, tale da farmi indugiare con piacere nel raccontare le
sue molteplici esperienze e attività che vanno ben oltre il suo decennale
impegno a Brisighella come primo cittadino, quando ero al suo fianco come
Assessore Delegato nella condivisione delle responsabilità dell'amministrazione
comunale. Albonetti è stato
esperto economico della Delegazione Tecnica dell'Ambasciata d'Italia a
Washington, consigliere economico della rappresentanza italiana presso
l'Organizzazione Europea per la Collaborazione Economica a Parigi (OECE);
direttore del Gabinetto del Vicepresidente della Commissione Europea a
Bruxelles. Ha lavorato inoltre con gli ambasciatori Roberto Gaja e Roberto
Ducci. Per la sua concreta
presenza e attività nell'ambito europeo,
l'ambasciatore Sergio Romano ebbe a definirlo un "autentico
artigiano" italiano nella costruzione dell'Europa dalle sue origini. È stato direttore per gli Affari
Internazionali e gli Studi Economici del Comitato Nazionale per l'Energia
Nucleare (CNEN), governatore per l'Italia dell'Agenzia Internazionale
dell'Energia Atomica (AIEA) delle Nazioni Unite a Vienna. È stato anche
presidente della TOTAL italiana e dell'Unione Petrolifera: carica ricoperta in
precedenza anche dallo zio Domenico Albonetti, socio fondatore e presidente
della nota compagnia petrolifera italiana "Aquila". Attualmente, e già da diversi anni, è
direttore della prestigiosa rivista italiana di problemi internazionali, il
trimestrale "Affari Esteri". Ha
mantenuto però legami anche con Brisighella. Infatti, congiuntamente agli ex
Sindaci, a Rosa Angela Nonni Fabbri e a Velda Raccagni, è socio fondatore della
Fondazione "La Memoria Storica di Brisighella I Naldi - Gli Spada",
promossa dal Cardinale Achille Silvestrini, ed ha destinato per gli archivi
della stessa copia delle riviste e delle pubblicazioni da lui curate durante la
sua lunga carriera.
Achille Albonetti infatti ha pubblicato numerosi
libri e saggi sui problemi politici ed economici in italiano, francese, inglese
e tedesco. In questa ultima
pubblicazione con un ritmo veloce e incalzante l'Autore affronta alcuni temi
cruciali e di grande attualità politica. Non segue assolutamente le mode e i
venti del momento, ma pone dei punti fermi indelebili, direi assoluti. Nel primo saggio "La politica estera. La
pace. La guerra. Il ruolo dell'energia" si esamina l'importanza della
politica estera nella gestione di uno stato, citando quanto accaduto dopo la
Prima Guerra Mondiale, quando "per un'errata politica estera scomparvero
quattro grandi imperi centenari: l'Impero Austro-Ungarico; l'Impero Ottomano;
l'Impero Russo; e l'Impero Prussiano. L'Austria, centro di un impero millenario
ed erede di Roma, fu ridotta da allora a una piccola repubblica europea, poi
preda della Germania nazista". Il saggio continua con un esame della
difesa e delle sue priorità; dell'importanza dell'integrazione politica
dell'Europa e della solidarietà atlantica; della presenza mondiale degli Stati
Uniti e dei problemi dell'epoca nucleare. Per
spiegare il presente, nel secondo saggio "Il Risorgimento e l'Unità
d'Italia", Albonetti esamina i valori, gli obiettivi e le caratteristiche
di questo periodo storico, citando Rosario Romeo, che lo considera "il
processo politico più importante e positivo che il nostro Paese abbia
conosciuto nei mille anni di vita della nazione italiana". Si parte con un
accenno alla civiltà greco-romana ed a quella del primo millennio, per passare
velocemente a sintetizzare il secondo millennio soffermandosi in particolare
sugli ultimi duecento anni. Nel 1848 il Regno di Sardegna promulgò lo Statuto
Albertino, che resterà la Carta fondamentale italiana per un secolo, fino alla
Costituzione repubblicana del 1948. Neanche il fascismo e Mussolini, seppure
con una falsa interpretazione, ebbero l'ardire di abrogare questo Statuto.
Due
guerre di indipendenza, Cavour, Vittorio Emanuele II, Garibaldi, Mazzini: il 17
marzo 1861 è proclamato il Regno d'Italia e, dopo la terza guerra di
indipendenza e la conquista di Roma il 20 settembre 1870, l'Italia è finalmente
unita.
Mancano soltanto Trento, Trieste, la Venezia
Giulia e l'Istria che verranno assegnate all'Italia con il trattato di pace, a
seguito della Prima Guerra Mondiale. L'Istria, Pola e Gorizia, e parte del
territorio di Trieste furono perdute con la Seconda Guerra Mondiale.
Malgrado
questo intenso e travagliato percorso storico si può affermare che il
Risorgimento e l'Unità d'Italia hanno rappresentato per la nazione italiana un
periodo di enorme sviluppo, tanto che nel secondo dopoguerra l'Italia ha
partecipato alle più importanti iniziative internazionali come l'integrazione
europea e l'Alleanza Atlantica (NATO). A Roma, nel 1957, furono firmati i
trattati istituenti la Comunità Economica Europea (Mercato Comune) e la
Comunità Europea per l'Energia Atomica (EURATOM). Achille Albonetti era
componente della delegazione italiana in questi momenti storici. In Italia
hanno sede importanti basi militari degli Stati Uniti e dell'Alleanza
Atlantica.
La
crescita non fu arrestata neanche da più di un decennio di terrorismo, con
centinaia di attentati e vittime. L'instabilità politica, con continui
mutamenti di governo, e la tangentopoli degli anni '90 non hanno ugualmente
fermato lo sviluppo iniziato nel periodo risorgimentale che aveva portato la
penisola ad essere uno stato anziché una accozzaglia di staterelli.
Ma venendo ai nostri anni, Albonetti scrive che
"preoccupante è stato il plebiscitarismo e populismo berlusconiano che ha
caratterizzato gli scorsi sedici anni e che devastante è la persistente
denigrazione e la conseguente diminuita fiducia nei pilastri dello stato
liberale e democratico". E per quanto riguarda la politica estera, l'autore
asserisce che per evitare l'ulteriore declassamento con la conseguente
marginalizzazione, l'Italia dovrà intensificare l'impegno per l'integrazione
politica e per la difesa dell'Europa. Questo
lavoro, proprio nell'anno in cui l'Italia festeggia i centocinquant'anni della
sua unità, acquista uno specifico e ulteriore valore aggiunto.
Infine
nella terza parte "Un programma per la democrazia italiana" si
sostiene "la necessità di un programma per la crescita della democrazia;
l'esigenza di urgenti riforme; il controllo democratico dei nuovi poteri; un
programma efficace per a) i Partiti b) i Sindacati c) la Stampa, la Radio e la
Televisione d) la Magistratura e le Forze armate". Tutto questo visto
secondo le profonde concezioni di un tecnico.
"Politica estera e Democrazia
italiana" è quindi un sintetico, originale e ricco manuale di politica per
tutti, non soltanto per gli esperti o presunti tali. Il lavoro di Albonetti si
può in definitiva concentrare in alcuni punti principali: primato della
politica estera; la pace intesa come bene supremo per l'equilibrio
internazionale; incapacità delle guerre di risolvere in molti casi i problemi
per i quali sono iniziate; importanza fondamentale dell'Unità europea per arrestare il declino del nostro
continente; ruolo dell'energia nella politica estera; impiego dell'energia
nucleare come strumento di politica estera. Nelle
conclusioni finali si legge che "la crisi attuale è molto seria, perché è
una crisi istituzionale, politica, morale, sociale, economica e finanziaria.
Malgrado ciò", asserisce Albonetti, "non è certo che il quadro ci
porti a un declino definitivo, ma occorre urgentemente un programma per far
crescere l'ordinamento democratico e garantire la competizione politica
(democrazia) e la competizione economica (mercato), responsabilizzando quei
poteri ed organismi oggi democraticamente irresponsabili.
La crescita dell'ordinamento democratico non è, del resto, un problema soltanto
italiano. È una questione vitale, che debbono affrontare tutte le democrazie,
anche quelle di più lunga data, se vogliono sopravvivere, svilupparsi e dare il
proprio contributo all'equilibrio internazionale ed alla pace".
Mentre trascrivo queste
considerazioni finali sono le ore ventuno del 12 novembre 2011 e proprio in
questo momento a Roma il Presidente del Consiglio sale al Quirinale per
rassegnare le dimissioni del suo governo nelle mani del Presidente della
Repubblica: è finita la "seconda repubblica". Auguriamoci che
l'auspicio di Albonetti divenga realtà. Egisto Pelliconi
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