BRISIGHELLA. Ci aveva lasciati sull’orlo del
panico con il suo “Aepilogous 2012”, romanzo catastrofista costruito sulla
profezia Maya, ambientato a Brisighella e
dintorni. Ma adesso lo scrittore faentino ma brisighellese di origine Vincenzo Malavolti (noto anche con lo
pseudonimo di Vincent W. Mallory) penna prolifica e attenta alle vicende
contemporanee, sempre originale nei suoi racconti, è passato con disinvoltura
dalla fine del mondo al mondo delle fiabe.
Così dopo i condizionamenti di tv, cinema e media sul tanto temuto
21.12.2012 ha deciso, proprio alla vigilia della fatidica data, di virare
sul genere letterario tanto caro ai bambini, stile Cappuccetto Rosso e
Biancaneve, “Ariella - La principessa e il giullare”, sostenendo
addirittura che tra le due opere vi sia anche una certa continuità. «Aepilogus
2012 è sostanzialmente un fiaba - spiega lo scrittore -, infatti si conclude
con la frase “di leggende se ne raccontano tante nel nostro villaggio…”; da qui
lo spunto per raccontarne una ai bambini, la storia di Ariella». Per dare
continuità al suo ciclo creativo, Malavolti
presenterà la fiaba durante “un’ultima cena” all’Osteria della Fonte di
Brisighella proprio venerdì 21 dicembre. Per affrontare la catastrofe a
stomaco pieno, lo scrittore ha ideato anche un menù astrale: antipasto di Atlantide, cappelletti di Giove in salsa
di Saturno, polpette di Mora romagnola al taglio galattico tanto per citare
alcune delizie. Ovviamente ci sarà tempo per raccontare leggende, storie e
soprattutto la nuova fiaba di Ariella: «una principessa occhialuta e capricciosa,
che non lavandosi i denti fin da piccola, nessuno la vuole in isposa. Un
problema che provoca la crisi del suo Regno tricolore, Pastaland, governato dal
padre Re Bastachesimangi». Una fiaba ironica per gli adulti (in quanto vi si
potranno leggere metafore sull’attuale situazione politica ed economica) ed
educativa per i bambini, perché la morale può essere riassunta nel motto
coniato per l’occasione: “curare l’igiene fin da piccoli per vivere felici e
contenti e non avere regni cariati”. Francesco Donati Corriere di Romagna
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