G.Ugonia – Sede delle ex
Opere Pie di Brisighella, purtroppo trasformate in ASP dalla Legge Regionale
Negli ultimi tempi sono
riportate, con sempre maggior frequenza, notizie di pesanti e insistenti
pressioni esercitate da ambienti amministrativi e politici al fine di pervenire
alla costituzione di un’unica ASP (Azienda dei Servizi alla Persona) per
l’intero distretto territoriale riferibile alla nostra Unione. Se ciò avvenisse,
verrebbe quasi certamente soppressa l’ASP “
Solidarietà Insieme” cui fanno capo i quattro comuni di Castel Bolognese,
Casola Valsenio, Riolo Terme, e Brisighella. Per quanto a nostra conoscenza
questa ASP ha fornito prova di buona gestione e di buona qualità nella
fornitura dei servizi agli assistiti, presenta un solido bilancio, svolge un’azione
significativa di contenimento del costo delle rette ed è stata in grado di
sviluppare importanti investimenti senza alienare completamente il patrimonio
(esiste ancora un modesto fondo circa mille euro del lascito della famiglia dei
cardinali Bernardino Spada 1560) per la Casa Protetta. Per queste ragioni la
soppressione dell’Asp “Solidarietà
Insieme” non sembrerebbe trovare giustificazioni di ordine operativo ed
economico né sembrerebbe necessitata da disposizioni legislative insuperabili poiché
non esiste al momento alcuna legge regionale che imponga l’unificazione delle
ASP di un unico ambito distrettuale.
Sindaco Missiroli sono vere le voci ricorrenti di procedimenti e atti finalizzati alla
costituzione di un’unica ASP in ambito distrettuale trovino riscontri concreti
in pronunciamenti degli organi della Regione, della Provincia o dell’Unione
della Romagna Faentina. Quale l’orientamento del Comune di Brisighella in
merito a questo problema che tocca da vicino le popolazioni di Brisighella e
che interessa ex Opere Pie secolari. L’idea fa forse parte del progetto “Brisighella Nuova 2.0: Comunità Ospitale”.
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Dalle 21.800 Opere Pie del 1890 alle ASP, dalla Regione a Rimini.
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Istituzioni
che si occupano di opere sociali esistono fino dal 1400 (ma la solidarietà
umana si perde nelle notte dei tempi): esse nascevano sulla base di donazioni
di famiglie benestanti a persone senza mezzi di sussistenza. Nel 1890 in
Italia si contavano circa 21.800 opere pie, frutto della gratuità della
società civile. Con la Legge Crispi del 17 luglio 1890 esse vengono
tutte nazionalizzate. Nel 1988 la Corte Costituzionale riconosce la
natura privata delle Ipab: il loro compito è assistere anziani e giovani in
difficoltà. Nel 2000 le Regioni assumono il compito di trasformare le
Ipab in Fondazioni private o Asp, Aziende di servizio alla persona. Nel
2003 la Regione Emilia-Romagna decide di puntare sulle Asp: saranno una
per distretto, per un totale di 49. Quando viene approvata la legge (2/2003)
in regione ce ne sono 220. Di queste, 52 cercano di restare private, 128 sono
interessate a diventare Asp. Il valore dei patrimoni delle attuali Ipab in
regione è di circa 570milioni. Gli assistiti sono 18mila di cui 13mila sono
anziani. Il febbraio del 2008 è il termine ultimo per la trasformazione delle
Ipab in Asp. (dati tratti dal Resto
del Carlino del 10 gennaio 2008)
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