Parco Vena del Gesso
Romagnalo. La tipica sagoma e la porcillaia di maiali
L’intero
comunicato stampa
Vincenzo
Galassini - Dati. I diversi Governi, nella contrazione
della spesa pubblica nell'arco di quattro anni, hanno ridotto le risorse per i
parchi e l’obbligo di eliminare quelli regionali. Nella realtà è rimasto tutto
come prima invece dello Stato, paga la Regione e gli enti locali, Provincia e
Comuni. Alla faccia del risparmio, il
debito pubblico passa dallo Stato alla Regioni! Dai giornali apprendo che i
Consorzi di gestione dei Parchi regionali sono stati sostituiti dagli Enti di
gestione per i “Parchi e la Biodiversità” per il risparmio della pubblica
amministrazione! Il nuovo comitato crea una serie di scatole cinesi,
incomprensibili per la scarsa trasparenza (tipico della sinistra), vedremo se il
bilancio 2013 diminuirà rispetto a quello del Parco della Vena del Gesso 2012 che ha avuto una spesa corrente di 317mila euro (10% in più del 2011 di
32.000 euro). Le entrate, contributi
degli Enti soci Comuni e Province, Regione, e
dai contributi degli Enti per la gestione dei centri visita del Parco (5.000
euro!) di contro le spese
correnti per gli organi di gestione dell’Ente (compenso per il Direttore, rimborso
all’Unione dei Comuni
per il personale, compenso al Revisore Conti), ammortamento dei mutui,
presunti interessi passivi, contributi obbligatori, IRAP, spese generali di
funzionamento, acquisti materiali, gestione dei due Centri visita, convenzioni
per la tutela ambientale, per complessive €.
317mila, compreso 40.000 euro per la promozione!
Una riflessione. L’area del “Parco Carnè” nato nel 1973, all’interno
dell’area della Vena del Gesso per quasi trent'anni è stata tenuta viva e
attiva, dai dei tre enti proprietari Comune di Brisighella e Faenza, Provincia
di Ravenna. La volontà maggiore, bisogna ripeterla è stata del Comune di
Brisighella con il piano Regolatore del 1962
(Albonetti) e quello del 1980 (Galassini), che ha negato nuovi permessi di escavazione del gesso, ricordo la chiusura della FLORSAN
azienda inquinante, chiusura della Cava
del Monticino e recupero in museo
all’aperto. Il costo annuale di gestione era modesto circa di 30 milioni (15.000 euro), diventati ora di 46.000 euro! (90 milioni), divisa fra i
tre enti.
Domande. Si deve risparmiare. Perché
non si è smantellato il nuovo carrozzone pubblico unificato,
creato dalla Regione, contro le leggi Nazionali?. Perché si mantiene un Parco Regionale dei Gessi sopra la testa dei
proprietari che l’hanno sempre rispettato, con
spese duplicate (317.000) a svantaggio dei residenti quando mancano
l’adeguamento e il mantenimento della viabilità? Perché il nuovo piano Regolatore (Sindaco Sangiorgi, arch. Ennio
Nonni) nella zona Parco, ha permesso di
radere il sito archeologico industriale della fabbrica del Gesso (Molinone) mantenendo la memoria storica
(sono caduti sul lavoro quattro operai) e ha permesso la nuova costruzione di
un immenso allevamento suinicolo che
danneggerà la vita dei residenti, degli agriturismi sorti nel frattempo, e dei
tanti nuovi residenti, che hanno acquistato e recuperato case coloniche,
affascinati dall’ambiente? Perché Il
comune di Brisighella ha presentato il progetto “Brisighella 2” per un nuovo sviluppo, e non recuperato e mantenuto
prima quanto fatto di buono nel passato?
Perché a Brisighella, tutto
tace, maggioranza, opposizione, ambientalisti, speleologi, un nuovo metodo di governare e per
stravolgere l’ambiente naturale?
Un dubbio. La nuova centralina installata
vicino al Monticino e all’ex fabbrica
Florsan, costata al Parco della Vena del Gesso quasi 30.000 euro, oltre che
la temperatura raccoglierà forse anche la densità dei cattivi odori della nuova
porcillaia?
Altro che “Rivoluzione
parchi” meglio affermare “Rivoluzione dell’ambiente” Il consigliere provinciale (Pdl) Vincenzo
Galassini
Alla faccia dell'ambiente, ma quanti sono i maiali, scusate Troia Mora, nella nuova porcillaia che renderà più profumata la valle del Sintria e il Parco della Vena del Gesso?
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