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sabato 10 settembre 2016

EMILIANA NERI ALBONETTI ABITA AL MONTICINO DAL 1956: CUSTODE DELLA MADONNA. BELLA STORIA RACCONTATA DA CLEMENTINA MISSIROLI

1956, al Monticino da sx Emiliana Neri Albonetti, la suocera Luigia Montevecchi, il marito Lorenzo Albonetti i figli Carlo Alberto e  Beatrice,

IL PICCOLO - Ogni volta che si arriva al piazzale antistante il santuario del Monticino. non si può tare a meno di provare una piacevole emozione: è come trovarsi in un balcone proteso nella vallata, mentre lo sguardo scivola libero Uno ai più lontani azzurrognoli crinali appenninici. Chissà se queste sensazioni di meraviglia le prova ancora Emilia quando si affaccia a una finestra o sull'uscio di casa... Perché la sua casa è proprio al Monticino, in quell'edificio a più piani che si appoggia a  un lato del santuario e di cui lei occupa il pianterreno da ben sessant'anni. Ora è sola dopo la morte del marito Lorenzo Albonetti, mancato nel 2009, ma non soffre di solitudine perché quotidianamente le fanno visita i figli Carlo Alberto e Beatrice, spesso i nipoti e i pronipoti. E poi ci sono i turisti, numerosi specie nella stagione estiva. Quando sali per la prima volta la ripida stradicciola era una giovane sposa. Nata alla Badia di Susinana in quel di Palazzuolo, abitava, dopo il matrimonio con Lorenzo, a Fornazzano. in un podere ivicino a Croce Daniele. Quando il figlio Cario Alberto aveva quattro anni, già  alla scuola, alle difficoltà create dalla lontananza e allora di comune accordo si misero alla ricerca  di una sistemazione migliore. Lorenzo faceva il muratore nella ditta  Galassini di Brisighella e sentì dire che al Monticino cercavano un custode. Parlò con il rettore del santuario, don Davide Conti, che si mostrò favorevole, ma prima pretese di vedere la famiglia al completo. Così una domenica mattina si misero in viaggio: partirono a piedi Emilia, Lorenzo, il piccolo Carlo Alberto, la nonna Luigia. Da Croce Daniele arrivarono a S. Cassiano seguendo il rio Corneto e qui presero la corriera  per giungere a Brisighella puntuali alla messa delle 10, di solito celebrata da don Conti. Poi salirono al Monticino a vedere la casa e la prima impressione non fu affatto positiva per Emilia: strada sconnessa, appartamento in cattivo stato, trascuratezza, altro che  soffermarsi sulla bellezza del panorama! "Non mi piace" disse  subito, ma Lorenzo finì per  convincerla, promettendo che avrebbe apportato qualche miglioria, grazie alle sue competenze di muratore. Così, il 21 ottobre 1956, traslocarono. La loro mansione era quella di tenere pulita chiesa e piazzale, preparare

venerdì 2 settembre 2016

TERREMOTO AD AMATRICE INADEMPIENZE, A BRISIGHELLA (2002) LE STESSE COSE. IL COMUNE E LA REGIONE NON HANNO FATTO NULLA PER ELIMINARE IL PERICOLO NEL CENTRO STORICO!


            Nel clima “concordia nazionale” dopo l’ultimo terremoto, riporto il testo del comunicato stampa emesso quattro anni fa per il terremoto di Finale Emilia, riferito a quello del 2000, attuale purtroppo, anche oggi.
“TORNA IL TERREMOTO MA LE DIMENTICANZE E LE PRESCRIZIONI, INEVASE DA DIECI ANNI, NON TOLGONO IL PERICOLO PER I RESIDENTI DI BRISIGHELLA.
“Il terremoto di sabato il più violento degli ultimi 450, come afferma Linguerri, che ha svegliato l’intera Emilia-Romagna con morti e danni a Finale Emilia, mi fa riprendere una lunga battaglia iniziata dieci anni fa (2002) per la sicurezza del centro storico di Brisighella che purtroppo non ha portato a nessuna conclusione per la negligenza e forse l’omertà di chi deve prendere i necessari provvedimenti. Nel lontano 4 maggio 2002, segnalai la sopraelevazione di un piano a un fabbricato, in pieno centro storico, di fronte al Palazzo comunale e alla finestra del Sindaco di Brisighella Sangiorgi Cav. Cesare, il tutto realizzato al di fuori delle norme urbanistiche e sismiche, la denuncia arrivò al Tribunale di Ravenna, andò in prescrizione perché passati i termini, la perizia del tecnico del tribunale confermava l’abuso. Il 7 settembre 2009, inviai raccomandata al nuovo sindaco di Brisighella, al segretario comunale, a tutti i consiglieri, di prendere iniziative per tutelare la sicurezza dei cittadini e gli interessi economici del Comune di Brisighella, recuperando i danni subiti, per le casse del Comune con l’ampliamento del “PALAZZO ex POSTE". Necessario garantire i cittadini di Brisighella, per non creare un caso come quello della “Casa della Gioventù” all’Aquila che tutti sapevano e nessuno è intervenuto in anticipo. Il 29 novembre 2009 l’assicurazione scritta che il problema sarebbe stato esaminato, poi nessun provvedimento, in data 24 giugno 2011 un nuovo sollecito con raccomandata e un’interpellanza del consigliere regionale Gianguido Bazzoni perché "La Regione Emilia-Romagna, assieme alla Protezione civile nazionale e del Cnr-Igag, realizzerà a un progetto sperimentale di valutazione del rischio sismico a supporto della pianificazione urbanistica". Un progetto che vedrà coinvolti i Comuni di Faenza, Brisighella, … richiedeva “che sarebbe altrettanto utile che si verifichi anche la stabilità di quegli edifici che sono stati costruiti al di fuori delle norme urbanistiche e sismiche, come la sopraelevazione di un edificio in centro a Brisighella di fronte al Palazzo comunale…. ".  Dopo le segnalazioni, le denunce, le interrogazioni, tutti rimangono muti, zitti non danno risposte. Perché non si prendono i provvedimenti, si deve forse coprire qualcuno? Certamente qualcosa non funzione, sono passati dieci anni di lotte e denunce e la situazione è ancora quella del 2002!  Parole, parole…. Certo non aspetterò ancora un altro terremoto! -Maggio 2012-“
            Brisighella è sempre stata sismica (terremoto 1781 e precedente),  confermata nell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con la Delibera della Giunta Regionale dell'Emilia-Romagna n. 1435 del 21.07.2003 classificata: “Zona con pericolosità sismica media dove possono verificarsi terremoti abbastanza forti.”
Oggi con collaudi falsi ad Amatrice, uno dei borghi più belli d’Italia come Brisighella, fa ripetere le stesse considerazioni dell’Aquila, dopo la denuncia fatta a suo tempo, nessuno paga e non si mettono a norma gli edifici privati.
Chiedo alla regione Emilia-Romagna e al sindaco: Cosa si attende per fare a mettere a norma l’edificio ex Poste nel centro storico posto su tre strade pubbliche. Sono stati recuperati i fondi del terremoto pagati dallo Stato e Regioni per lavori non eseguiti.  Che cosa dice la relazione del 2011, della Regione Emilia-Romagna, Protezione civile nazionale e del Cnr-Igag, sulla valutazione del rischio sismico a supporto della pianificazione urbanistica, progetto che ha coinvolto i Comuni di Faenza e Brisighella.
Non rispettare la legge a Brisighella e in Italia è diventata purtroppo una norma? Vincenzo Galassini



sabato 13 agosto 2016

“PROFUGHI O CLANDESTINI”: SITUAZIONE E PROSPETTIVE A BRISIGHELLA? INVASIONE PROGRAMMATA DAL DUO RENZI-ALFANO

L’ex canonica del defunto parroco  don Alteo Cappelli, accoglie ora i profughi
Profughe di Fognano integrate al Carnevale di brisighellaL’ultimo piano dell’ex Ospedale San Bernardo di
Brisighella vuoto da anni e i lavori con le scale di sicurezza

In questi giorni sono arrivati i primi sette profughi nell’ex casa parrocchiale della Chiesa di san Ruffillo, dopo l’incontro fra parrocchiani, prefetto, sindaco, rappresentanze religiose, che hanno espresso parere favorevole all’accoglienza, dopo i lavori di sistemazione e l’impegno di tenerli per diversi mesi rimanendo all’interno della struttura essendo lontani dal centro abitato di Brisighella (4 km). A Fognano rimangano le africane, in arrivo fra tre mesi di bambini, due profughe sono in cinta. Ignoro le tante voci.        Anche sul territorio provinciale stanno arrivando un numero di richiedenti asilo superiore rispetto a quanto era stato previsto negli accordi fra l'Unione dei Comuni della Romagna Faentina e la prefettura di Ravenna. Il fenomeno degli sbarchi di profughi provenienti sta aumentato di ieri la notizia di arrivo forse di 1.450 profughi secondo il nuovo piano del governo Renzi che prevede di trasferire venticinque richiedenti “asilo” ogni 1.000 abitanti. Brisighella 7.500 abitanti, arrivi presunti 187, presenti ora 20. Questa nuova ondata di arrivi ha fatto sì che sul nostro territorio si rendesse necessario trovare una nuova modo di accoglienza emergenziale e temporanea hanno scelto di ospitare i richiedenti asilo nella residenza "Il Fontanone" di Faenza, per la disponibilità dei gestori della struttura. Dall'inizio della prossima settimana, il quarto e ultimo piano del centro per anziani di viale Stradone ospiterà una quindicina di richiedenti asili auspico senza interferenza con le condizioni degli anziani attuali e riduzione dei posti per gli stessi che pagano la salata retta. Questo mi preoccupa perche non vorrei che la struttura dell’ex Ospedale di Brisighella, primo piano completamente inutilizzato da anni, non ci sono indicazioni di utilizzo ma arredata e restaurata dall’ASL con una spaventosa spesa di oltre duemilionicinquecentomila euro (adeguamento e scale di sicurezza) nei piani dei politici dell’Unione dei comuni della Romagna Faentina, sia utilizzata per portare “provvisoriamente” come a Faenza profughi o clandestini. In questi giorni anche una parte della sinistra afferma che bisogna rimpatriare chi non ha il titolo di profugo senza aspettare anni, come avviene in Spagna, specialmente per i nigeriani in base agli accordi esistenti fra l’Italia e Nigeria, altrimenti la situazione può degenerare. Pubblicamente i brisighellesi (S. Ruffilo e Fognano) e i cittadini affermano di essere “felici e contenti” di avere i profughi o clandestini vicini alle proprie residenze per poi lamentarsi privatamente di quanto accade. Ex consigliere provinciale Forza Italia Vincenzo Galassini.

sabato 27 febbraio 2016

ASL FAENZA-FORLI PIACE ANCHE AL DIRETTORE TONINI

La proposta Galassini in consiglio provinciale a Ravenna,  accolta dal nuovo direttore, utilizzare anche viceversa Forli-Faenza. Articolo Corriere Romagna di Francesco Donati

lunedì 14 dicembre 2015

PONTELUNGO INTESTAZIONE……..


Alle 10,30 di sabato nei pressi del Ponte Lungo, alle porte dell'abitato di Brisighella, sulla strada provinciale n. 302R "Brisighellese" sarà posata una targa commemorativa a ricordo di Giuseppe Sangiorgi, ingegnere capo della Provincia dal 1970 al 2000. Il presidente della Provincia, Claudio Casadio, l'assessore ai Lavori pubblici, Secondo Valgimigli, e i dipendenti, intendono ricordare così un collega che, con competenza e dedizione, ha gestito per trent'anni il patrimonio viabile provinciale, compiendo scelte lungimiranti e innovative, di importanza strategica per lo sviluppo della mobilità sul nostro territorio. La giunta provinciale ha scelto di ricordare Sangiorgi col "Ponte Lungo" di Brisighella, perché alla recente e complessa ristrutturazione del manufatto, l' ingegnere, in qualità di consulente esterno, diede un contributo determinante*
Divergenze sulla targa: la proposta intestare “Pontelungo” a tutte le vittime d’incidenti stradali avvenuti, nella strada 302 ex statale e provinciale, in questi ultimi cinquanta anni.
MALGOVERNO A BRISIGHELLA BEN 10 MESI DI LAVORI, FATTO IL PONTE LUNGO MA DIMENTICATO IL MARCIAPIEDE
Chi è transitato sul neo ristrutturato Ponte Lungo di Brisighella si è forse domandato dove finiscano i marciapiedi. Pare che attualmente i percorsi per i pedoni siano inesistenti, ed anche le passerelle ai lati partono con una dimensione per poi restringersi a metà e infine scomparire. Vi proponiamo foto e commenti dal centro termale, per un particolare che se reale sarebbe da "dilettanti allo sbaraglio"
ALTRO ERRORE A PONTELUNGO, I MARCIAPIEDI NON SONO UTILIZZABILI PER ERRORI NESSUNO SE NE ERA ACCORTO NONOSTANTE I CONTINUI SOPRALUOGH

lunedì 18 maggio 2015

venerdì 15 maggio 2015

IN CLASSENSE IL CONVEGNO DEDICATO A GIOVANNI PIANORI, DETTO IL BRISIGHELLINO, NEL 160^ ANNIVERSARIO DELLA MORTE. IMPEGNO DEL VICE SINDACO DI RICORDARLO NEL MUSEO DEL RISORGIMENTO DI RAVENNA

"Osare e morire" a cura di Enzio Strada primo a sinistra, prof.Mascanzoni, vice sindaco Mingozzi,Paolo Cortesi.

Si è tenuto ieri presso la sala muratori della biblioteca Classense il convegno dedicato al patriota ravennate Giovanni Pianori, detto il brisighellino. Nell’occasione Enzio Strada ha presentato la biografia del patriota repubblicano intitolata “Osare e morire”.
Sono intervenuti Leardo Mascanzoni, docente universitario, lo scrittore Paolo Cortesi e il vicesindaco di Ravenna Giannantonio Mingozzi.   “Una storia particolare quella della famiglia Pianori che aveva bisogno di una ricostruzione vera e non fasulla come quella che fu proposta dagli archivi vaticani e dal governo pontificio di Pio IX.  Dopo l’attentato fallito a Napoleone III Pianori, all’età di 34 anni fu ghigliottinato nel 1855 a Parigi, vittima di un processo farsa che il libro di Strada illustra con documenti eccezionali” ha sottolineato Mingozzi. Tutta la famiglia di Pianori e i suoi sette fratelli furono perseguitati in quanto patrioti e sostenitori della Repubblica; dopo aver partecipato alla difesa della Repubblica romana nel 1849  Giovanni Pianori va in Piemonte, poi esule a Marsiglia, Lione e Parigi e un anno dopo nel 1854 è a Londra assieme a Giuseppe Mazzini.  “Questo volume edito dalla fondazione La memoria storica di Brisighella, grazie all’impegno di Vincenzo Galassini - ha detto Mingozzi - colma un vuoto ed offre un risarcimento di verità  che la Romagna intera deve saper tradurre riabilitando le gesta e il sacrificio. Importante l’impegno preso dal vice sindaco di completare il museo del Risorgimento di Ravenna con la figura di Pianori, purtroppo mancante fino ad oggi.




martedì 5 novembre 2013

BRISIGHELLA PONTELUNGO: LA VERGOGNA CONTINUA

Tratto da Il corriere di Romagna 2.11.2013.- Il 6 settembre 2013 l’assessore Valgimigli affermava“Ponte Lungo Brisighella a dicembre l'apertura di una corsia.  I lavori di ricostruzione e ampliamento del Ponte Lungo, proseguono a ritmo serrato con l’impresa Edilturci di Mercato Saraceno, con la Direzione Lavori dei tecnici provinciali, ha prima completato il rinforzo delle fondazioni per poi affrontare, tra l’estate 2012 e la primavera 2013, le spalle e l’imponente struttura ad arco che sostiene il piano viabile". Durante quest’ultima fase la vecchia struttura in calcestruzzo armato ha riservato non poche sorprese …..: l’inattesa inconsistenza della soletta di impalcato che, inizialmente destinata a sostenere il getto della nuova soletta, si è letteralmente sfaldata man mano che veniva portata alla luce con la rimozione della pavimentazione in conglomerato bituminoso. Ciò ha necessariamente comportato una pesante revisione progettuale oltre a inevitabili maggiori lavorazioni con conseguente allungamento dei tempi di riapertura al traffico del ponte rispetto alle previsioni iniziali di metà settembre.“Ad oggi è ragionevole pensare che, all’inizio di dicembre, possa essere aperta al transito almeno una corsia di marcia; su queste previsioni, gravano incertezze meteorologiche ed eventi imprevedibili che una tale struttura può ancora manifestare” . Ebbene ad un mese, dai primi di dicembre, non è stato detto di quale anno, nonostante che il tempo non sia stato incerto la situazione è ancora in alto mare  per aprire una sola corsia. La soletta di impalcato è ancora piena di buchi, come ai primi di luglio! Sono state realizzate diversi travi a sbalzo (enormi) per realizzare l’inutile pista ciclabile di mt. 2,50, che non servirà a nessuno perché a valle e all’inizio del ponte da ambo i lati non c’e’ alcun marciapiede o pista da collegare e, non sono previsti, nei prossimi anni e forse nemmeno fra cinquanta anni considerata la situazione finanziaria italiana. La Provincia affermava: “… comportato una pesante revisione progettuale oltre a inevitabili maggiori lavorazioni” a oggi non ha approvato un progetto di variante o aumenti spese, in contrasto con quanto avviene nella realtà. Agli atti non è neppure la spesa per le “piazzole” lungo la strada provinciale “Sarna”. Oggi anche il Pd di Brisighella si accorge dei ritardi! Un progetto che risale al 2006 con l’approvazione del comune di Brisighella, approvato dalla Giunta Provinciale non dal consiglio provinciale.  Un “ponte lungo” che aggrava, non da risposte, alla grave situazione economica dell’intera vallata del Lamone, senza tempi certi di esecuzione con una Provincia di Ravenna, latitante, e il Comune di Brisighella, assente.  L’unica cosa certa i quasi cento milioni spesi per opere non previste (Comune e Provincia) e, non di competenza degli enti, nella realtà un ”progetto” sbagliato fin dall’inizio. Al termine della fine dei lavori  vedrò in quale anno e se esistono le condizioni per fare pagare i responsabili di tutta la situazione come ho fatto per “Stepra.  Vincenzo Galassini consigliere Provincia Ravenna Forza Italia

Alcune travi che debbono sostenere l’inutile pista ciclabile

I buchi nella soletta come a giugno

La corsia da Brisighella a Faenza lato Officina Malavolti

mercoledì 18 settembre 2013

DIGITALE TERRESTRE, IL TAR DEL LAZIO DA’ RAGIONE ALLA RAI: PURTROPPO COME ERA PREVEDIBILE


AVV. MAESTRI: “DAVANTI A NOI 3 OPZIONI: FERMARE QUI LA GIOSTRA, FARE APPELLO AL CONSIGLIO DI STATO O PROMUOVERE UNA CLASS ACTION NAZIONALE.
Con sentenza n. 8288 del 16.09.2013, dopo 2 mesi dall'udienza pubblica del 18 luglio, il TAR del Lazio in parte respinge ed in parte dichiara inammissibile il ricorso proposto da 123 ravennati e dall'associazione di consumatori Cittadinanzattiva Emilia-Romagna. "Se dovessi utilizzare una metafora calcistica, direi 1 a 0 per la RAI, palla al centro: sì, perché la partita di andata è finita così ma abbiamo giocato bene, non sono mancati errori arbitrali e comunque ci attende la partita di ritorno" dichiara l'avvocato Andrea Maestri promotore del ricorso. E annuncia battaglia. Nel merito, il TAR capitolino afferma che "il disservizio lamentato è decisamente negato dalla RAI" e sarebbe emerso (dall'istruttoria espletata da Rai Way) che "solo alcuni cittadini del ravennate hanno problemi di ricezione, mentre altri non riscontrano alcun disservizio; come correttamente eccepisce Rai Way, ciò lascia supporre che i problemi di ricezione lamentati da alcuni utenti siano causati non dalla cattiva qualità del segnale trasmesso, ma dal non corretto puntamento del sistema ricevente da parte del singolo utente" e che "è stato ancora accertato dall'istruttoria espletata che il 99,6% degli abitanti della provincia di Ravenna riceve correttamente il segnale, cioè in misura superiore a quella prevista dall'art. 23 comma 4 del Contratto di Servizio in essere con il Ministero dello Sviluppo Economico." Quanto alla richiesta di rimborso del canone e alla richiesta subordinata di risarcimento del danno in eguale misura, il TAR ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso in quanto il canone "costituisce una prestazione tributaria, fondata sulla legge, non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio." e quindi "per un verso è da escludere che l'utente possa pretendere la restituzione del canone per un (preteso) disservizio, per altro verso la giurisdizione su una simile domanda esulerebbe in ogni caso dalla giurisdizione del giudice amministrativo" (n.d.r. per ricadere in quella del giudice tributario).

lunedì 15 luglio 2013

CO.P.A.F. DI BRISIGHELLA, IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA CASADIO RISPONDE AL CONSIGLIERE GALASSINI (FORZA ITALIA)

Presidente Provincia Casadio. Marta Farolfi (consigliere comunale e provinciale PDL), Dacci Cesare (consigliere comunale Brisighella pdl), Ministro agricoltura Zaia, Forte Gianluigi (consigliere comunale e provinciale) Lega Nord in visita al macello CO.P.A.F. Brisighella (2009)

Il presidente della Provincia, Claudio Casadio, ha risposto all'interpellanza presentata dal consigliere Vincenzo Galassini (Forza Italia) relativa al consorzioCO.P.A.F. di Brisighella: "La Provincia non fa parte dell'Assemblea del Consorzio quindi sarà possibile dare risposte precise e documentate solo ad alcuni quesiti posti dall'interpellante" ha premesso Casadio. "La Provincia ha erogato al Consorzio CO.P.A.F., tra il 1996 e il 2011, nove contributi sulla base del regolamento provinciale per la concessione di finanziamenti e benefici economici, di entità variabile tra i 1.000 e i 5.000 euro, per un importo complessivo di 23.987 euro. Nel 2012 non è stato erogato nessun contributo. Sono stati erogati a CO.P.A.F. contributi sull'Asse 3 del PRSR 2000/2006, misura M "commercializzazione di prodotti agricoli di qualità", tra il 2002 e il 2004, per  79.232 euro. Complessivamente i contributi corrisposti dalla Provincia ammontano a 103.220 euro". "Non esiste la prospettiva di ulteriori finanziamenti da parte della Provincia" ha concluso il presidente Casadio. Galassini ha così replicato: "Il CO.P.A.F. è una delle tante associazioni private sotto il controllo pubblico, in questo caso il Comune di Brisighella. Prendo atto che la Provincia e il Comune di Brisighella hanno destinato al macello e alla CO.P.A.F., in totale, 240 mila euro. Attendo di conoscere l'entità dei contributi regionali. Curioso che un'associazione che ha ottenuto ingenti contributi pubblici abbia concesso la gestione del macello a un privato, CO.P.A.F. appunto, senza una gara pubblica. Infine mi piacerebbe proprio sapere chi coprirà il buco, che CO.P.A.F. lascia, di oltre 320mila euro."


venerdì 12 luglio 2013

SIMBOLISMO E ICONOLOGIA DEL MEDIOEVO E DEL RINASCIMENTO: INTERVISTA A ANDREA VITALI. IDEATORE DELLE FESTE MEDIOEVALI DI BRISIGHELLA NEL 1980


di Elisabetta Rossi. Difficile riassumere la figura di Andrea Vitali: istrione, poliedrico, dalle molte vite come i gatti, con una mentalità tipica dell’uomo rinascimentale che trasforma tutto in arte, anche la conoscenza scientifica. Professore universitario, studioso del simbolismo e dell’iconologia del Medioevo e del Rinascimento, nel 1985 fonda l’Associazione Culturale “Le Tarot”, organismo specializzato nello studio e nella ricerca storica sulle discipline simboliche ed ermetiche, composto da eminenti personalità del mondo accademico e culturale internazionale. In qualità di Presidente dell’Associazione “Le Tarot”, cura i progetti storico-scientifici delle più importanti mostre realizzate sull’universo dei Tarocchi e, tra l’altro, gli aspetti simbolici del film “Il Ladro dell’Arcobaleno” di Alejandro Jodorowski con Peter O’Toole e Omar Sharif per la casa distributrice in Italia. Riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale fra le massime autorità nella materia, oltre a numerose pubblicazioni, Andrea Vitali è autore di oltre cento saggi fra cui ventidue iconologici (questi ultimi tradotti in sei lingue).Ancora, tarologo e grande visionario, sostenitore del metodo di lettura “intuitivo” dei Tarocchi che studia da quarant’anni secondo le teorie junghiane dell’energia simbolica.

domenica 16 giugno 2013

PONTELUNGO: MINATO DAI TEDESCHI NEL 1943, COSTRUITO NEL 1948.

Ponte lungo in costruzione. Foto tratta dal libro “Brisighella Com’ era…Com’ è” n. 27 del 2001 edizione Tipografia Valgimigli

RICORDO DA CHI HA PARTECIPATO ALLA COSTRUZIONE.
Si parla molto in questi giorni, di “Pontelungo” dove sono in corso i lavori di ristrutturazione per adeguarlo alle nuove norme sismiche e un rinforzamento  costruito nel lontano 1948 ben sessantacinque anni fa, come fa discutere il percorso alternativo, voluto dal sindaco Missiroli della lunghezza di un chilometro e trecento, del costo di oltre 48.000 euro, visto che l’utilizzo è per solo tre mesi e poi non servirà a nulla perché solo al servizio di un terreno di un privato. Brisighella, nel tempo di guerra era rimasta isolata, perché il ponte sulla strada provinciale chiamato “Pontelungo”  quello della strada comunale il ponte della “Busina”, e di Fognano, distrutti dalle mine dei tedeschi, l’aveva isolata e nessun automezzo arrivava compresi anche quelli tedeschi. Con la liberazione di Brisighella il 5 dicembre del 1944, dopo tre  giorni  l’otto dicembre, il paese fu invaso dagli automezzi perché le truppe alleate, che avevano liberato Brisighella, costruirono i ponti “bailey”, in ferro e legno a “Pontelungo”, e poi a Fognano e alla “Busina”, un vero successo. La vita riprese immediatamente ritrovando anche la socializzazione con le truppe alleate. Un ponte dello stesso tipo si può ancora “ammirare” nella strada comunale che attraversa la ferrovia “Faentina” per andare a “Villa Corte”.  
La vita riprese con allegria per la ritrovata libertà, il collegamento con Faenza avveniva con la “Tamburina” l’originale autobus o corriera che attraversava il ponte di ferro posto in fondo alla vecchia strada si scendeva quasi in fondo al Rio Chiè per poi risalire, una vera avventura.

Tonino Malpezzi “Naka”
Parliamo dei lavori come ricorda, un ragazzo di allora, aveva quindici anni, che partecipò  alla costruzione del ponte in cemento armato, i muratori di Lugo lo chiamavano “Sogno”, forse per l’età nella realtà Tonino Malpezzi detto ora “Naka”, “interista”.

Una memoria, una riflessione che ricorda il metodo di lavoro in quei tempi lontani che i giovani non conoscono e non  immaginano nemmeno.
Cattani Aldo “Nato
 Il giovane nel frattempo faceva anche l’aiuto barbiere o come si diceva a quei tempi il “garzone” da “barbiere” dal mitico Dante. “Sogno o Naka” trova lavoro da “bocia” (ragazzo) con l’impresa “Giovannini” di Lugo che aveva vinto l’appalto per la costruzione del nuovo ponte in “cemento armato” con colonne a pilastro e arco una novità per Brisighella,  che portava lavoro a tanti giovani in un momento di difficoltà economica ed ai tanti operai turnisti. Di quei lavoratori sono rimasti solo “Nato” Cattani Aldo novantadue anni e, “NaKa” Malpezzi Antonio anni ottantuno. Naka  ha poi lavorato come muratore specializzato  con un’impresa edile per le Ferrovie dello Stato a Bologna (anche nel cantiere per la ricostruzione della stazione ferroviaria dopo l’attentato del 2 Agosto del 1980), ora fa volontariato per il comune di Brisighella ripulendo le panche dei viali. Gli altri manovali brisighellesi tutti scomparsi diventarono bravi muratori, specializzati e anche capi cantieri lavorando nelle imprese locali e faentine, erano: Strocchi Pietro, Alpi Rinaldo, Santandrea  Biagio (padre del sacerdote missionario), Cornacchia Angelo detto Maciarì (il babbo del ceramista Adelmo), Laghi detto Zaclì (fratello di Angelo ex assessore e autista della corriera Tamburina), Malpezzi Andromaco, Campagnoni Augusto, Santandrea Raul, Tagliaferri (poi negozio giocattoli) Arcangeli ex marinaio, i muratori di Lugo erano solo cinque. Fra i turnisti Spada, Moretti, Sassi babbo di Ivo Sassi e tanti altri
Il cantiere, finanziato dalla Provincia di Ravenna assistenti geom. Utili e Monti, per realizzare il ponte fu impostato dal lato di Faenza, l’impresa costruì un fabbricato per sede del cantiere, ancora esistente dove abitò per tanto tempo la famiglia Verità,  (con quattro figli un maschio e tre belle ragazze Nives, Rosa, Ernestina) ora ha sede la nota ditta di Cicognani Guglielmo, l’edificio serviva come ufficio e deposito del cemento.
Il cemento per fare il calcestruzzo dei pilastri in quel tempo, non arrivava come ora in betoniera e pompe già pronto, ma in sacchetti da cinquanta chili che doveva essere scaricato a spalla dagli operai, mescolato poi alla sabbia e alla ghiaia anche questa arrivava con camion senza ribaltabile e scaricato a badilate. Il “bocia” era addetto a scaricare il cemento, lavare la ghiaia per pulirla e renderla migliore per realizzare il calcestruzzo, tirare i “carrioloni” piene di calcestruzzo,  per inserirlo nelle colonne realizzati con cassoni di legno e tenuti fermi da travi in “legno”. Le mani dei lavoratori erano senza protezione come “guanti”, non esistevano, e crepavano per il contatto con il cemento. Fra gli altri lavori da eseguire portare da bere ai colleghi che andava a prendere al vicino casello ferroviario. All’inizio il calcestruzzo andava verso il basso, la fatica era minore, ma poi andava portata in alto tirando le carriole. La struttura per sostenere i pilastri che ora sono fatta con una struttura in tubolari di ferro a  quel tempo in travi di legno legato agli altri con grande fatica e tempo per costruirlo che smontato cadeva in fondo al rio e  i giovani dovevano riportare in altro e pulire.
Il lavoro durò circa due anni! La notte il cantiere era controllato da un sorvegliante che veniva tutti i giorni in bicicletta da Lugo chiamato “Mozì” perché invalido senza una parte del braccio. La prima estate per uno sciopero a livello nazionale il cantiere rimase fermo circa un mese mezzo, e “Sogno” ne fu felice, al contrario degli altri operai, il pomeriggio si recava all’Ufficio di collocamento che si trovava nell’Ufficio di fronte al Comune, ora c’è il Bar “La Loggia”, per sapere se lo sciopero era sospeso. Il capo cantiere “Minghetti” di Lugo, a mezzogiorno, rispetto agli altri operai andava a mangiare dalla “Morena”, ora Albergo Ristorante “La Rocca”. Il pomeriggio mandava “Sogno” a prendere del vino supplementare per ristorarsi, un’abitudine tradizionale per gli operai di quel tempo, al ritorno si fermava al Circolo Borsi, chiamato, “e caghet” dal tempo del fascismo, per vedere gli amici e purtroppo si attardava un po’ troppo.  Minghetti, dopo un po’, notando che per mangiare metteva solo un’ora (viaggio e pranzo) “Sogno” metteva lo stesso tempo, gli cambio l’orario. Il vino lo mandava a prendere solo alle 16,45 prima del termine dei lavori e quindi doveva essere puntuale. Di fronte al cantiere emergeva la mole del ponte della ferrovia Faentina fatto nella forma tradizionale in grandi pilastri e volte in cemento dalla ditta Bianchini di Firenze. Sogno lavorava in coppia con Maciarì che teneva fermo lo scalpello e lui  più giovane batteva con il martello. La fine del lavoro, doveva essere per le ore diciassette, gli operai smettevano invece con il passaggio del treno alle ore 17,15, fungeva da orologio, che nessun aveva a quel tempo!


Ponte lungo in costruzione particolare . Foto tratta dal libro “Brisighella Com’ era…Com’ è” n. 27 del 2001 edizione Tipografia Valgimigli

Durante la costruzione del ponte così alto con complesse strutture di legno non avvenne nessun incidente agli operai, pensate come sono cambiati, i tempi ora sono necessari controllori della sicurezza, perizie di periti, ASL, caschi, allacci di sicurezza, passaggi pedonali protetti e tantissimo altro, allora con la buona volontà degli operai e dell'impresa si realizzò, come tante altre per tanto tempo, un’opera imponente senza tanti costi superiori per la “sicurezza” come avviene oggi e, gli incidenti sul lavoro sono aumentati!



Ponte lungo come era nel 2013 (foto Galassini)

Dopo due anni al termine dei lavori gli operai che avevano realizzato il grande “Pontelungo” furono incaricati di demolire il ponte Bailey, sotto la supervisione di un tecnico militare e vendere il materiale ricavato pagandosi così il lavoro!
Grazie a “Naka” per averci raccontato una storia che forse per tanti giovani può sembrare un “Sogno” perché non conoscono come si lavorava in quei tempi. Vincenzo Galassini



  

mercoledì 22 maggio 2013

CHE SUCCEDE AL CONSORZIO CO.P.A.F? UN BUCO DA 350.000 EURO.

Il ministro dell’agricoltura Zaia, in visita al macello del Consorzio CO.P.A.F a Brisighella insieme al sindaco di Brisighella Sangiorgi Cesare e il dott. Cesare Dacci.

 TUTTI ZITTI MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE


martedì 21 maggio 2013

IL MUSEO “LA SIGNORA DEL TEMPO”, CHIUSO E DUE OPERE DEL CERAMISTA GIOVANNI CIMATTI SENZA ALCUNA CURA E PULIZIA!


Opera di Giovanni Cimatti Faenza Torre Orologio Brisighella –foto Galassini-

Il museo, LA SIGNORA DEL TEMPO posto nella Torre dell’Orologio, restaurato e attrezzato nel 1989 (Sindaco Galassini), dopo essere stato aperto e visitato dal pubblico con notevole interesse, gestito da privati riscuotendo un canone annuo, fu chiuso dal Sindaco Sangiorgi nel 2008 e da allora, abbandonato a se stesso con tutta l’attrezzatura all’interno per il museo. L’arredamento abbandonato è completo di attrezzatura elettronica consistente in video schermo, proiettore, stampe antiche, orologi, mobili, sedie e altro costarono al Comune 30.000 euro  non sono utilizzati e quindi vanno in malora. I lavori a suo tempo compresero anche una serie di lavori esterni con la riparazione della gradinata, cancelli, per altri 100.000 euro e compresi l’installazione di una ceramica posta all’ingresso della Torre e  una “Meridiana” nel terrazzo all’inizio della scalinata opere dell’artista Cimatti Giovanni  http://www.giovannicimatti.it/ .  Un altro particolare: i famosi fondi del Terremoto, “scandalo dell’ing. Ragazzini” i “nostri soldi”, con una falsa perizia, fu finanziata una spesa di oltre 30.000 euro per “presunti” danni del terremoto, non avvenuti, i lavori consistettero nelle riprese di alcune crepe durate due giorni e pagati all’impresa.

Ora tutto è abbandonato senza manutenzione e il museo chiuso!  . Una vergogna continua. Nessuno paga per i danni arrecati al patrimonio pubblico e per lavori non eseguita ma pagati. Povera Italia, Povera Brisighella, tutti sanno e nessuno interviene e si lamentano che non ci sono soldi……..


lunedì 20 maggio 2013

I RAGAZZI DEL “1893”



Foto Ricordo del 1953 dei ragazzi nati nel 1893, anno di inaugurazione della Ferrovia Faenza – Firenze in occasione del 60^ compleanno, come tradizione brisighellese. I “giovani” si riunirono al ristorante Casali di Cesena, noto  anche per i cestini pranzo distribuiti sul treno.
I partecipanti da sinistra a destra
primi in basso: Alpi muratore,  Laghi negoziante babbo delle Deria segretaria scuole medie di Brisighella, Zenzani, Vespignani, Alpi Daia cantoniere provinciale, Tedioli Claro postino,
seconda fila metà. Laghi Angelo detto “Angiolò d’Zola carrettiere vedi pag 103 quadro Botteghe di Brisighella ed. Memoria Storica Brisighella, Galassini Luigi detto “Pitura” impresa edile padre di Vincenzo, Attilio Galassini facchino, Pompeo Saviotti fondatore della gelateria Pompeo via Baccarini ora Carletto vedi pag. 93 Quadro Botteghe di Brisighella , Giannetto Malmerendi (http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-malmerendi_%28Dizionario_Biografico%29/) artista di origini brisighellese residente a Cesena;
terza fila sopra: Nino Samorè, Minghi ed casirè, Placci, Cavina Mario, Bacaglione altri due non identificati