1463 Grave
Pestilenza. Il Visconte della vallata
fugge da Brisighella e si rifugia a San Ruffillo. Passato il flagello, a Fognano viene ricostruita la chiesa come
era stato promesso con voto solenne.
LA CHIESA DI
SAN PIETRO IN FOGNANO
Nella sagrestia è tuttora conservata una lapide con
iscrizione del 1464 dove si ricorda che la vecchia chiesa era a due navate, con
due volte: una grande ed una più piccola. L’iscrizione ricorda inoltre come
essa fosse edificata “ex voto” pubblico per la scampata peste del secolo XIV°.
Venne dichiarata arcipretale dal decreto del Cardinale Carlo Rossetti, Vescovo
di Faenza nell’anno 1650. Nel 1573 Monsignor Marchesini, Visitatore
Apostolico della diocesi di Faenza, ci dice che aveva sette
altari ed era dedicata da sempre all’Apostolo Pietro. Passarono i tempi ed
essa, anche per la non felice ubicazione, diventò sempre più labente. Si dovrà
arrivare però all’anno 1814 quando don Giacomo Ciani (1770-1843), originario
della vicina frazione di Rontana, verrà nominato Arciprete di Fognano. Suo
primo pensiero sarà quello di porre in atto la costruzione di una nuova chiesa.
Nel 1816 darà l’incarico all’architetto faentino Pietro Tomba (1774-1846) e
l’edificio sacro, nel breve volgere di due anni, sarà edificato, benedetto e
aperto al culto. E’ a tre navate, a croce latina, è lunga venticinque metri e
larga dodici. L’altare maggiore è di preziosi marmi con artistico tabernacolo
realizzato dal romano Augusto Ranucci nel 1865. Sull’altare maggiore una
splendida opera del pittore faentino Gaspare Mattioli, eseguita nel 1853, che
rappresenta Cristo che consegna le chiavi a San Pietro sulla riva del fiume
Lamone. Nello sfondo dell’opera la Rocca e la Torre di Brisighella. Di recente,
nel presbiterio, è stato realizzato un secondo altare rivolto verso il popolo,
come richiesto dall’odierna liturgia. Detto altare è ornato da ceramiche di
pregevole fattura della bottega d’arte Bartoli-Cornacchia di Brisighella. Da
rilevare a destra entrando, l’altare di scagliola policroma dedicato a San
Pietro in Vincoli (tela del Mattioli), un secondo altare è dedicato alla
Vergine delle Grazie, venerata dal popolo fognanese, un terzo è dedicato alla
Madonna Immacolata. Alla sinistra entrando, si nota un battistero in ceramica,
opera del noto artista faentino Carlo Zauli, sopra, una grande tela che
raffigura il battesimo di Gesù, opera del noto pittore fognanese Elvio
Cornacchia (1927-1975). Sempre a sinistra entrando, un altare con l’immagine di
un miracoloso crocifisso (traslato da un vicino oratorio) del secolo XVIII°. I
fognanesi, da secoli, chiamano questa artistica immagine di Cristo morente “è
morè” (il moro); questo perché la scultura (secolo XVIII°) è scura nel suo
insieme di colore. Altro altare è dedicato al Cuore di Gesù. “Dai dla corda “Paciaraza” che e Morè l’è
té pont …” (suona Paciaraza (soprannome) che la processione è
nel ponte). Questo detto circolava per ricordare al campanaro di suonare
a festa e con intensità le campane, allorché la processione del venerdì santo,
con l’immagine del Cristo, dopo il tradizionale percorso attraverso il paese,
ritornava e giungeva al ponte, in prossimità della chiesa parrocchiale. Piero
Malpezzi
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