CORRIERE ROMAGNA :Al Mar la magia degli affreschi
RAVENNA. Ieri è arrivata
dalla Galleria estense di Modena la cassa con Il ratto di Ganimede. Questa
mattina invece verranno aperte quelle con il “Putto” opera attribuito al grande
Raffaello Sanzio e il “Ritratto di Dante Alighieri” di Andrea del Castagno. E’
tutto pronto, mancano solo i dettagli. E il Mar è pronto ad alzare il sipario
sulla grande mostra “L’incanto dell’affresco”. Aprirà i battenti (grazie al contributo
della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna) il 16 febbraio e i visitatori
avranno tempo per ammirare le opere fino al prossimo 15 giugno. La mostra, che
raccoglie un'accurata selezione di 110 opere, curata da Claudio Spadoni, e da
Luca Ciancabilla, posta sotto l’alto patronato della Repubblica Italiana, si
divide in sei sezioni, ordinate secondo un indirizzo storico-cronologico: dai
primi masselli cinque-seicenteschi, ai trasporti settecenteschi, compresi
quelli provenienti da Pompei ed Ercolano, agli strappi ottocenteschi, fino alle
sinopie staccate negli anni Settanta del Novecento. Risalgono ai tempi di Vitruvio
e di Plinio le prime operazioni di distacco, secondo una tecnica che prevedeva
la rimozione delle opere insieme a tutto l’intonaco e il muro che le ospitava.
Un modus operandi difficile e dispendioso che venne affiancato, e piano piano
sostituito, dalla più innovativa e pratica tecnica dello strappo, prassi che
tramite uno speciale collante permetteva di strappare gli affreschi e quindi
portarli su di una tela. Una vera rivoluzione nel campo del restauro, della
conservazione, ma anche del collezionismo del patrimonio murale italiano. Andrea
del Castagno, Bramante, Bernardino Luini, Garofalo, Girolamo Romanino, Correggio,
Moretto, Giulio Romano, Nicolò dell’Abate, Pellegrino Tibaldi, Veronese,
Ludovico e Annibale Carracci, Guido Reni, Domenichino, Guercino: tutti i grandi maestri dell’arte italiana fra la metà del
Settecento e la fine del XIX secolo furono oggetto delle attenzioni degli estrattisti:
Antonio Contri, Giacomo e Pellegrino Succi, Antonio Boccolari, Filippo Balbi,
Stefano Barezzi, Giovanni Rizzoli, Giovanni Secco Suardo, Giuseppe Steffanoni.
Anche loro, come gli illustri artisti sopracitati, e come alcune fra le più
belle pitture di Ercolano e Pompei, saranno protagonisti della mostra del Mar.
Ma la prassi estrattista
conoscerà la sua più fortunata stagione proprio nel secolo scorso, quando, a
partire dal secondo dopoguerra furono strappati e staccati un numero
impressionante di affreschi. I danni provocati ad alcuni fra i principali
monumenti pittorici italiani dai bombardamenti bellici e la convinzione che
l’unica strada da percorrere per evitare che in futuro potessero reiterarsi
danni irreparabili come quelli al Mantegna a Padova, Tiepolo a Vicenza,
Buffalmacco e Benozzo Gozzoli a Pisa, fecero si che a partire dagli anni
Cinquanta fosse avviata la più imponente campagna di strappi e stacchi che
l’Italia abbia mai conosciuto. Prese quindi avvio la cosiddetta “stagione degli
stacchi” e della “caccia alle sinopie”, i disegni preparatori che i maestri
tre-quattrocenteschi avevano lasciato a modo di traccia sotto gli intonaci.
Così furono
Prese
quindi avvio la cosiddetta “stagione degli stacchi” e della “caccia alle
sinopie”, i disegni preparatori che i maestri tre-quattrocenteschi avevano
lasciato a modo di traccia sotto gli intonaci. Così furono separati per sempre
dal muro che li aveva custoditi da secoli Giotto, Buffalmacco, Altichiero,
Vitale da Bologna, Pisanello, Signorelli, Pontormo, Tiepolo trovando dimora in
alcuni fra i più importanti musei della nazione, e ora, per questa mostra,
nelle sale del Mar di Ravenna.
Nessun commento:
Posta un commento