sabato 15 febbraio 2014

MARCHIO E LOGO BRISIGHELLESE PER LA NUOVA FERRAMENTA

Miriam Andreani e Marco Gagliani

Nel Borgo chiudono gli esercizi commerciali, ma non si spegne la sfida imprenditoriale. E sabato 1 febbraio la “Ferramenta Brisighellese” ha alzato la serranda in centro storico per sfidare il mercato sotto i tre colli.
In via Roma 22, nello spazio di oltre 100mq, esposto in scansie e scaffali quanto serve ad artigiani, carpentieri, elettricisti, idraulici e muratori, ma anche bricoleure e hobbisti del giardinaggio e del legno. Per questi, un occhio di riguardo, vista la dilagante passione in paese per il restauro di mobili d’epoca. Nelle scansie della Ferramenta Brisighellese la scelta di accessori e strumenti spazia tra articoli elettrici, per carpenteria, idraulica, hobbismo e bricolage, casa e giardinaggio. La gestione è in mano a Miriam Andreani e al ventunenne brisighellese Marco Gagliani. Diplomato, ma finora senza impiego, intraprende quest’esperienza sostenuto dal padre Roberto ‘punto’ dalla malattia di un forte attaccamento al paese contratta dal suocero Francesco Montuschi. Conosciuto da sempre come Meghinét, era fuochista nella cava di gesso Marana per l’impresa Laghi d’Iseo, ma è sempre stato cultore delle ‘cose’ di Brisighella, quelle vecchie che in tempi non ancora sospetti erano dai più abbandonate in soffitte e cantine. Meghinét le raccoglieva e nel tempo sono diventate corposa collezione di memoria di paese: cartoline, riviste, disegni, cartelloni pubblicitari, soprattutto fotografie, documenti e manoscritti. Un escursus di paese, dal 1500 al Novecento, che inscrive il passato di nomi, personaggi, attività, aneddoti e curiosità. Tra le tante spicca il passaporto per l’estero dello storico Antonio Metelli, autore della ‘Storia di Brisighella e della valle di Amone’ (1869), “per portarsi ai bagni di Abano Terme”, rilasciato dal Governo pontificio in nome di papa Gregorio XVI.

Il passaporto per l’estero rilasciato allo storico Antonio Metelli, autore della ‘Storia di Brisighella e della Valle di Amone’ (1869), “per portarsi ai bagni di Abano Terme”, rilasciato dal Governo Pontificio in nome di papa Gregorio XVI.
Ma dal passato remoto della collezione rivive anche la storia della nuova ferramenta. A proposito, come dire, di destino, è stata bottega del falegname Domenico Tozzi e il mercoledì, giorno di mercato, teneva anche il deposito delle biciclette in una rastrelliera di legno. Suo figlio Stefano è stato fine intarsiatore e collezionista di attrezzi agricoli nella sua casa museo in via degli Asini. Poi, da falegnameria a officina meccanica e concessionaria dei ciclomotori Piaggio e Malaguti di Pietro Assirelli; in seguito, si è trasformata in mini market di genere alimentari, infine in vetrina espositiva di Algheri Arredamenti di Faenza. Margherita Rondinini (immagini D.Malpezzi)

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