Tratto
Nel Borgo
chiudono gli esercizi commerciali, ma non si spegne la sfida imprenditoriale. E
sabato 1 febbraio la “Ferramenta Brisighellese” ha alzato la serranda
in centro storico per sfidare il mercato sotto i tre colli.
In via
Roma 22, nello spazio di oltre 100mq, esposto in scansie e scaffali quanto
serve ad artigiani, carpentieri, elettricisti, idraulici e muratori, ma anche
bricoleure e hobbisti del giardinaggio e del legno. Per questi, un occhio di
riguardo, vista la dilagante passione in paese per il restauro di mobili
d’epoca. Nelle scansie della Ferramenta Brisighellese la scelta di accessori e
strumenti spazia tra articoli elettrici, per carpenteria, idraulica, hobbismo e
bricolage, casa e giardinaggio. La gestione è in mano a Miriam
Andreani e al ventunenne brisighellese Marco Gagliani. Diplomato, ma finora
senza impiego, intraprende quest’esperienza sostenuto dal padre Roberto ‘punto’
dalla malattia di un forte attaccamento al paese contratta dal suocero
Francesco Montuschi. Conosciuto da sempre come Meghinét, era fuochista nella
cava di gesso Marana per l’impresa Laghi d’Iseo, ma è sempre stato cultore
delle ‘cose’ di Brisighella, quelle vecchie che in tempi non ancora sospetti
erano dai più abbandonate in soffitte e cantine. Meghinét le raccoglieva e nel
tempo sono diventate corposa collezione di memoria di paese: cartoline,
riviste, disegni, cartelloni pubblicitari, soprattutto fotografie, documenti e
manoscritti. Un escursus di paese, dal 1500 al Novecento, che inscrive il
passato di nomi, personaggi, attività, aneddoti e curiosità. Tra le tante spicca
il passaporto per l’estero dello storico Antonio Metelli, autore della ‘Storia
di Brisighella e della valle di Amone’ (1869), “per portarsi ai bagni di Abano
Terme”, rilasciato dal Governo pontificio in nome di papa Gregorio XVI.
Ma dal
passato remoto della collezione rivive anche la storia della nuova ferramenta.
A proposito, come dire, di destino, è stata bottega del falegname Domenico
Tozzi e il mercoledì, giorno di mercato, teneva anche il deposito delle
biciclette in una rastrelliera di legno. Suo figlio Stefano è stato fine
intarsiatore e collezionista di attrezzi agricoli nella sua casa museo in via
degli Asini. Poi, da falegnameria a officina meccanica e concessionaria dei
ciclomotori Piaggio e Malaguti di Pietro Assirelli; in seguito, si è
trasformata in mini market di genere alimentari, infine in vetrina espositiva
di Algheri Arredamenti di Faenza. Margherita
Rondinini (immagini
D.Malpezzi)
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