giovedì 27 febbraio 2014

PALAZZO SPADA ROMA, VIA LIBERA AL GARAGE DELLA CASTA: RUSPE NEL GIARDINO DEL ‘600. POVERA ITALIA


E' la sede del Consiglio di Stato a Roma, dove Sorrentino ha girato parte de 'La grande bellezza'. Nel cortile rinascimentale, tra false prospettive del Borromini, le ruspe scavano un parcheggio per dipendenti e giudici amministrativi
È il luogo delle illusioni ottiche e delle sorprese, uno dei gioielli rinascimentali di quella Roma segreta che quando lo scorgi per caso ti toglie il fiato. In una piccola piazzetta nascosta dietro Campo de’ Fiori, piazza Capo di Ferro, si erge il Palazzo Spada, fatto costruire nel 1540 dal cardinale Girolamo Capodiferro, oggi sede del Consiglio di Stato. Prende il nome, invece, da un altro cardinale, Bernardino Spada, che acquistò il palazzo nel 1632, lo Stato italiano ne divenne proprietario nel 1927. Tra false prospettive create da Francesco Borromini, quadri di Tiziano, Caravaggio e Rubens, fregi, colonne, stucchi e statue barocche ci si imbatte, però, in qualcosa di ancora più inaspettato. Ruspe, camion e sacchi di cemento: un cantiere aperto per smantellare un giardino seicentesco posto in fondo al cortile principale.  I turisti in fila per entrare a visitare la Galleria Spada lo guardano attraverso le inferriate dell’alto cancello in stile barocco che lo recinta, attirati dai verdi sentieri, dalle mura e fontane del XVII secolo. Il giardino è di proprietà del Consiglio di Stato. “Non è legato alla galleria – ci spiega un dipendente dell’organo giurisdizionale – adesso è chiuso per lavori in corso, ma comunque di solito non si può visitare”. “Il cantiere è iniziato una settimana fa, ci vogliono fare dei garage, un parcheggio sotterraneo” racconta il custode. Guardando il giardino dalle finestre delle sale espositive al primo piano, lo spettacolo risulta ancora più impietoso. Le ruspe ne hanno già scavato una porzione e una fontana è stata in parte smantellata. “Non si preoccupi ci vorrà qualche annetto, ma tutto tornerà come prima – assicurano gli impiegati del Consiglio di Stato – il giardino non sparirà anche se sotto ci saranno dei garage”. I lavori per realizzare un parcheggio, per ospitare le auto dei giudici e dei dipendenti amministrativi, erano partiti circa quattro o cinque anni fa. Poi subirono dei rallentamenti per il ritrovamento di alcuni reperti archeologici durante gli scavi. “Adesso pare che si possa andare avanti senza problemi – aggiunge una persona con cui chiacchieriamo più a lungo – ma le assicuro: il giardino rimane”. “Questo è il più bel palazzo del mondo, tutelato dalla Sovrintendenza – ci tiene a sottolineare – qui Paolo Sorrentino ha girato molte scene de La grande bellezza, non possono deturparlo”.


In tanti entrano per ammirare la prospettiva Borromini. Il cardinale Spada incaricò l’architetto svizzero-italiano di adeguare l’edificio ai gusti tipici dell’epoca. E in uno dei cortili interni all’edificio, l’artista realizzò uno dei suoi capolavori, grazie all’aiuto di un frate matematico, Giovanni Maria da Bitonto. Una galleria con colonne digradanti, un pavimento e un soffitto tale da creare una falsa prospettiva: appare lunga 37 metri, mentre è soltanto di 8. Un calcolo matematico e l’abilità scultorea hanno realizzato questa meraviglia. Ecco perché Palazzo Spada è una tappa obbligata del tour romano realizzato da Sorrentino, oltre al Gianicolo, a Villa Medici, al buco della serratura dell’Aventino, luoghi oggi esportati in tutto il mondo grazie alla candidatura agli Oscar. “Ma poi non ha visto il piano nobile dove risiede il Consiglio di Stato. Ulisse, la trasmissione del figlio di Piero Angela, è venuta a girare una puntata proprio due settimane fa”, racconta ancora il dipendente.
Ecco la sede dove operano i giudici amministrativi. Lavorano tra pile di fascicoli e gallerie di stucchi, camminano lungo corridoi dedicati a Perseo e Callisto, prendono decisioni in una sala dominata dalla statua di Pompeo Magno, sotto la quale si dice morì Cesare nel 44. a. C. Appena entrano nel palazzo per recarsi nei loro uffici, al primo piano, i giudici e dipendenti trovano ad aspettarli le statue di Ercole, Marte, Giunone, Giove e Nettuno. Fra qualche anno entreranno direttamente in auto per dirigersi verso il parcheggio sotterraneo, e forse non ci faranno più tanto caso. Suggestionati dalla bellezza, uscendo, lo sguardo delle statue si fa più severo, sembra quasi un monito. Fuori dal palazzo è il solito caos: clacson, parcheggi abusivi e tanto, tanto traffico.
Intanto la deputata del Partito democratico, Lorenza Bonaccorsi, ha chiesto che il ministero dei Beni culturali chiarisca se le ruspe che sono all’opera nel giardino di Palazzo Spada a Roma possano mettere a rischio uno dei gioielli museali della Capitale. E’ opportuno che l’Ente spieghi – continua – se questi lavori possono creare pericoli al palazzo e se tutte le autorizzazioni necessarie siano state concesse, nel rispetto della normativa”. Da Il Fatto Quotidiano del 25/02/2014 aggiornato da redazione web alle 15,45


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