E' la sede
del Consiglio di Stato a Roma, dove Sorrentino ha girato parte de 'La grande
bellezza'. Nel cortile rinascimentale, tra false prospettive del Borromini, le
ruspe scavano un parcheggio per dipendenti e giudici amministrativi
È il luogo delle illusioni ottiche
e delle sorprese, uno dei gioielli rinascimentali di quella Roma
segreta che quando lo scorgi per caso ti toglie il fiato. In una piccola
piazzetta nascosta dietro Campo de’ Fiori, piazza Capo di
Ferro, si erge il Palazzo Spada, fatto costruire nel 1540 dal
cardinale Girolamo Capodiferro, oggi sede del Consiglio
di Stato. Prende il nome, invece, da un altro cardinale, Bernardino
Spada, che acquistò il palazzo nel 1632, lo Stato italiano ne divenne
proprietario nel 1927. Tra false prospettive create da Francesco
Borromini, quadri di Tiziano, Caravaggio e Rubens,
fregi, colonne, stucchi e statue barocche ci si imbatte, però, in qualcosa di
ancora più inaspettato. Ruspe, camion e sacchi di cemento: un
cantiere aperto per smantellare un giardino seicentesco posto in fondo al
cortile principale. I turisti in fila per entrare a visitare la Galleria
Spada lo guardano attraverso le inferriate dell’alto cancello in stile
barocco che lo recinta, attirati dai verdi sentieri, dalle mura e fontane del
XVII secolo. Il giardino è di proprietà del Consiglio di Stato. “Non è legato
alla galleria – ci spiega un dipendente dell’organo giurisdizionale – adesso è
chiuso per lavori in corso, ma comunque di solito non si può
visitare”. “Il cantiere è iniziato una settimana fa, ci
vogliono fare dei garage,
un parcheggio sotterraneo” racconta il custode. Guardando il giardino dalle
finestre delle sale espositive al primo piano, lo spettacolo
risulta ancora più impietoso. Le ruspe ne hanno già scavato
una porzione e una fontana è stata in parte smantellata. “Non
si preoccupi ci vorrà qualche annetto, ma tutto tornerà come prima – assicurano
gli impiegati del Consiglio di Stato – il giardino non sparirà
anche se sotto ci saranno dei garage”. I lavori per realizzare un parcheggio,
per ospitare le auto dei giudici e dei
dipendenti amministrativi, erano partiti circa quattro o cinque anni
fa. Poi subirono dei rallentamenti per il ritrovamento di alcuni reperti
archeologici durante gli scavi. “Adesso pare che si possa andare avanti senza
problemi – aggiunge una persona con cui chiacchieriamo più a lungo – ma le
assicuro: il giardino rimane”. “Questo è il più bel palazzo del mondo, tutelato
dalla Sovrintendenza – ci tiene a sottolineare – qui Paolo
Sorrentino ha girato molte scene de
La grande bellezza, non possono deturparlo”.
In tanti
entrano per ammirare la prospettiva Borromini.
Il cardinale Spada incaricò l’architetto svizzero-italiano di adeguare
l’edificio ai gusti tipici dell’epoca. E in uno dei cortili interni
all’edificio, l’artista realizzò uno dei suoi capolavori, grazie all’aiuto di
un frate matematico, Giovanni Maria da
Bitonto. Una galleria con colonne digradanti, un pavimento e un soffitto tale da creare
una falsa prospettiva: appare lunga 37 metri, mentre è soltanto di 8. Un
calcolo matematico e l’abilità scultorea hanno realizzato questa meraviglia.
Ecco perché Palazzo Spada è una tappa obbligata del tour romano realizzato da
Sorrentino, oltre al Gianicolo,
a Villa Medici, al buco
della serratura dell’Aventino,
luoghi oggi esportati in tutto il mondo grazie alla candidatura agli Oscar. “Ma poi non ha visto il piano
nobile dove risiede il Consiglio di Stato. Ulisse,
la trasmissione del figlio di Piero
Angela, è venuta a girare una puntata proprio due settimane
fa”, racconta ancora il dipendente.
Ecco la
sede dove operano i giudici
amministrativi. Lavorano tra pile di fascicoli e gallerie di
stucchi, camminano lungo corridoi dedicati a Perseo
e Callisto, prendono
decisioni in una sala dominata dalla statua di Pompeo
Magno, sotto la quale si dice morì Cesare nel 44. a. C. Appena
entrano nel palazzo per recarsi nei loro uffici, al primo piano, i giudici e
dipendenti trovano ad aspettarli le statue di Ercole,
Marte, Giunone, Giove e Nettuno. Fra qualche anno entreranno
direttamente in auto per dirigersi verso il parcheggio sotterraneo, e forse non
ci faranno più tanto caso. Suggestionati dalla bellezza, uscendo, lo sguardo
delle statue si fa più severo, sembra quasi un monito. Fuori dal palazzo è il
solito caos: clacson, parcheggi abusivi e tanto, tanto traffico.
Intanto
la deputata del Partito democratico, Lorenza
Bonaccorsi, ha chiesto che il ministero dei Beni culturali
chiarisca se le ruspe che sono all’opera nel giardino di Palazzo Spada a Roma
possano mettere a rischio uno dei gioielli museali della Capitale. E’ opportuno
che l’Ente spieghi – continua – se questi lavori possono creare pericoli al
palazzo e se tutte le autorizzazioni necessarie siano state concesse, nel
rispetto della normativa”. Da Il Fatto Quotidiano del 25/02/2014
aggiornato da redazione web alle 15,45
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