ANTICHITA' DELLA PIEVE DI MONTE MAURO
In
un primo tempo, durante le persecuzioni nei primi tre
secoli,. lenostre chiese locali furono quasi esclusivamente
cittadine,formate da elementi di bassa estrazione sociale, sia indigeni che
provenienti da fuori. Con la pace costantiniana e le leggi favorevoli al
Cristianesimo, anche le campagne cominciarono ad abbracciare la nuova fede e ad
abbandonare il paganesimo nel quale erano restate fino ad allora.
Perciò
i vescovi stabilirono nelle campagne alcune grandi parrocchie, le pievi,
alle quali destinarono alcuni preti perchè vi celebrassero la Messa la
domenica, i sacramenti, le esequie e gli uffici dei defunti.
Nella
nostra regione le prime notizie sulle pievi risalgono al VI secolo e riguardano
le zone di Argenta e Comacchio. Può darsi però che già nel secolo
precedenteprecchie pievi fossero già sorte un po' dappertutto. San Pier
Crisologo, vescovo di Ravenna al tempo di Galla Placidia, che morì nel 450, ricorda
che al suo tempo il paganesimo era ormai definitivamente scomparso, i templi
abbandonati e che sul luogo di antichi santuari pagani erano costruite chiese
cristiane. Alla metà del VIII secolo, subentrati i Carolingi ai Bizantini, le
pievi acquistarono un grande prestigio, diventando un punto di riferimento
civile nella stesura dei contratti di locazione. Evidentemente allora le pievi
erano diventate numerose con giurisdizione su di un territorio ampio ma anche
preciso e ben conosciuto per lunga tradizione. La Pieve di Monte Mauro risale a
questo periodo, ma a quando esattamente? Il primo documento, anzi i primi documenti
che la ricordano sono due pergamene, l'una dell'anno 932, l'altra del 953,
appartenenti all'antico
monastero
di Pomposa. Riguardano beni che sono posti in territorio Corneliense (Imola) in
pieve di Santa Maria in Tiberiaci o in Castro
Tiberiaco.. Questa Pieve va certamente identificata con Monte Mauro perché
è posta in territorio di Imola. Inoltre il nome di Tiberiaco, storpiato
in mille maniere ( Tivirago,Tiberiaco ecc. ) ha continuato a essere dato alla
chiesa di Monte Mauro fino alla fine del secolo XV per poi scomparire.
Infine la chiesa sorgeva vicino al Castello di
Tiberiaco che è certo il castello poi chiamato di Monte
Mauro di cui si vedono ancora i ruderi sulla cima
più alta di Monte Mauro. Quindi nel 932 sorgeva
già la Pieve di Monte Mauro, era anzi già tanto antica da venire
ricordata per definire la posizione di un fondo. Prendeva il nome, oltre che
dalla Madonna a cui era dedicata la chiesa anche dal Castello di
Tiberiaco. come apprendiamo dal documento del 953. Ora è evidente che è il castello
che ha dato il nome alla pieve e che questa fu costruita accanto ad esso
in un secondo tempo. Gli studiosi oggi sono convinti da molti indizi che il
castello di Tiberiaco, poi di Monte Mauro, risalga all'epoca bizantina, anzi ai
primi tempi di quest'epoca, cioè alla fine del secolo VI. Durante la loro
calata in Italia i Longobardi (anno 568) si impadronirono della Pianura
Padana e delle regioni montuose dell'Italia centrale e meridionale, ma
non riuscirono a impossessarsi di tutta la penisola. I Bizantini allora, che
non avevano mezzi per cacciarli, si misero a difendere quanto restava loro del
territorio imperiale. In Romagna rinforzarono la zona a nord di Ravenna, presso
il Po, dove sorsero Comacchio e Ferrara divenute diocesi nel VII e
VIII secolo, le fortezze sulla via Emilia e crearono nei primi rilievi
appenninici una catena di fortezze destinate a difendere i territori collinari
e le città pedemontane: Fanno parte di questo antico sistema difensivo:
Tossignano, Monte Mauro, Rontana, Cepparano, Pietra Mora, Bertinoro e più in
là, S.Marino, S. Leo e Cattolica. Il professore Andrea Padovani di Imola
ipotizza addirittura che Castrum Tiberiacum fosse costruito
dall'Esarco di Ravenna in onore dell'imperatore d'Oriente Tiberio ( 578 - 582).
che visse proprio nei primi tempi della conquista Longobarda. Costruito il
castello, questo divenne subito un importante centro militare, ma anche
politico, economico e sociale. Questo spinse il vescovo di Imola a fondarvi
accanto la pieve di S.Maria. Del resto, anche accanto agli altri castelli (
Tossignano, Rontana, Cepparano, Bertinoro) furono edificate pievi, e, guarda
caso, tutte dedicate alla Madonna. Si sa che la Madre di Dio era molto invocata
dai Bizantini durante le battaglie e le pubbliche calamità. Accanto alle mura
di Costantinopoli, presso il palazzo delle Blacherne nel luogo più debole delle
fortificazioni, avevano costruito una famosa chiesa chiamata S.Maria alle
Blacherne, che doveva proteggere la città durante gli assedi. Il sorgere
della pieve presso un importante Castello non è un
fatto isolato. Del resto Monte Mauro era una chiave
della difesa della collina tra Senio e Lamone. Il
castello divenne di fondamentale importanza quando Liutprando,
re dei Longobardi, nel 727 scardinò la cintura dei
castelli collinari emiliani (Monteveglio e Pavullo) e
conquistò Bologna e Imola. Il Prof. Padovani
sostiene che allora i Longobardi si attestarono
nella valle del Senio. Il Castrum Tiberiacum si
trova allora a diretto contatto con le
linee nemiche e divenne il caposaldo dei Bizantini
nella difesa di Faenza e dell'Esarcato. Quindi, gli
estremi cronologici probabili della fondazione della chiesa di Monte Mauro
vanno dalla fine del VI secolo alla metà dell'VIII secolo.
2 - L'ESTENSIONE DEL SUO TERRITORIO
Le
pievi rappresentano la più antica struttura parrocchiale delle nostre diocesi.
Essendo poche in origine, avevano sotto la loro giurisdizione un
territorio piuttosto ampio. Dalla pieve di Monte Mauro dipendeva il versante
sinistro della vallata del Sintria l'intera vallata del Senio da
Gallisterna a Sant'Apollinare in Castel Pagano, al confine toscano. Nel
vicariato di Monte Mauro cominciarono poi a sorgere, attorno al mille o poco
prima, diverse chiese non plebane, rese necessarie dall'aumento della popolazione,
prima quasi assente nella zona superiore, ed ai progressi della colonizzazione.
Queste chiese divennero gradualmente da semplici oratori a vere e proprie parrocchie
con cura d'anime, mentre alla chiesa madre non restavano più che gli antichi
privilegi del battesimo, delle primizie e delle decime. Nel XVI secolo
l'Abbazia di Valsenio divenne vicariato, alla quale furono unite
diverse parrocchie della valle del Senio mentre nel secolo seguente divennero
vicariati Casola e Baffadi. Nei secoli XVII e XVIII il vicariato
di Monte Mauro comprendeva: Sant'Andrea, Pozzo, Vedreto, Settefonti, la Costa,
Val di Fusa. Nel 1927 solo Pozzo.
Chiesa di Monte Mauro inizio del secolo
3 - LA CHIESA PRIMADEL CONCILIO
DI TRENTO
La
chiesa era retta da un arciprete che aveva alle sue dipendenze alcuni
sacerdoti, col titolo di canonici ed altri col titolo di conversi. I conversi
sono i candidati agli ordini sacri, che prima del Concilio di Trento e
l'istituzione dei seminari venivano istruiti e preparati presso le pievi.
Ancora all'inizio del secolo XV troviamo canonici a Monte Mauro. Il primo
arciprete ricordato è Aldovrando nel 1245. Poco dopo, nel 1253-68,
compare Ugolino, personaggio di spicco della diocesi di Imola, era consigliere
del vescovo, canonico di San Cassiano e incaricato dal vescovo di negoziare la
pace col comune di Imola. Monte Mauro, che la storia ricorda come luogo
di rifugio e residenza abituale del Passatore ai primi tempi della sua
carriera, sembra essere stato anche prima teatro di fatti sanguinosi. Nel 1339
l'arciprete Tavianodovette pagare tasse a nome di gente di Monte Mauro che
avevano commesso omicidi. Nel 1476 vi fu giustiziato mediante impiccagione un
tale Giovanni aliasRampino, colpevole di tradimento nei confronti del
Castello di Monte Mauro e dei Manfredi. Dal 1417 al 1433 fu arciprete Romagnolo
di Nanne di Baffadi, che, secondo il costume invalso o piuttosto l'abuso,si
faceva rappresentare da procuratori e risiedeva altrove.
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4 - LA CHIESA DI MONTE MAURO IN ETA'
MODERNA
La
chiesa è sempre stata nel luogo dove ora si trova. La facciata un tempo
era a ovest e l'abside ad est come in tutte le chiese tardo antiche ed
alto-medioevali, poi l'orientazione sarà stato invertita per altre
esigenze. Fu rinnovata assieme alla canonica poco prima del 1575
dall'arciprete Tommaso Zanelli, e poi spesso riparata perchè i muri costruiti e
intonacato in gesso tendevano a spiombarsi Nel 1818-19 fu quasi
completamente rifatta. Verso la fine del XVII secolo fu aggiunto il campanile
dall' arciprete Giacomo Filippo Vespignani. L'interno è sempre descritto ampio
con tre altari. Il principale, nel coro, con il quadro dell'Assunzione di
Maria, titolare della chiesa. A destra, entrando, a cornu epistolae,
l'altare di San Biagio. che esisteva fin dal 1575: VI
era un quadro rappresentate il Salvatore con la croce in mano, a destra la
Beata Vergine A sinistra l'altare della Madonna del Rosario, eretto
nel 1623, con quadro rappresentate la Madonna, S.Domenico e Santa
Caterina ed intorno quindici quadretti coi i misteri del Santo Rosario. A
sinistra entrando vi era il fonte battesimale a forma di piramide, con vaso di
rame per l'acqua benedetta. Una porta a sinistra immetteva nel cimitero,
un'altra porticina a destra nella sacrestia e nella canonica
costituita da una cucina e quattro stanze da letto al pianterreno, due solai e
una stanza da letto con colombaia al primo piano. Dalla canonica si scendeva
alla cantina ,al forno e alle stalle.
5- CONFRATERNITA DEL SS.MO SACRAMENTO
E SS.MO ROSARIO
La
confraternita del Santissimo Sacramento esisteva già nel 1574, nell'altar
maggiore poi trasferita a quello di S. Biagio. Quella del Rosario fu invece
eretta nel 1623. Queste due confraternite, che avevano beni e censi curavano i
rispettivi altari, le feste del Corpus Domini, Madonna del Rosario, la
prima domenica di ottobre, l'Annunciazione,( 25 marzo) e la festa
di S. Biagio, (3 febbraio), con la benedizione del popolo con le candele
benedette tenute sotto la gola a modo di catena.
6 - POPOLAZIONE
Nel
1741 vi erano 31 case che erano diventate 55 circa
nel 1850. Da notare che nel 1844 era stata unita
a Monte Mauro la parrocchia di Vedreto, che
contava una decina di famiglie. La popolazione
di Monte Mauro è sempre stata di circa 250
anime, tranne nel periodo compreso tra la fine del
secolo XVII alla metà del XVII, nel quale diminuì di circa
100 persone, non si sa perché. Il numero
maggiore di parrocchiani si è registrato prima della
seconda guerra mondiale con circa 350 anime. Oggi la
popolazione nei distorni della pieve
è di circa 25 anime.
Bibliografia:
1)
L'unico resoconto della storia della chiesa di Monte
Mauro ben fatto è contenuto nell'opera di Padre Serafino
Gaddoni, un francescano dell'ordine dei frati minori
intitolato : “Le chiese della diocesi di
Imola” ,stampato nel 1927, opera postuma.
2)
Il Prof. Andrea Padovani ha scritto un articolo
sull'antico confine tra Longobardi e Bizantini che
secondo lui si arrestava nel periodo 727-743 al
fiume Senio in un'opera sulla storia di
Solarolo.
A cura della
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Ass.ne "LA TUA MANO PER LA PACE”"
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mio padre è nato a Brisighella….
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