lunedì 10 febbraio 2014

LA PIEVE DI MONTE MAURO di Don Ruggero Benericetti



ANTICHITA'  DELLA  PIEVE  DI  MONTE  MAURO
In un primo tempo, durante  le persecuzioni nei  primi  tre  secoli,. lenostre chiese locali furono quasi esclusivamente cittadine,formate da elementi di bassa estrazione sociale, sia indigeni che provenienti da fuori. Con la pace costantiniana e le leggi favorevoli al Cristianesimo, anche le campagne cominciarono ad abbracciare la nuova fede e ad abbandonare il paganesimo nel quale erano restate fino ad allora.
Perciò i vescovi stabilirono nelle campagne alcune grandi parrocchie, le pievi,  alle quali destinarono alcuni preti perchè vi celebrassero la Messa la domenica, i sacramenti, le esequie e gli uffici dei defunti.
Nella nostra regione le prime notizie sulle pievi risalgono al VI secolo e riguardano le zone di Argenta e Comacchio. Può  darsi  però che già nel secolo precedenteprecchie pievi fossero già sorte un po' dappertutto. San  Pier Crisologo, vescovo di Ravenna al tempo di Galla Placidia, che morì nel 450, ricorda che al suo tempo il paganesimo era ormai definitivamente scomparso, i templi abbandonati e che sul luogo di antichi santuari pagani erano costruite chiese cristiane. Alla metà del VIII secolo, subentrati i Carolingi ai Bizantini, le pievi acquistarono un grande prestigio, diventando un punto di riferimento civile nella stesura dei contratti di locazione. Evidentemente allora le pievi erano diventate numerose con giurisdizione su di un territorio ampio ma anche preciso e ben conosciuto per lunga tradizione. La Pieve di Monte Mauro risale a questo periodo, ma a quando esattamente? Il primo documento, anzi i primi documenti che la ricordano sono due pergamene, l'una dell'anno 932, l'altra del 953, appartenenti all'antico




monastero di Pomposa. Riguardano beni che sono posti in territorio Corneliense (Imola) in  pieve di Santa Maria in Tiberiaci o  in  Castro  Tiberiaco.. Questa Pieve va certamente identificata con Monte Mauro perché è  posta in territorio di Imola. Inoltre il nome di Tiberiaco, storpiato in mille maniere ( Tivirago,Tiberiaco ecc. ) ha continuato a essere dato alla chiesa di Monte Mauro fino alla fine del secolo XV per poi scomparire.  Infine  la  chiesa  sorgeva vicino al Castello  di  Tiberiaco che  è certo il  castello poi chiamato di  Monte  Mauro di  cui si  vedono ancora i  ruderi sulla  cima  più  alta di   Monte  Mauro. Quindi nel 932 sorgeva già la Pieve di Monte Mauro, era anzi già  tanto antica  da venire ricordata per definire la posizione di un fondo. Prendeva il nome, oltre che dalla Madonna a cui era dedicata la chiesa anche dal Castello  di Tiberiaco. come apprendiamo dal documento del 953. Ora è evidente che è il castello che ha dato il nome alla pieve e che questa fu costruita accanto  ad esso in un secondo tempo. Gli studiosi oggi sono convinti da molti indizi che il castello di Tiberiaco, poi di Monte Mauro, risalga all'epoca bizantina, anzi ai primi tempi di  quest'epoca, cioè alla fine del secolo VI. Durante la loro calata in Italia i Longobardi (anno 568) si impadronirono della Pianura  Padana e delle regioni montuose dell'Italia centrale e meridionale, ma non riuscirono a impossessarsi di tutta la penisola. I Bizantini allora, che non avevano mezzi per cacciarli, si misero a difendere quanto restava loro del territorio imperiale. In Romagna rinforzarono la zona a nord di Ravenna, presso il Po, dove sorsero Comacchio e Ferrara divenute  diocesi  nel VII e VIII secolo, le fortezze sulla via Emilia e  crearono nei primi rilievi appenninici una catena di fortezze destinate a difendere i territori collinari e le città pedemontane: Fanno parte di questo antico sistema difensivo: Tossignano, Monte Mauro, Rontana, Cepparano, Pietra Mora, Bertinoro e più in là, S.Marino, S. Leo e Cattolica. Il professore Andrea Padovani di Imola  ipotizza addirittura che Castrum Tiberiacum fosse costruito dall'Esarco di Ravenna in onore dell'imperatore d'Oriente Tiberio ( 578 - 582). che visse proprio nei primi tempi della conquista Longobarda. Costruito il castello, questo divenne subito un importante centro militare, ma anche politico, economico e sociale. Questo spinse il vescovo di Imola a fondarvi accanto la pieve di S.Maria. Del resto, anche accanto agli altri castelli ( Tossignano, Rontana, Cepparano, Bertinoro) furono edificate pievi, e, guarda caso, tutte dedicate alla Madonna. Si sa che la Madre di Dio era molto invocata dai Bizantini durante le battaglie e le pubbliche calamità. Accanto alle mura di Costantinopoli, presso il palazzo delle Blacherne nel luogo più debole delle fortificazioni,  avevano costruito una famosa chiesa chiamata S.Maria alle Blacherne, che doveva proteggere la città durante gli assedi. Il  sorgere della  pieve presso un  importante Castello non  è un  fatto isolato. Del  resto  Monte  Mauro era una chiave della  difesa della  collina tra Senio e  Lamone.  Il castello divenne  di  fondamentale importanza quando  Liutprando, re dei Longobardi, nel  727 scardinò  la  cintura  dei  castelli  collinari emiliani (Monteveglio e Pavullo) e  conquistò Bologna  e  Imola. Il  Prof.  Padovani sostiene  che  allora  i  Longobardi si  attestarono  nella  valle  del Senio. Il  Castrum Tiberiacum si  trova allora a  diretto   contatto con  le  linee  nemiche e  divenne  il caposaldo dei Bizantini nella  difesa  di  Faenza e dell'Esarcato.  Quindi, gli estremi cronologici probabili della fondazione della chiesa di Monte Mauro vanno dalla fine del VI secolo alla metà dell'VIII secolo.
2 - L'ESTENSIONE DEL SUO TERRITORIO
Le pievi rappresentano la più antica struttura parrocchiale delle nostre diocesi. Essendo poche in origine, avevano sotto  la loro giurisdizione un territorio piuttosto ampio. Dalla pieve di Monte Mauro dipendeva il versante sinistro della vallata del Sintria  l'intera vallata del Senio da Gallisterna a Sant'Apollinare in Castel Pagano, al confine toscano. Nel vicariato di Monte Mauro cominciarono poi a sorgere, attorno al mille o poco prima, diverse chiese non plebane, rese necessarie dall'aumento della popolazione, prima quasi assente nella zona superiore, ed ai progressi della colonizzazione. Queste chiese divennero gradualmente da semplici oratori a vere e proprie parrocchie con cura d'anime, mentre alla chiesa madre non restavano più che gli antichi privilegi del battesimo, delle primizie e delle decime. Nel XVI secolo l'Abbazia  di  Valsenio divenne vicariato, alla quale furono unite diverse parrocchie della valle del Senio mentre nel secolo seguente divennero vicariati  Casola e Baffadi. Nei  secoli XVII e XVIII  il vicariato di Monte Mauro comprendeva: Sant'Andrea, Pozzo, Vedreto, Settefonti, la Costa, Val di Fusa. Nel 1927 solo Pozzo.
Chiesa di Monte Mauro inizio del secolo 
  3 - LA CHIESA PRIMADEL CONCILIO DI TRENTO
La chiesa era retta da un arciprete che aveva alle sue dipendenze alcuni sacerdoti, col titolo di canonici ed altri col titolo di conversi. I conversi sono i candidati agli ordini sacri, che prima del Concilio di Trento e l'istituzione dei seminari venivano istruiti e preparati presso le pievi. Ancora all'inizio del secolo XV troviamo canonici a Monte Mauro. Il primo arciprete ricordato è Aldovrando  nel 1245. Poco dopo, nel 1253-68, compare Ugolino, personaggio di spicco della diocesi di Imola, era consigliere del vescovo, canonico di San Cassiano e incaricato dal vescovo di negoziare la pace col comune di Imola.  Monte Mauro, che la storia ricorda come luogo di rifugio e residenza abituale del Passatore ai primi tempi della sua carriera, sembra essere stato anche prima teatro di fatti sanguinosi. Nel 1339 l'arciprete Tavianodovette pagare tasse a nome di gente di Monte Mauro che avevano commesso omicidi. Nel 1476 vi fu giustiziato mediante impiccagione un tale Giovanni aliasRampino, colpevole di tradimento nei confronti del Castello di Monte Mauro e dei Manfredi. Dal 1417 al 1433 fu arciprete Romagnolo di Nanne di Baffadi, che, secondo il costume invalso o piuttosto l'abuso,si faceva rappresentare da procuratori e risiedeva altrove.

4 - LA CHIESA DI MONTE MAURO IN ETA' MODERNA
La chiesa è sempre stata nel luogo dove  ora si trova. La facciata un tempo era a ovest e l'abside ad est come in tutte le chiese tardo antiche ed alto-medioevali,  poi l'orientazione sarà stato invertita per altre  esigenze. Fu rinnovata assieme alla canonica poco prima del 1575 dall'arciprete Tommaso Zanelli, e poi spesso riparata perchè i muri costruiti e intonacato in gesso tendevano a spiombarsi  Nel 1818-19 fu  quasi completamente rifatta. Verso la fine del XVII secolo fu aggiunto il campanile dall' arciprete Giacomo Filippo Vespignani. L'interno è sempre descritto ampio con tre altari. Il principale, nel coro, con il quadro dell'Assunzione di Maria, titolare della chiesa. A destra, entrando, a cornu epistolae, l'altare di San Biagio.  che  esisteva fin  dal  1575: VI era un quadro rappresentate il Salvatore con la croce in mano, a destra la Beata Vergine A sinistra l'altare della Madonna del Rosario,  eretto  nel 1623, con quadro rappresentate la Madonna, S.Domenico e Santa Caterina ed intorno quindici quadretti coi  i misteri del Santo Rosario. A sinistra entrando vi era il fonte battesimale a forma di piramide, con vaso di rame per l'acqua benedetta. Una porta a sinistra immetteva nel cimitero, un'altra porticina a destra nella  sacrestia  e  nella canonica costituita da una cucina e quattro stanze da letto al pianterreno, due solai e una stanza da letto con colombaia al primo piano. Dalla canonica si scendeva alla cantina ,al forno e alle stalle.
5- CONFRATERNITA DEL SS.MO SACRAMENTO E SS.MO ROSARIO
La confraternita del Santissimo Sacramento esisteva già nel 1574, nell'altar maggiore poi trasferita a quello di S. Biagio. Quella del Rosario fu invece eretta nel 1623. Queste due confraternite, che avevano beni e censi curavano i rispettivi altari, le feste del Corpus Domini, Madonna del Rosario, la prima domenica di ottobre, l'Annunciazione,(  25 marzo)  e la festa di S. Biagio, (3  febbraio), con la benedizione del popolo con le candele benedette tenute sotto la gola a modo di catena.
6 -  POPOLAZIONE
Nel 1741 vi  erano 31  case che  erano  diventate 55 circa  nel  1850. Da  notare che  nel 1844 era stata  unita  a  Monte  Mauro la  parrocchia  di  Vedreto, che  contava  una  decina  di  famiglie. La  popolazione  di  Monte  Mauro è  sempre stata  di  circa 250  anime, tranne nel periodo compreso  tra  la  fine del secolo XVII alla metà del XVII, nel quale  diminuì  di  circa  100 persone, non  si  sa  perché.  Il numero  maggiore di  parrocchiani si è registrato  prima  della seconda  guerra  mondiale con  circa  350 anime. Oggi la  popolazione  nei  distorni  della  pieve   è  di   circa  25  anime.
Bibliografia:
1) L'unico  resoconto della  storia della chiesa  di  Monte  Mauro ben  fatto è contenuto nell'opera di  Padre Serafino Gaddoni,  un  francescano dell'ordine dei   frati  minori   intitolato : “Le  chiese della  diocesi  di  Imola” ,stampato nel  1927,  opera postuma.
2)  Il  Prof. Andrea Padovani ha scritto  un  articolo sull'antico confine  tra  Longobardi e  Bizantini che  secondo  lui  si arrestava  nel periodo 727-743 al  fiume  Senio in  un'opera  sulla  storia  di  Solarolo.
   A cura della
Ass.ne "LA TUA MANO PER LA PACE”"


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